di Marco Caldara
Tutto è nato la scorsa estate, quasi per caso, nel piazzale del parcheggio del Centro Sportivo di Albano Sant’Alessandro, in provincia di Bergamo. “Vedevo ogni giorno ragazzi che riciclavano le nostre palline sgonfie e abbandonate – spiega la maestra Cinzia Fabiani, che a pochi metri gestisce la propria scuola tennis – e con mazze di fortuna giocavano a cricket per ore e ore. Lo facevano con un tale entusiasmo che ho deciso di fermarmi e parlare con loro. Per capire come li potessi aiutare, per provare a dare ‘dignità’ a quello che stavano facendo”. Quattro chiacchiere che hanno aperto un mondo. La maestra di Albano si è subito adoperata, per aiutare un gruppo di quattordici ragazzi indiani e pakistani, tra gli undici e i diciannove anni di età. Persone silenziose ma con un sogno, che non è svanito nemmeno nei tanti anni di distanza dai loro paesi d’origine, nei quali il cricket è paragonabile al nostro calcio. Tutti lo conoscono, tutti ne parlano, e in tantissimi lo praticano. Diverso in Italia, dove anche solo trovare un campo regolamentare diventa un’impresa. “Non ci siamo ancora riusciti, ma abbiamo stipulato un accordo con l’Albano Calcio che permetta ai ragazzi di sfruttare per gli allenamenti il campo della squadra cittadina: sempre meglio dell’asfalto di un parcheggio”. Così la recinzione che separava i campi da tennis dal piazzale ‘da cricket’, dividendo due sport e due culture diverse, è stata finalmente varcata. Ma l’impegno della Fabiani non si è fermato qua. Anzi. Grazie a un gruppetto di persone legate alla sua scuola tennis ha raccolto un migliaio di euro da investire per i ragazzi, e ha organizzato una lotteria per recuperarne degli altri. Ed ecco che sono arrivate mazze e palle, protezioni, e pure le divise: bianche e azzurre, come i colori cittadini. Così è nato l’Albano Cricket Club, che come ogni squadra ha anche un allenatore: Sandeep Kumar, con un negozio di kebab alla stazione e un passato da giocatore vero, prima in India e poi nei Kingsgrove Milano. Persona spigliata e molto determinata, ideale per allenare un gruppo di ragazzi volenterosi, che pur di andare ad allenarsi sono disposti a percorrere anche vari chilometri in bicicletta. E se mancano si sentono in colpa, tanto che qualcuno è arrivato pure a pensare di restituire la divisa solo a causa di un paio di assenze. Cose dell’altro mondo, per noi. Campo, giocatori, allenatore, attrezzature ci sono, manca solo un campionato in cui competere. Ma ormai è ufficiale: arriverà pure quello. Precisamente a maggio, mese d’inizio delle competizioni nazionali, che vedranno i ragazzi di Albano in gara in due manifestazioni: la serie C e l’under 17. Una responsabilità importante, in quanto saranno l’unica formazione bergamasca ai nastri di partenza, dopo la ‘morte’ del Bergamo Cricket Club, due volte campione d’Italia di serie B all’inizio degli anni novanta. Ma i risultati al momento non importano, la vittoria più grande è quella di poter partecipare a dei campionati che solo qualche mese fa parevano un miraggio. E intanto l’interesse in città aumenta. “Mio figlio mi ha chiesto di provare il cricket – conclude Cinzia Fabiani – e così, visto che per iscrivere la squadra serviva un italiano, abbiamo inserito anche lui”. Ma non è da escludere che a bussare alle porte dell’Albano Cricket Club arrivi presto altra gente, e poi altra ancora. La diffidenza, ormai, si è trasformata in integrazione.