da Parigi, Marco Mazzoni
Il fascino di un torneo del Grande Slam non è solo quello di assistere nelle giornate conclusive a grandi sfide tra grandissimi campioni, ma anche quello di vivere intensamente le prime giornate, correndo da un campo all’altro a scoprire dal vivo le giovani racchette, di cui si è solo sentito parlare oppre visto qualche colpo in tv.
Proprio a questa frenetica ma affascinante attività ho dedicato l’intero mio day 1 al Roland Garros, visto che la occasione era ghiotta con diversi giovani in campo.
Il primo incontro è stato quello tra il russo Donskoy e il tedesco Struff, impegnati sul campo 5. Ho visto i primi due set, ricchi di giocate divertenti e capovolgimenti, anche per colpa di troppe °scorie di tennis junior° come avrebbe detto il grande Roberto Lombardi. Struff non lo conoscevo per niente, solo letto di lui. Mi ha sorpreso per il bel fisico, statuario, su di una faccia molto acerba. I suoi colpi sono molto potenti, soprattutto il dritto giocato con leggero spin di controllo. Il movimento è troppo ampio forse, tanto che il russo lo ha portato spesso all’errore con palle anticipate. Il servizio di Struff è spettacolare, veloce eè molto difficile da leggere, con un movimento che mi ricorda molto quello di Ljubicic, quasi identico, con grande uso della schiena e del ribaltamento delle spalle per sparare palle oltre i 200 kmh, con continuità. I difetti sono un rovescio non cosi preciso (tanto che leggere sulla sua bio del sito Atp che lo considera il suo colpo migliore mi ha fatto sobbalzare!) ed una mobilità non eccelsa. Per la stazza non è nemmeno lento, ma ci mette troppo ad entrare in moto, perdendo quelle frazioni di secondo che fanno tutta la differenza del mondo. Non mi stupisce che predilige la terra, con i gesti ampi e una reattivita non straordinaria sul rosso ha più tempo per colpire. I margini di crescita sono buoni, ma non mi e parso un °crack°. Più futuribile (e infatti molto piu avanti in classifica) il russo Donskoy, che al contrario del tedescone potrebbe invece pagare il suo fisico minuto. Leggero e molto coordinato, in campo è una scheggia, legge molto bene lo scambio e il suo anticipo sulla palla è notevole. Visto da un metro di distanza, mi ha impressionato la velocita di braccio, che combinata all’anticipo gli regala interessanti accelerazioni. Il dritto mi ha ricordato vagamente Kafelnikov per come apre, senza raggiungere pero la velocita e precisione dell ex n1. Il suo punto di forza è la reattivita, come entra bene in campo in progressione e anticipa. Pero il suo tennis nel complesso resta forse troppo leggero per potersela giocare contro i big, e in difesa seppur rapido di gambe contiene con palle troppo docili. Credo possa ambire ad una buona carriera a ridosso dei top 30, difficile vederlo piu in alto.
La vera scoperta del giorno è stata l’australiano Nick Kyrgios, sul 17. Una nutrita e colorata tifoseria aussie l’ha spinto fino ad clamoroso successo contro Stepanek, e il buon Radek non ha giocato affatto male (ho visto solo il terzo set ma mi hanno confermato che il match ha avuto un andamento in linea). 18 anni appena compiuti, l’australiano mi ha abbastanza impressionato, per potenza, per colpi e per come sta in campo. Fisico statuario, serve molto bene, con un movimento molto °aussie°, corto in totale accelerazione e con lancio di palla basso. La palla fila via veloce, molto tagliata, cambia continuamente angoli e il ribattitore (anche uno forte come Stepanek) ci capisce ben poco. Il dritto è una frustata interessante, che gli esce molto rapida dalle corde, soprattutto in lungolinea fa malissimo. Nella preparazione usa molto la °ovalizzazione°, ricordandomi un pò quello dell argentino Perez Roldan. Il rovescio bimane è discreto, meglio quando attacca di quando difende, perche nelle difese difficili tende a perdere il controllo esagerendo nella spinta, non male invece quando stacca la mano col back, con cui ha attaccato diverse volte la rete trovando lunghezza e precisione. Mi è piuciuto molto come sta in campo, anche sotto la pressione e i colpi vari del ceco è sempre rimasto lucido e propositivo, pare un fighter di attacco, che cerca di chiudere il punto dopo 2 o 3 colpi. Molto interessante insomma, da rivedere assolutamente al seccondo turno per altre impressioni piu precise.
Infine ho seguito la sfida tra Harrisson ed il russo Kuznetzov (Andrey, non l’americano Alex). Harrison mi ha dato le stesse sensazioni avute dal vederlo in tv, è un vero colpitore, molto esplosivo e quando impatta col tempo giusto la palla gli esce dalle corde retta e molto veloce. Anche col servizio spara palle molto pesanti oltre i 200 kmh, però… sa fare solo quello. Appena viene coinvolto in uno scambio piu complicato in cui non comanda lui o deve affrontare palle complesse perché cariche di spin o molto basse e tagliate, o che gli rimbalzano nei pressi della riga, va in estrema confusione. Questo perché ha una sola meccanica esecutiva, quella per sparare a tutta. Non è per niente flessibile, nemmeno pare rapido di pensiero per aggiustare il suo corpo massiccio alle variazioni dei rivali. Quando comanda lui e se è in buona giornata puo essere pericoloso, ma un rivale un scaltro e attento al gioco puo facilmente meterlo in difficoltà.
Kuznetzov invece è assai piu completo ed elasitico dal punto di vista tecnico, ma ieri pareva a tratti poco reattivo, tanto da apparire quasi passivo. La sua mano è molto sensibile, sa toccare la palla bene e quando stacca la mano col rovescio gli esce un back molto interesante. La apertura dei colpi è fluida, come il gioco di gambe che asseconda l’attacco alla palla. Accelera con facilita da entrambi i lati, sembra quasi non fare sforzo perche é tutto molto progressivo, usa a pieno la catena cinetica del movimento, di tutti i movimenti, dando peso alla palla con timing, fluidita e forza muscolare. In campo non sembra avere un atteggiamento molto aggressivo (almeno ieri), ma appena Harrison ha cessato la sua sfuriata iniziale ha preso possesso del campo disegnando traiettoire molto interessanti a media velocita per far muovere l’avversario dalla piazzola preferita di tiro, segno quindi di lucidita. Sa anche variare bene rotazioni e tempo del gioco cambiando ritmo. Sembra un giocatore capace di mandare fuori ritmo i picchiatori, ma serve una intensita molto superiore per giocarsela con i big, e per crescere.
Tempo permettendo, oggi in campo Vesely e altri, stay tuned.
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