(Thomas Muster – Foto Nizegorodcew)
di Alessandro Nizegorodcew (inviato a Todi)
Sono le 13.00 del 13 settembre 2011, Thomas Muster è pranzo con Cancellotti, direttore del Challenger di Todi. Il suo esordio è previsto a metà pomeriggio. Il suo avversario non è certo dei più semplici: l’argentino Leonardo Mayer ha appena disputato un bel torneo a Genova e sta cercando di scalare il ranking dopo una serie di infortuni. L’esito del match sembra scontato, anche perché l’austriaco non ha ancora vinto un match dal suo discusso (e discutibile) rientro. Il pre-partita di Muster è molto tranquillo: una partita a carte con il suo coach (o forse sarebbe meglio dire accompagnatore… che cosa dovrà mai imparare tatticamente l’ex numero 1 del mondo?!), classico riscaldamento e pronti a scendere in campo. Anche l’argentino sembra troppo tranquillo (a posteriori potremmo dire troppo tranquillo) e scherza con il suo amico e connazionale Junqueira.
Il match inizia e Mayer va subito sopra di un break. Non sembra esserci partita, come tutti si aspettavano. Mayer comanda con il diritto e spinge sul rovescio di Muster che perde campo colpo dopo colpo. Thomas però non molla e, non potendo contare su una maggiore tecnica né tantomeno potenza, sopperisce alle proprie mancanze con una personalità schiacciante.
Mayer vince il primo set 6-4, ma Muster è lì che lotta come un leone, ha voglia di vincere, di tornare ad assaporare la vittoria. Quale migliore occasione di sfidare un top-100 per tornare a gioire e alzare le braccia al cielo?
Thomas lotta come un forsennato e porta a casa il secondo set 7-5 e Mayer comincia a sbraitare. Tutto si sarebbe aspettato tranne un Muster così competitivo. Thomas è tirato a lucido e si muove egregiamente (per essere un over 40 almeno). Il problema (come del resto per tutta la sua carriera) è il rovescio, corto e decisamente carente in fatto di potenza.
Ma oggi è la sua giornata. Così come non lo è di Mayer. Muster vola 3-0 sopra di un break, mantendendolo sino al 5-2 in proprio favore. Mayer va al servizio e si ritrova 30-40. Primo match point: annullato da un buon servizio dell’argentino. Secondo match point: Mayer comanda col diritto e attacca sul diritto di Muster… L’austriaco arriva in corsa, 2 metri fuori dal campo, la pallina sta per toccare terra, ma riesce a colpirla. La traiettoria è di un diritto lungolinea imprendibile che lascia immobile ed esterrefatto Mayer. Muster ha vinto. Anzi, per meglio dire, è tornato a vincere. Il pubblico di Todi è in visibilio e Thomas si lascia andare ad alcuni “Su”, “Forza”, “Dai” in perfetto stile italiano che esalta ancor di più gli appassionati assiepati sulle tribunette del centrale della città umbra. C’è chi si emoziona, chi non smette di applaudire, c’è chi lo guarda con ammirazione. Probabilmente non è più un giocatore ma… è sempre Thomas Muster..
E per chi come me ha visto il primo match della sua vita al Foro Italico tra Muster e Ulihrach parecchi anni fa, oggi è stata un’emozione unica e indescrivibile. Un match che in molti dimenticheranno domani, ma non Muster… e nemmneo Noi..
Sono le 19.30 del 13 settembre 2011. Muster è seduto in un tavolo all’ombra nei pressi del bar del Circolo di Todi. E’ solo, la borsa da tennis come unica compagna. Guarda nel vuoto e si lascia andare ad un timido sorriso. Le sensazioni della vittoria sono sempre le stesse, che tu sia numero uno del mondo e stia sollevando il trofeo del Roland Garros o che tu sia a Todi, in un cahellnger, a 40 anni suonati.
Leggi anche:
- None Found