Un successo e tanti buoni segnali. Ancora.
Alla fine è Elisabetta Cocciaretto la tennista italiana a conquistare un pass per il tabellone principale degli US Open in un’edizione da record delle qualificazioni dello Slam di New York. La ventunenne di Ancona si mette definitivamente alle spalle stagioni complicate in cui i problemi fisici hanno stoppato piuttosto violentemente l’ascesa di una ragazza tecnicamente e caratterialmente pronta per diventare una vera “giocatrice”. Victoria Jimenez Kasintseva (ne sentiremo parlare), Caty McNally e Whitney Osuigwe le vittime di Cocci nel tabellone cadetto di Flushing Meadows, una Cocci cinica e determinata che sapeva di avere nelle corde il superamento della prima fase del torneo e che adesso potrà godersi il debutto nel main draw dell’ultimo Slam della stagione dopo aver già partecipato almeno una volta in carriera a quello degli altri Major.
Le qualificazioni degli US Open 2022, però, non hanno registrato solo la gioia di Elisabetta Cocciaretto, di coach Fausto Scolari e di Capitan Tathiana Garbin, schierata sugli spalti a sostenere la “sua” stellina. A livello maschile, infatti, è stato confermato il trend degli ultimi spaventosi anni del nostro tennis. Dalle spaccate di Matteo Arnaldi ai particolari gemiti di Riccardo Bonadio, dalla pacatezza (in campo) di Raul Brancaccio alla serietà di Franco Agamenone, passando per la Dybala Mask e la cresta di Gallo Belotti firmate Flavio Cobolli, la garra del Drago di Pisa Francesco Maestrelli e la saggezza di un professionista che un giorno, speriamo, omaggerà questi ragazzi di almeno un paio di lezioni davanti a una lavagna con un gessetto in mano: Andreas Seppi. Tutti arrivati ad un passo o anche meno dal tabellone principale. Ne abbiamo viste di tutti i colori in queste quali, anzi ne abbiamo viste soprattutto tricolori, tra giocatori già pronti per competere nei tabelloni principali dei tornei più importanti del circuito e ragazzi cresciuti con esaltante rapidità che hanno solo voglia di abbattere i propri limiti.
Perché alcuni risultati sono davvero sorprendenti anche per chi li ha visti crescere, spaccare racchette e correre a casa per passare un giorno in più con mamma prima della trasferta successiva. Ma è bene che nessuno dimentichi che poter celebrare più o meno ogni settimana un trofeo o un piazzamento notevole di un tennista italiano tra tornei ATP, WTA e Challenger, come ormai siamo abituati a fare, non è una cosa normale. E, probabilmente, il meglio deve ancora venire.
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