di Roberto Commentucci
Era tanto che non ci succedeva, diciamo la verità. Dopo tanto tempo, ci siamo ritrovati, tutti quanti, appiccicati al televisore, a seguire l’incredibile corrida andata in scena sul Philippe Chartrier fra Fabio Fognini e Gael Monfils.
Diciamo la verità, nessuno ci sperava. Per due set e mezzo, era stato il solito Fognini: grandi punti, ma anche grandi vuoti, e una disperante inconsistenza agonistica, al punto che Gael non aveva davvero dovuto dannarsi l‘anima per arrivare a condurre di due set e di un break. Poi, a metà del terzo set, ecco la svolta.
Fabio smette di sbagliare, inizia a prendere tutto in difesa e allunga la traiettoria dei suoi colpi. Raggiunge l’avversario, lo supera. Inizia a crederci, e si porta a casa il terzo set. Va ancora sotto, 4 a 1 pesante nel quarto, ma continua a lottare, mentre Gael è sempre più appannato. Ora è grande tennis, è Fognini show: il servizio è continuo, le geometrie sono precise, il diritto è pesante, il rovescio lungolinea (miglioratissimo…) è un laser, il tocco è benedetto, le gambe girano a mille. Infliggere 8 games di fila, a un francese top 20, sul Philippe Chartrier, non è cosa da tutti i giorni.
Poi, il drammatico finale, il siparietto sulla sospensione, i crampi di LaMonf, stremato dalle rincorse, e i tre match point mancati da Fabio, tra tensione a mille e raggi laser malandrini, nel buio quasi assoluto.
Ma in tutto questo, un Fognini nuovo, finalmente.
Niente racchette sbatacchiate, niente alzate di spalle, niente risatine ironiche. Solo tanta grinta, tanta corsa e tanto talento, finalmente messo al servizio della voglia di lottare. Un giocatore finalmente più sereno, più attento, più maturo, più rispettoso di un pubblico che, stavolta, tanto rispetto non se lo meritava.
Ed ecco che allora, lo scandaloso comportamento di arbitro di sedia, supervisor e pubblico sciovinista, assieme con la bella prova del ligure, ha avuto l’effetto di farci tornare, finalmente, tutti insieme, a soffrire, a trepidare per un nostro portacolori, vicino all’impresa su uno dei campi più importanti del mondo.
Comunque vada domani, continua così, Fabio, questa è la strada giusta.
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