(Nicholas Grazia)
di Stefano Grazia
My name is Bond, James Bond (Jan Fleming)
Mi chiamo Nicholas, Nicholas Grazia e ho un padre che scrive di me e di tennis su un blog. Nella vita reale sarebbe un Medico ma ho il sospetto che si diverta molto di piu’ a litigare con Mad Max, un altro di quelli buoni, sul footwork mio e di sua figlia sulle pagine del Blog, prima di Scanagatta e ora di Ale Chuck Norris Nizegorodcew o come cavolo si scrive e mi sembra gia’ di vedere il giorno in cui io e Alessia ci incontreremo magari alla Cafeteria del Roland Garros o chissa’, in un campus di una qualche sperduta universita’ dello Iowa, e scuotendo la testa imbarazzati ci racconteremo di quel che ci toccava subire per il nostro bene. Perche’ io non ho dubbi, che sia per il mio bene e’ un fatto, che I miei mi stiano addosso e’ altrettanto certo e che a volte a casa nostra sembra di stare ad Anno Zero o a Ballaro’ e’ un’altra cosa difficile da negare. Alla fine non so Alessia ma io mi sono ritrovato affibbiato questo soprannome, La Canaglia di Lagos. Oddio,un po’ Canaglia lo sono, anzi a volte sento proprio il bisogno di esserlo, non so bene cosa sia e se sia cosi’ per tutti o solo per me. Mio padre a volte dice che sono nato senza peccato originale ma non ho mai ben capito cosa volesse significare. Dice che I’m flirting with disaster, che mi diverto a danzare pericolosamente sull’orlo dell’abisso, che subisco l’attrazione del Lato Oscuro della Forza e tutta questa serie di menate qui che a me sembrano un po’ esagerate.Mio padre dice anche che come le faccio girare io le palle, non le fa girare nessuno. E non credo si riferisca allo spin. Dice che se diventero’ un Top Ten la Dunlop mi prendera’ come testimonial al posto di McEnroe.
Sul campo da tennis I miei mi han portato a 3 anni ma senza esagerare: loro raccontano sempre d’avermi messo sott’acqua a 3 mesi, sul campo da tennis a tre anni, su quello da golf e sugli sci a quattro: I Quattro sport sociali e socializzanti, li chiama mio padre, cosicche’ se io dovessi trovarmi al mare o in montagna con gli amici non sarei lo sfigato che se ne sta sullo sdraio o dentro al rifugio e se dovessi mai fare la vita che ha fatto lui, arrivare in un posto nuovo e non conoscere nessuno, potrei sempre precipitarmi al Tennis & Golf Club piu’ vicino e farmi un sacco di amici. Mah, staremo a vedere. Sono cresciuto in Africa, sin da quando avevo nove mesi e mi sento mezzo se non tutto africano. I primi sei anni li ho passati in Nigeria in quel grande calderone ribollente che e’ Lagos e poi mio padre e’ stato trasferito e ce ne siamo andati a Luanda dove per 5 anni I miei non hanno fatto che rimpiangere Lagos, soprattutto per via delle scarse strutture tennistiche e del traffico che ci costringeva a fare I salti mortali per far combaciare I tempi, poi siamo tornati a Lagos dove abbiamo cominciato a sentire la nostalgia di Luanda, del suo clima e delle sue spiaggie, dei tropical bars in riva all’oceano o dello scassatissimo golf club dove pero’ potevi andare a giocare in costume da bagno e col cane mentre qui ti obbligano ad avere la maglietta infilata nei pantaloni, la cintura e il cappellino non girato all’incontrario altrimenti ti cacciano dal club. Io in verita’ ci sono sempre stato bene in Angola e non capivo perche’ i miei volessero tornare a tutti i costi in Nigeria dove avevo vissuto sicuramente da dio ma di cui mi ricordavo ben poco…Ma adesso che sono in Florida dove mi alleno e studio alla Bollettieri tennis Academy e’ Lagos che mi manca tanto con il suo goslow,’vai adagio’ come chiamano qui il traffic, il suo ritmo lento e fatalista, I suoi odori, I colori sfuocati dall’harmattan, il vento sabbioso che viene da Nord,dal Sahara, le zuppe locali e la suya che mi prepara Mercy, la nostra cuoca, e anche gli amici alla scuola anche se poi quando sono tornato non ne ho chiamato nemmeno uno, non so perche’. La Florida non e’ che mi faccia impazzire: l’Academy e’ okay ma gli americani mi sembrano spesso falsi ma mio padre dice che sto solo ripetendo frasi che ogni tanto mia madre si lascia sfuggire…Be’, anche lui che canta sempre la canzone di de Gregori …fra la vita e la morte,fra la vita e la morte avrei scelto l’America, ogni tanto si lascia sfuggire che ci sono due americhe, quella delle Coste e quella dell’interno e che comunque la Florida che di coste ce ne ha due, e’ un agglomerato di borazzi,lo dice sempre lui, e che basta andare d’estate in un parco acquatico e vedere una distesa di maramaglia pallida con la pelle rosa e ricoperta dai tatuaggi piu’ pacchiani, spesso al limite del fanatismo religioso tipo la rappresentazione della scena del Calvario a colori su tutta la schiena e parte degli arti inferiori… Pero’ e’ anche vero che puoi andare al supermercato alle 11 di sera, che tutto piu’ o meno funziona anche se devi essere un mago di internet per pagare I conti, che ti muovi veloce dappertutto anche se senza auto non e’ che prendi il primo autobus che passa: senza auto sei un uomo morto, ed e’ sicuramente vero che se vai al cinema a vedere Avatar se ne stanno ziti mentre in Nigeria vedere un film e’ impossibile fra gente che parla al telefono, ride sguaiatamente nelle scene commoventi o fa il tifo in quelle di lotta… Vabbe’, ma voi forse volete sentirmi parlare di tennis… C’e’ stato un tempo, nemmeno molti mesi fa, che io sognavo di vincere non uno Slam ma di battere il Record di Sampras e quando invece l’ha fatto Federer mi son scocciato perche’,mi dicevo, adesso mi tocca vincerne uno in piu’. Bei tempi. Dopo essere passato attraverso gli ETA Estivi e I primi mesi alla Bollettieri e dopo aver fatto abbastanza schifo sia all’Eddie Herr che all’Orange Bowl, ogni tanto mi lascio prendere dallo scoramento… Chip Brooks,il direttore dello Junior Program e Brian Gottfried dicono che la mia e’ paura dell’ignoto e che le mie reazioni rabbiose, il mio comportamento sul campo, sono figlie di questa paura…Anche mio padre da un po’ di tempo dice che sono iperansioso e che mi perdo in mille dettagli invece di concentrarmi sulla Big Picture, dice che e’ una questione di carattere ma anche di maturita’, chi ci arriva prima, chi dopo…Per esempio io suscito sempre l’ammirazione di molti adulti che mi conoscono per la prima volta perche’ ho molti interessi e faccio sempre molte domande…Mio padre dice che bisognerebbe che ascoltassi anche le risposte e infatti dopo un po’ gli Insegnanti si lamentano che con tutte queste domande alla fine disturbo, che non riesco a mantenere la concentrazione, che distraggo anche gli altri, li porto sulla cattiva strada… Io non lo so cosa sia questa cosa che mi prende, sento la rabbia salirmi dentro e o mi irrigidisco tutto e mi blocco oppure devo tirarla fuori e dire e fare tutte quelle cose che tutti mi dicono di non fare, quasi fosse una sfida, io contro il mondo…I miei dicono che mando dei segnali precisi, delle richieste d’aiuto, che voglio che siano loro a prendere quella decisione che io non ho il coraggio di prendere…Ma io a tennis voglio giocare solo che voglio soprattutto anche vincere e se non vinco, frakly dear I don’t give a damn, come disse Rhett Butler a Rossella O’Hara in un film che io chiaramente non ho mai visto ma questa frase la so perche’ e’ una di quelle preferite da mio padre. Insomma, quest’altra cosa che dicno sempre i miei, di trattare vittoria e sconfitta, those impostors,allo stesso modo faccio fatica a digerirla. Lo so che e’ grave, me lo dice sempre anche mio padre, ma e’ cosi’. Comunque dopo tre mesi senza infamia e senza gloria in Bradenton sono tornato in Africa e sembra incredibile ma mi bson dovuto allenare piu’ di prima…eh,si, perche’ coi risultati di schifo che ho fatto I miei volevano cercare di farmi recuperare un po’ di tempo.Lo so, lo so, ma come?,dite voi, uno e’ alla Bollettieri e poi recupera con Papa’ e Mamma?,su andiamo…ma vi giuro che e’ cosi’: la Bollettieri e’ un posto meraviglioso ma per riuscire ad ottenere tutto quello che ti puo’ offrire devi essere uno dei 20 migliori se no vieni trascurato… Vabbe’, trascurato…e’ tutto relativo ma mio padre ha anche scritto una lettera di 7 pagine agli IMG Directors lamentando la carenza di attenzione individuale, l’assoluta inefficienza della Preparazione Atletica almeno per quel che mi riguarda e anche la mancanza di coordinazione o di reciproco feedback fra I vari Dipartimenti (Tennis, IPI, Mental e Strategy) e quindi so gia’ che quando tornero’ mi faranno il culo, visto che vantaggio che si ha ad avere un padre come il mio? Che tra l’altro credo l’abbia fatto apposta, no pain no gain, alla faccia di quel che dice Pierpaolo Renella nella sua Presentazione alla Conferenza del Lemon Bowl e che mio padre mi ha fatto vedere.
Il mio rapporto con la Mommy invece e’ un po’ piu’ complesso: in pratica apparentemente non ci sopportiamo l’un l’altro e facciamo delle gran litigate magari col Daddy che ci osserva scosolato via Skype fino a che non caccia un urlo beluino dei suoi… Ma finche’ urla in teleconferenza va bene, quando invece urla e io sono nella stessa stanza mi terrorizza: lo so che lui ci rimane male ma non so che farci…Pero’ con lui alla fine mi trovo meglio quando ci alleniamo perche’ come s’incazza si scazza e comunque e’ piu’ comprensivo ed e’ anche capace di accettare il fatto che io giochi male…insomma, s’incazza solo se non m’impegno o mi comporto male…Mia madre invece e’ una perfezionista come me e non sopporta se sbaglio un paio di dritti, se non muovo I piedi, se perdo da uno piu’ giovane…insomma, tutte le stesse cose che stanno sulle palle anche a me e siccome io gia’ sono scocciato di mio il fatto di sapere che lo e’ anche lei non mi aiuta. A volte mi sembra di giocare piu’ per lei che per me ma forse anche questa e’ una delle mie solite scuse…Mio padre dice sempre che io faccio come quello che e’ caduto nel precipizio, gli gettano una corda e lui invece di lasciarsi tirare su a peso morto o di aiutarsi a salire, si mette a tirare o a dondolarsi e fa di tutto per fare resistenza, magari per vedere fino a che punto la corda si puo’ tendere prima che si rompa…Oppure uno che sta per annegare in mezzo al mare e nel tirargli il salvagente gli colpiscono il cappellino della nike che lui ha in testa e cosi’ quando lo tirano su lui e’ incazzato perche’ ha perso il cappellino e manda a quell paese I suoi salvatori… Poi pero’ quando ho bisogno davvero e’ la Mommy che chiamo anche perche’ sembra quasi che a mio padre gli dia fastidio uno che abbia bisogno o stia male, ed e’ un Dottore, figuriamoci se non lo era…Vabbe’ che lui non e’ uno di quei Medici Senza Frontiere, lui lavora per I cattivi, per le Oil Companies…Lo dice scherzando ma quando mi manda a cagare se nel bel mezzo di un allenamento gli dico che ho male qui o li’, ogni tanto qualche dubbio mi viene…Vabbe’, lui si mette a raccontare che quando giocava a rugby erano due o tre le volte nell’intero anno in cui giocava senza avere assolutamente nulla e che fare sport e’ imparare anche a sopportare il dolore…In pratica lui sostiene che siccome io nella stessa sessione di allenamento mi lamento per Quattro o cinque cose diverse vuol dire semplicemente che non ne ho voglia e mi racconta la favola di Pierino che grida Al lupo! Al Lupo! per scherzo e che poi non gli crede nessuno e mi ricorda sempre The Australian Rule: Se sei Infortunato Non giochi, Se giochi non sei infortunato.Insomma, se sto male davvero io chiamo la Mommy a farmi le coccole e I massaggini allo stomaco perche’ mio padre, non so, per essere un medico sembra quasi che gli stia sulle palle uno che sta male… Con me dice sempre di smetterla di fare delle storie…E’ vero che spesso ce ne ho sempre una: l’altro giorno per esempio avevo il rospo in bocca perche’ ieri mi han messo a posto l’apparecchio dentale, poi ho sentito una contrattura al muscolo della coscia e non volevo dirglielo, a mio padre perche’ appunto sapevo che poi s’incazzava, e poi lui mi ha messo una crema riscaldante ed era troppo calda e mi faceva reazione e alla fine non mi ricordavo piu’ della contrattura ma mi dava fastidio il bruciore, non riuscivo a non pensarci, e avevo anche prurito, e poi mi ero dimenticato anche dei rospi e della contrattura e del bruciore ma avevo male al tallone…
Mio padre dice che e’ tutto mentale, e’ solo segno che non ne ho voglia, che faccio resistenza a fare una cosa che so che dovrei e devo fare e so anche che una volta cominciata saro’ contento di averla fatta, ma che li’ al momento…Anche perche’ lui la chiama ‘Rifiuto a tuffarmi nel mare di fuoco e fiamme dell’allenamento’, e messa giu’ cosi’ datemi pure dello stupido..In effetti a volte mi alleno e gioco che tutto mi viene facile: quell giorno, sara’ che riprendevo a pieno ritmo dopo tre giorni di antibiotico, proprio non ce la facevo a fare gli sprints…Mio padre si segnava I tempi sui 6 metri, sul Reaction Time e sui 10 metri e io non volevo perche’ sapevo che non sarebbero stati buoni e lui mi spiegava che li avrebbe presi tutti I giorni da li’ a Domenica ma era lo stesso, io se non faccio un tempo che mi piace non lo voglio…Mio padre dice che gli sembro quel contadino che essendo in ritardo rompe l’orologio…Insomma, l’avete capito anche voi, mio padre e’ un grandissimo spaccamaroni perche’ sembra che sappia esattamente il perche’ e il percome io faccia certe cose, mi sa che fosse anche lui come me anche se lui dice di no…Lui dice che ho preso tutti I difetti dalla mamma e nessuno dei suoi pregi…No, scherzo: lui dice che ho preso tutti i difetti suoi e della mamma e nessuno dei loro pregi ma in compenso ho dieci volte il loro talento ma che col talento da solo non vado da nessuna parte, finiro’ frustrato in banca come quel compagno di scuola di Venditti…Ooops, mio padre mi sta dicendo che anche Atti e Commentucci lavorano in Banca, ma vabbe’, mica tutti sono frustrati, dipende da quello che uno voleva diventare …Ok, mio padre mi dice che e’ meglio cambiare discorso: dove eravamo rimasti? Si, insomma, son tornato a Lagos e ci siamo allenati sul piano fisico e poi soprattutto ho fatto tanti cesti con la mano sinistra e tanti,tantissimi servizi…E l’altra sera con un ragazzino nigeriano di 19 anni ho giocato davvero bene e ho servito da dio, solo due doppi falli in due sets e tanttissime prime e seconde giocate senza paura, e soprattutto son riuscito a rimanere calmo, anche perche’ c’era il Daddy li’ che mi parlava e mi diceva bravo, che era cosi’ che it was meant to be, che era cosi’ che doveva essere…In effetti sono tre quattro mesi che non tiro la racchetta in campo ma stare calmi non e’ questione di lanciare o meno la racchetta, al limite uno la potrebbe anche spaccare e rimanere calmissimo, quella e’ solo una questione d’immagine, invece mantenere il controllo e’ un’altra cosa, e’ mantenere il focus sull’obiettivo, e’ la capacita’ di ‘move on’, di pensare al prossimo punto che come ci dice sempre il mio omonimo, Nick-Nick Bollettieri,quello piu’ importante ma ancora per poco … Insomma, sembrava che fra alti e bassi fossimo riusciti a rimetterci in carreggiata – mio padre dice sempre che io sono come una corsa su un rollercoaster…e avreste dovuto vederlo quando coi Quinzi siamo andati sugli ottovolanti di Busch Garden!- invece neanche farlo apposta mi sono ammalato e sono stato da cane per 2 giorni con I miei che mi hanno immerso nel ghiaccio perche’ la febbre non scendeva e avevo mal di stomaco e non potevo prendere troppi antifebbrili e poi ho dovuto fare un sacco di tests anche perche’ erano saltati fuori livelli altissimi di una proteina che sembra legata al mio growth spurt, al fatto che sto crescendo(ma mai abbastanza), ma mio padre voleva essere sicuro e mi ha fatto bucare e scannare (nel senso di ecoscan, l’ecografo) da tutte le parti… Cosi’ in questi ultimi quattro giorni che mi rimanevano ho dovuto recuperare un po’ e fare doppia fatica perche’ l’idea e’ di far cambiare opinione a un bel po’ di gente all’Academy, a quelli che si aspettavano grandi cose e che son rimasti delusi dai risultati e dall’attitude e per ar cio’ avevo bisogno di una bella full immersion di quelle che facevamo noi… Proprio ieri infatti ho fatto uno dei miei migliori allenamenti di sempre con mio padre che, mentre dopo una intensissima seduta atletica palleggiavo con Paul, il mio hitting partner preferito qui in Nigeria, mi scattava delle foto e mi riprendeva con la videocamera e tutto sembrava filare via liscio e a volte mi chiedo perche’ non possa essere sempre cosi’ facile…Prima che you feel sorry for me, che vi sentiate spiacenti, voglio dirvi che ho avuto tutto il tempo anche per andare al mare e giocare un po’ a golf e se avessi volute anche chiamare I miei vecchi amici…Non l’ho fatto, non so…Mia madre si e’ anche incazzata perche’ andando dal dentist ho incontrato una mia vecchia compagna di classe e le ho detto a malapena ciao…Mio padre, che sa tutto lui, dice che e’ timidezza, che faceva cosi’ anche lui ma che sbagliava e non lo sa da adesso, lo sapeva anche prima che sbagliava…E il fatto che e’ proprio cosi’, io lo so che sbaglio a fare tutte queste cose ma a volte non riesco ad impedirmi di farle…Una volta, quando ero piccolo, pensavo che fosse il Maialino Nero che avevo nella testa a farmi agire cosi’, adesso che sto diventando adulto mi rendo conto che certe cose e’ meglio non dirle piu’ perche’ se no non ti accettano nel mondo degli adulti … Ma in effetti io continuo a chiedermi se David quando fu mandato a combattere contro il gigante Goliath nella Valle di Elah avesse mai avuto paura…
E se pensate che tutto sommato se non sfondo col tennis non e’ importante perche’ a 13 anni non ancora compiuti sembro straordinariamente maturo vorrei togliervi anche questa illusione: questa lettera non l’ho scritta io, ma sempre quel grandissimo spaccamaroni di mio padre.
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