di Roberto Commentucci
Ricordo una chiacchierata di qualche anno fa con un dirigente FIT che si occupa del settore femminile. Si discuteva su un quartetto di ragazze, all’epoca non ancora diciottenni, tutte nate nel 1987, che sembravano promettere bene. Si trattava della toscana Verdiana Verardi, dell’emiliana Sara Errani, della altoatesina Karin Knapp e della piemontese Giulia Gabba. A quell’epoca, eravamo a gennaio 2005, il loro ranking WTA era il seguente: la Knapp era 594, la Errani era 521, la Verardi era 815, mentre la Gabba era la più avanti, al n. 469.
Parlavamo delle diverse caratteristiche delle ragazze. Il mio interlocutore magnificava il rovescio a una mano della Verardi, io ribattevo che mi convincevano il fisico e il dritto della Knapp; lui apprezzava la grinta e la rapidità della Errani, io elogiavo la tecnica fluida e i colpi puliti di Giulia Gabba. Ma eravamo entrambi convinti che tutte e quattro avrebbero potuto avere un futuro nel tennis professionistico.
A distanza di qualche tempo, le storie di queste ragazze si sono venute dipanando, come era logico, in maniera diversa tra loro.
Karin Knapp, un metro e ottanta di esuberanza fisica, è entrata di prepotenza nel tennis che conta, facendo leva sulle sue doti tecniche e fisiche, e sulla potenza dei suoi colpi, davvero inusuale per una giocatrice italiana.
La piccola Sara Errani, che proprio oggi ha ottenuto la vittoria forse più significativa della sua verde carriera, battendo nel secondo turno del torneo di Bali Anabel Medina Garrigues, sua compagna di allenamento, sta anche lei arrivando ai vertici, grazie alla sua determinazione, all’applicazione al lavoro, e al grande coraggio che dimostra in campo.
Giulia Gabba, entrata nelle prime duecento, dopo un promettente avvio di stagione è stata frenata da un brutto infortunio, occorsole durante le qualificazioni del torneo di Wimbledon.
La più indietro, per ora, è la toscana Verardi, giocatrice di impostazione classica, talentuosa, piacevole da vedere e dotata di un tennis vario e divertente. Le potenzialità, a mio avviso, ci sono. Speriamo che anche Verdiana si convinca che possiede, eccome, i mezzi per emergere, emulando le sue coetanee.
Forza ragazze!
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