Nato il 15 aprile 1999, la storia della stella candese inizia in Medio Oriente, più precisamente a Tel Aviv, Israele. Il piccolo Denis Shapovalov di certo non ricorderà molto della bella città costiera, visto che i genitori si trasferiscono in Canada quando il piccolo non ha ancora compiuto un anno. Entrambi russi di nascita, papà Viktor è ortodosso, mamma Tessa invece è ebrea ed è stata una tennista professionista prima di dedicarsi all’insegnamento di questo sport. Denis inizia a giocare a 5 anni nel circolo dove la madre insegna, ma poco tempo dopo Tessa decide di aprire il suo tennis club -TessaTennis- così che Denis possa avere un circolo fisso dove allenarsi quanto vuole.
Il tennis però non è sempre stato il grande amore del piccolo mancino con sangue russo, visto che il suo sogno d’infanzia era quello di giocare a hockey su ghiaccio, sport ritenuto però troppo pericoloso dalla famiglia. Probabilmente se avesse avuto genitori più permissivi oggi staremmo parlando di un fuoriclasse del ghiaccio invece che della racchetta. La crescita di Denis prosegue sotto gli occhi vigili della madre-allenatrice e del suo coach Adrian Fuorivia, che lo ha seguito durante tutta la crescita. Bisogna aspettare i 14 anni per vedere Shapovalov alzare un trofeo a livello internazionale -ovviamente junior- quando si impone nel primo G5 a Burlington, successo che replica nei mesi successivi. Nel 2015 il canadese si mette in mostra su palcoscenici più importanti con il terzo turno agli US Open jr in singolare e il successo in doppio in coppia con Felix Auger-Aliassime. Inevitabile costruire un parallelo con l’appena citato connazionale, un’altra grande promessa del tennis che in coppia con Shapovalov sta distruggendo diversi record di precocità. Il rapporto tra i due non pare avere competizione in senso negativo, o almeno questo è ciò che emerge dalle parole spese dai due nelle interviste. Sempre nel 2015 i due giocano insieme e vincono la Davis Cup junior, affermazione incoraggiante per il movimento canadese che negli ultimi anni ha visto una grande climax grazie a Raonic e in secondo piano a Pospisil. Nel 2016 il fiore di Shapovalov sboccia anche in singolare, con la semifinale al Roland Garros e soprattutto il trionfo sull’erba di Wimbledon. Mentre tra i big Milos Raonic raggiunge la sua prima finale Slam sul verde londinese, il Canada può infatti gioire anche per il grande successo del piccolo Denis, che in finale rimonta un set di svantaggio all’australiano Alex De Minaur.
Il giovane canadese ha espresso più volte il suo grande apprezzamento per Federer, un eroe e un idolo per Shapovalov, il cui gioco ricorda molto quello dell’elvetico ma riflesso allo specchio, visto che Denis è mancino. Il campione svizzero non è però l’unico idolo del nativo di Tel Aviv, che ha speso belle parole di grande ammirazione per il suo connazionale Raonic -anche questo “d’importazione “- che ha posto il Canada sotto i riflettori del tennis mondiale.
“Lui è la mia ispirazione. Prima di lui non vi erano molti giocatori canadesi che raggiungessero risultati simili ai suoi. Sicuramente questo mi dà speranza. Spero di essere come lui un giorno, spero di poter giocare una finale a Wimbledon, come Milos” ha dichiarato Shapovalov in un’intervista dopo la prima, e ad ora unica, finale slam di Raonic.
Il 2016 è anche l’anno del primo successo a livello ITF e della prima semifinale in un Challenger, raggiunta dopo aver superato il primo top100 in carriera, Krajicek. Nella seconda metà dell’anno, grazie anche agli ottimi risultati a livello junior, Shapovalov ottiene due importanti wild cards per i main draw di Washington e della Rogers Cup, i suoi primi tornei ATP. Se a Washington ben figura, perdendo in tre set dallo slovacco Lacko, è nel torneo di casa e davanti al proprio pubblico che Denis ottiene la prima vera vittoria di rilievo. Sul centrale infatti Shapovalov supera in tre set l’aussie Nick Kyrgios, 350 posizioni avanti a lui in classifica. La corsa del canadese si interrompe al turno successivo, troppo solido Grigor Dimitrov, altro giocatore con uno stile di gioco vicino a quello di Federer.
È normale dunque aspettarsi un salto di qualità nel 2017 dal giovane Denis, che inizia però la stagione nel modo più controverso possibile. Infatti, invece di mettersi in luce per i risultati sul campo, conquista le testate giornalistiche per il ruolo da protagonista ottenuto durante la vicenda accaduta in Davis Cup contro il Regno Unito. Sotto di due set nel punteggio contro Evans, dopo un doppio fallo che manda il britannico avanti di un break anche nel terzo set, Shapovalov sfoga tutta la propria rabbia e frustrazione su una pallina, scagliandola violentemente in direzione del giudice di sedia. Purtroppo alla brutta azione si aggiunge una dose di sfortuna, visto che la pallina colpisce in pieno l’occhio di Arnaud Gabas, il malcapitato giudice. Inevitabile la squalifica immediata per un chiaramente mortificato e sotto shock Shapovalov, alla quale seguirà anche una multa di 7 mila dollari. Oltre al danno fisico a Gabas, a subirne le conseguenze sono anche la figura del canadese -non il miglior biglietto da visita per un 17enne che sta approdando al circuito maggiore- e la coscienza stessa di Shapovalov. In casi come questo è fondamentale cercare di imparare la lezione e archiviare il più velocemente possibile l’accaduto, cosa che sembra essere riuscita piuttosto bene a Denis, che nel 2017 trova la prima affermazione a livello Challenger e il primo main draw in uno slam a Parigi.
In estate supera anche il numero 47 del mondo e beniamino di casa Kyle Edmund nell’ATP 500 di Londra. Come nel 2016 però, le più grandi soddisfazioni Shapovalov se le toglie nel torneo di Montreal, la Rogers Cup. Confermando il grande feeling con l’evento di casa, Denis mette a punto una striscia di quattro vittorie consecutive, tra le quali quelle su giocatori come Juan Martin del Potro e Rafael Nadal. La semifinale raggiunta dal canadese ha stabilito un nuovo record di precocità di un giocatore nelle semifinali di un Master 1000 ed è anche il giocatore con la classifica più bassa ad essere tra i primi 4 in un torneo di questo calibro dal 2003, quando Andrei Pavel raggiunse le semifinali a Parigi da numero 191 al mondo. Nonostante i grandi risultati in Canada, Shapovalov non può beneficiare di una wild card per il main draw degli Us Open.
Costretto a partire dalle qualificazioni, in questi giorni Denis ha superato più o meno agilmente i tre turni – vittorie su Kudla, Elias e Satral- e si è guadagnato un posto tra i migliori 128. Ora per lui un primo turno decisamente probante contro un altro giocatore in crescita come il russo Medvedev. Una eventuale vittoria metterebbe poi probabilmente Shapovalov di fronte a Tsonga in una sfida tutta da seguire.
La carriera di Shapovalov è stata segnata da grandi e rapide crescite, che lo hanno visto emergere a livelli più alti in pochissimo tempo, prima a livello junior e poi tra i grandi. Proprio per questo è difficile prevedere dove potrà essere il canadese a fine anno in classifica, così come è difficile capire quanto tempo servirà per vederlo competere contro i primi del mondo in modo costante. L’unica cosa certa è che Shapovalov ha solo 18 anni e un tennis di grande potenza, armi a suo favore per diventare un top player nei prossimi anni e per rendere il Canada una delle grandi potenze del tennis maschile internazionale.