Boicottaggio alla rumena…


(Ruxandra Dragomir)

di Sergio Pastena

A leggere le convocazioni di Olanda-Romania ci si poteva rendere conto subito che era successo qualcosa. Se gli olandesi schieravano grosso modo la formazione migliore considerando la crisi di De Bakker (Haase, Schoorel, Sijsling e Rojer), dall’altro lato i rumeni avevano convocato Luncanu (numero 437 Atp), Daescu (685), Bragusi (940) e Mergea (1507). Assenti i Top 100 Hanescu e Ungur, il Top 10 di doppio Horia Tecau e due tennisti competitivi come Crivoi e Copil: troppo per essere frutto di semplici defezione.

In effetti si tratta di boicottaggio, una vendetta servita fredda sei mesi dopo l’esonero del tecnico Andrei Pavel poco dopo la netta sconfitta contro la Repubblica Ceca negli spareggi del World Group.
I cinque ammutinati, in aperta polemica con la Federazione, hanno scritto una lettera ufficiale che, tradotta dal rumeno, suona così: “Nell’ottobre del 2001 il nostro collega, amico e spesso consulente – Andrei Pavel – è stato licenziato dalla sua posizione di capitano della squadra di Coppa Davis della Romania. Non vogliamo discutere qui le cause oscure che hanno portato a questa decisione (che è sembrata di carattere personale e dettata da orgoglio), ma il fatto che i giocatori non siano stati informati, mostrando una totale mancanza di comunicazione da parte della Federazione Rumena”.

La storia è complessa: Ruxandra Dragomir, ex tennista professionista e presidentessa della Federazione dal 2008, negli anni passati ha avuto numerosi screzi con i “mostri sacri” del tennis rumeno Ion Tiriac e Ilie Nastase. In particolare con Nastase, suo predecessore alla guida della Federazione, si è arrivati allo scontro con la Dragomir che l’ha accusato apertamente di essere stato un protetto di Elena Ceausescu, moglie dell’ex dittatore rumeno Nicolae. In tutto questo Andrei Pavel, che puntava a riavvicinare i big del tennis rumeno, ne ha fatto le spese: un esonero che fin da subito non era sembrato puramente giustificabile con motivi di tipo tecnico. La sconfitta in casa coi cechi, infatti, era stata netta ma la differenza tra le due squadre era d’altronde troppa perché potesse essere altrimenti.
Ora, con questo boicottaggio, i giocatori hanno preso pubblicamente posizione: cinque rifiuti che varranno sicuramente un altro anno di permanenza nel Group I alla Romania. Per la bella presidentessa rumena si prospettano tempi difficili.

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