Cara Flavia,
oggi, dopo tre anni, il mio sogno più grande si è avverato: finalmente ti ho conosciuta di persona. Tre anni di attesa, vivendo nella speranza che prima o poi questo desiderio si sarebbe realizzato, ed ora che è successo stento a crederci. Djokovic and friends, questo bellissimo e divertentissimo evento, mi ha dato questa grande occasione che ho deciso di cogliere al volo. Così, appena ho saputo della tua presenza, ho preso i biglietti necessari e sono partito.
Tutto questo però è iniziato il 24 giugno 2013. Pennetta vs Baltacha (tennista scomparsa che con l’occasione voglio ricordare), primo turno di Wimbledon. Una partita che ho guardato per caso, dato che le altre erano noiose per i miei gusti. Prima di quella volta avevo visto al massimo due-tre tue partite, ancora acerbo e nuovo nel tennis. Non era un bel periodo per me, ero triste e affranto e avevo bisogno di uno stimolo per rialzarmi. In quella partita però, vinta da te per 6-4 6-1, ho intravisto la vita da uno scorcio di televisione. Quello sarebbe stato solo l’inizio del mio grande amore per te.
In realtà è stato molto facile appassionarmi al tuo tennis. Un tennis dotato di un servizio potente e preciso, un dritto pesante e di scambio, gioco a rete da doppista vera. Tutto ciò affiancato da un tocco divino e una mente geniale. E poi c’è lui, il rovescio: il più bello che abbia mai visto. A due mani, piatto, forte, rapido, preciso, con grande effetto. Da ogni angolo del campo quel tuo rovescio può diventare un vincente. Lungolinea o incrociato che sia, ha fatto impazzire tutto il circuito. Il migliore tra le donne, si è fatto invidiare da molti uomini.
Nonostante tanti problemi di salute e di vita, soprattutto con il maledetto polso destro che ha condizionato molto la tua carriera, i risultati si sono visti. Soprattutto negli ultimi tre anni.
Quattro volte in top 10 (la prima italiana a riuscirci), best ranking di n°6, 11 titoli in carriera (l’italiana più titolata), 4 fed cup, Los Angeles, Indian Wells, 3° turno alle Olimpiadi, partecipazione al master in singolare. Ancora n°1 in doppio con la Dulko, con due finali a New York e vincendo il master di Doha, Roma e gli Australian Open. Vittorie straordinarie contro le migliori e nei tornei più importanti, come Sharapova, Li, Radwanska, V. Williams, Mauresmo (che match!), Henin, Hingis, Jankovic, Kerber, Wozniacki, Pierce e molte altre ancora, tutte n°1 o 2 e campionesse Major.
Negli slam in singolare ottavi al Roland Garros e Wimbledon per 3 volte e quarti a Melbourne. I chiari numeri della tennista italiana più forte di sempre.
Agli Us Open, invece, dedicherei un pezzo a parte: sono sicuro che, prima o poi, nessuno ti toglierà una statua lì a Flushing Meadows. Con una bella targa, con su scritto “Flavia Penneda”, all’americana. Il torneo dei miracoli, il tuo torneo: 4 quarti di finale, una semifinale, e lo Slam. Si, lo Slam in singolare. Proprio a New York. A fine carriera, giocando un torneo stupendo, senza mai tremare, regalando all’Italia insieme a Roberta Vinci la prima finale tutta azzurra in un Major. Hai vinto facendo fuori Kvitova, Halep e una Vinci in grandissimo spolvero.
Ancora ricordo. Se ci penso bene, il cuore mi batte come in quel momento. Match point. 7-6 5-2 Pennetta, serve Vinci. Gran risposta di rovescio, dritto: è vincente. Braccia al cielo, racchetta in aria. Sorridi Flavia, perché hai vinto lo Us Open! Non ho mai pianto così tanto, nessuno riusciva a convincermi che era tutto vero. FLAVIA PENNETTA HA VINTO LO US OPEN. Alzi il trofeo al cielo, con quel sorriso smagliante, davanti milioni di persone che guardano da tutto il mondo. Poco prima però l’annuncio, ti ritiri. Dopo tanti anni decidi di chiudere così, sul tetto del mondo. La consacrazione perfetta di una carriera fantastica.
Due mesi ancora in campo e decidi di chiudere al master, con tutte le migliori, perdendo proprio con quella Sharapova con la quale ti eri tolta tante soddisfazioni. Ancora lacrime per me. Un ritiro al quale ancora oggi non riesco ad abituarmi.
Mi manchi Flavia. Mi mancano i tuoi match, mi manca svegliarmi in piena notte per guardarti. Mi mancano quelle emozioni che solo tu hai saputo darmi. La sola che sa farmi battere il cuore a mille, tremando, piangendo, urlando di gioia.
Voglio congedarmi ringraziandoti, di vero cuore.
Grazie mille Flavia, per tutte le emozioni che mi hai regalato, per avermi fatto provare il vero amore per la prima volta.
Voglio augurarti il meglio dalla vita.Ti porto con me per sempre, sulla pelle. Si, ieri sera è proprio finita un’era. Ma, d’altronde, “la vita può allontanarci l’amore poi continuerà”.
Ciao Flavia, a presto.
P.S. no, non mi fa schifo la tua fascia sudata, non temere.
Tuo, Antonio