di Alessandro Nizegorodcew
Non è stata una domenica come le altre al Grand Slam di Roma. Il Pia Lazio 1, nella persona del coordinatore Alberto Antonucci, e il maestro Enzo Centola, hanno infatti ospitato una interessantissima tennis clinic dedicata al Metodo Spagnolo, durante l’arco di tutta la giornata. Lo stage è stato guidato da Fabrizio Caldarone (presidente Tennis Consulting) e Gianluca Carbone (Maestro Nazionale e grande studioso di tennis iberico), che hanno avvicinato al metodo spagnolo agonisti, amatori e appassionati di tutte le età.
“E’ la prima volta che il metodo spagnolo viene portato nel Lazio” – ci ha raccontato il maestro Enzo Centola – “e siamo molto contenti di come è andata. Fabrizio Caldarone e Gianluca Carbone sono persone molte preparate e la clinic è stata dunque di ottimo livello.”
“Intanto ci tengo a dire che l’accoglienza dei maestri romani è stata fantastica” – ha dichiarato Fabrizio Caldarone – “La clinic è andato molto bene. Abbiamo lavorato su tutti i punti cardine del metodo spagnolo, dagli appoggi alla tattica, sino alla mentalità.”
Proprio sulla mentalità iberica, Gianluca Carbone ci ha raccontato quando e come è iniziata la sua avventura sul metodo spagnolo: “La mia curiosità verso questo tipo di insegnamento è nata alcuni anni fa, analizzando i numeri del tennis iberico. Negli ultimi 10 anni la Spagna ha portato i suoi giocatori a vincere 130 tornei Atp con 90 finali, oltre a 4 Coppe Davis. Inoltre 3 tennisti iberici sono arrivati al numero uno del mondo; stiamo parlando di Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero e ovviamente Rafael Nadal. Non poteva essere un caso. Ho deciso quindi di studiare nel dettaglio la loro scuola, visitando insieme a Fabrizio le migliore accademia, come quelle di Ferrero, dei Sanchez o di Luis Bruguera, vero e proprio fondatore di questo metodo.”
Carbone, nel corso degli anni, ha approfondito il metodo spagnolo, invitando anche Luis Bruguera a Treviso nel 2010. “Un corso veramente interessante” – ha proseguito Gianluca – “durato tre giorni e durante il quale Luis ha parlato di tecnica, tattica, didattica in generale e mentalità spagnola. Erano presenti anche neurologi (per l’apprendimento motorio), psicologi e ortopedici (per la prevenzione). Tornando però alla questione originaria: la mentalità: In una recente intervista, Sergi Bruguera, alla domanda sul perché nessun francese avesse vinto negli ultimi anni Parigi, ha risposto senza batter ciglio: E’ solo questione di mentalità. Bisogna essere umili, sempre.”
Il corso si è svolto durante tutto l’arco di una giornata. Si è partiti con una introduzione, sino ovviamente al lavoro in campo su tecnica e tattica, comprensiva di un grande lavoro sugli appoggi. La seconda parte, invece, più teorica, si è basata sul rapporto con i genitori e sulla programmazione: “Il genitore è fondamentale nel metodo spagnolo. E’ parte integrante del progetto, sempre. Per quanto riguarda la programmazione, in Spagna si pensa in maniera diversa. I ragazzi devono sempre confrontarsi con i più forti, senza mai cercare le vittorie facili. Si deve crescere sempre con i piedi per terra Tutto è molto diverso dall’Italia. Non è, in tutti i sensi, un metodo semplice da esportare.”
La prossima clinic si svolgerà la prossima settimana, durante il challenger di Alessandria.
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