di Alessandro Nizegorodcew
Ieri pomeriggio, guardando l’ordine di gioco del challenger di Napoli, mi sono detto: “Non posso mancare!” Sveglia alle 7 e treno da Roma Termini, direzione Napoli Centrale. Obiettivo: vedere all’opera praticamente tutto il gotha del tennis italiano (ad eccezione di Fognini e Seppi). La crescita di Trevisan e Fabbiano, la ripresa di Bolelli, la forma di Potito e Volandri, le migliorie fisiche di Arnaboldi, la grinta di Lorenzi e Aldi, la classe di Cipo, senza contare la curiosità di seguire un match del giovanissimo Tomic. Insomma, una giornata imperdibile…
Dopo una fugace presenza per salutare gli addetti dell’ufficio stampa del torneo (molto ben organizzato), mi faccio largo nella players lounge, dove coach Rianna sta ridendo e scherzando con Braccio e Potito. Mentre saluto Umberto, mi salta subito agli occhi il mitico Dustin Brown, che cammina, completamente scalzo, in tutta tranquillità per la sala; ovviamente indossando i suoi immancabili auricolari. Mi dirigo verso il campo centrale per il primo match di giornata, quello che vede opposti Andrea Arnaboldi e il russo (kazako) d’Italia Andrei Golubev. Arna gioca molto bene a tennis e sente la palla come pochi, ma la sua posizione in campo, non avendo una palla pesantissima, può (deve) essere più vicina alla linea di fondo. La maggiore potenza di Golubev sta facendo la differenza.
Il match del canturino è presto segnato e, con curiosità, mi avvicino ai campi di allenamento. Sento il rumore di una pallina colpita in maniera diversa dal solito, un rumore sordo, inconsueto, vere e proprie “catenate”… Giro l’angolo e mi si para davanti ciò che immaginavo: il diritto di Simone Bolelli. Si, perché in allenamento il diritto del Bole viaggia che è un piacere; è in partita che ancora (ma siamo in netta ripresa) si blocca. Mi metto a fare qualche foto a Simo e al suo “avversario” del momento che è Daniele Bracciali. Nel campo accanto si allena Ivo Minar, non proprio un giocatore da copertina e decido quindi di dirigermi verso il grandstand, dove sta per iniziare un incontro molto interessante: Paolino Lorenzi, da Siena, alla ricerca di punti e fiducia contro Bernard Tomic, australiano, classe 1992, promessa del tennis mondiale. Mi siedo e incredulo assisto ai primi due games: servizio potente, rovescio lungolinea preciso e penetrante nell’aria, diritto bruttino ma abbastanza efficace. Lo sguardo di Lorenzi dice tutto. Ma è un fuoco di paglia e l’australiano inizia a giocare da junior, regalando l’impossibile. Alla fine del primo set, che Paolino vince 6-2 (da 0-2), colgo l’occasione per un veloce pranzo…
Il match di Tomic ha perso di rilevanza e mi dirigo di nuovo ai campi di allenamento. Incrocio il grande Alessandro “Wolfy” Motti, che sta per scaldarsi in vista del suo doppio in coppia con “Arna”. In campo ci sono Trevisan, Ungur e Kukushkin. Il rovescio ad una mano, in salto, del romeno, è quanto di più incredibile si possa vedere, tanto che Matteo, tentando la sorte con Adrian, esclama: “Ora rispondo alla Ungur!” … Rovescio ad una mano in salto di Trevisan e palla in rete! Ovviamente! Ma ammetto che anche in allenamento il diritto di Matteo fa davvero paura, ma tra qualche minuto potrà vederlo in partita.
Dopo aver salutato Fabrizio Fanucci e Matteo, mi dirigo verso il grandstand, per vedere se Paolo ha finito il suo match. In effetti è così e scambio due battute con lui. Paolino, il re dei voli transoceanici (California – Caltanissetta – Miami – Napoli… complimenti!), mi dice che a lui tutti questi spostamenti non danno alcun fastidio. Professionista impeccabile il buon Lorenzi, che a proposito di Tomic mi spiega che “sulla terra non è ancora pronto per giocare a questi livelli, ma il servizio e il rovescio sono due colpi davvero impressionanti. Il diritto, che qui sulla terra battuta può sembrare poco efficace, secondo me sul veloce diventa devastante. Questo ragazzo qui diventa forte…”
E’ il momento di andare a vedere qualche scambio della terza guerra mondiale delle racchette, anche definita dagli addetti ai lavori Aldi vs Fabbiano. Lo scorso anno, a Caltanissetta, durò 4 ore e tutti (compreso Tommy, che a fine match mi ha confessato di aspettarsi una nuova maratona) si aspettavano un incontro a dir poco lungo. E invece Fabbiano è avanti 6-0 in pochi minuti. Mi siedo 5 minuti, convinto di vedere un aldino infortunato o comunque esausto dopo tre turni asfissianti di quali. Ma non è così e infatti il siciliano parte meglio nel secondo e va 3-0. Ma in un attimo la situazione si ribalta di nuovo: Tommy avanti 4-3. Finita? Ma non scherziamo… altri 10 minuti e Aldi vince il set 6-4. Il terzo è una vera e propria guerra; ciò che ti aspetti sempre da aldino, che se non sta in campo 20 ore a torneo non è felice e soddisfatto. Nonostante le tenacia e la grande capacità tattica, Aldino cede il passo al pugliese, che vince 6-3 al terzo. A decidere il match, che ha assegnato il break decisivo, un doppio fallo di Francesco.
Finalmente arriva il mio amico Flavio Cipolla, che, ahimè, sarà l’unico che non vedrò dal vivo. Gioca 175esimo match sul centrale e prima o poi dovrò anche far rientro nella capitale. Cipo mi dice di non conoscere bene Del Bonis, il suo avversario di oggi, ma io credo e spero possa vincere. Arrivo sul centrale proprio mentre Potito Starace decide di mettere il piede sul turbo, asfaltando l’argentino Decoud. Dal 4-4 nel primo set, Poto ha chiuso l’incontro con 8 giochi consecutivi. Alcune smorzate di diritto da urlo!!
Ma è il momento clou della giornata: scende in campo Matteo Trevisan. Il suo avversario non è però Riba Madrid, vincitore a Barletta, bensì il LL argentino Martin Alund. La mattina avevo sentito il toscano lamentarsi per alcuni problemi fisici e al momento dell’ingresso in campo vedo due vistosissime fasciature ad entrambe le cosce. Speriamo bene… Inizia l’incontro e Matteo fa segno inequivocabilmente di sentire dolore. Non sembra muoversi malissimo e tira due bolidi di diritto, alla Bolelli vecchia maniera. Un diritto in particolare, inside-in, mi ha lasciato completamente a bocca aperta! Ne ho sentito solamente il suono, perché la palla, io, non l’ho proprio vista… Matteo sul 4-5 (con break) si ritira e Fenuch, nel post partita, mi dirà che ha sbagliato a far giocare Trevisan. Il giovane toscano mi ha poi spiegato che il problema è sempre ai soliti quadricipiti e che il dolore in campo non era sopportabile. Tutto questo mentre organizzava una probabile uscita serale con Fabbiano…
Mentre Lorenzi, vero e proprio stakanov del circuito, lavora in palestra da almeno un’ora, mi dirigo alla ricerca di un bagno… ma… cosa vedo attaccato al vetro della palestra?? Cari genitori, siete pronti a imbestialirvi?? (Non so perché ma suppongo di si).. Ecco cosa recita il cartello: “I genitori potranno assistere alle lezioni l’ultima settimana di ogni mese”
Tocca a Bolelli. Sono curiosissimo. Arrivo sul campo e Simone è sotto già 3-1 con break. Penso che le cose non siano poi così cambiate in meglio nelle ultime settimane, ma vengo invece subito smentito. Bolelli diventa Bolelli e comincia a tirare “comodini” con il diritto e anche alcuni ottimi lungolinea di rovescio, un colpo che non ha mai giocato con grande frequenza. Non c’è molto da dire, quando Simone gioca anche solo al 70% delle sue potenzialità è il giocatore azzurro più divertente da vedere all’opera… Ed è il miglior modo per chiudere una giornata all’insegna del grande tennis.. Un saluto veloce a Quirino Cipolla, che sta andando a seguire il match di Flavio (che io non potrò vedere!!), e mi dirigo a prendere il treno… Ma, per fortuna, arriva inaspettata un’ulteriore sorpresa. Simone Ercoli, ex tecnico di Tirrenia, presente a Napoli, mi riporta in macchina verso Roma.. Grazie! Che giornata a Napoli!
Leggi anche:
- None Found