di Gianfilippo Maiga
Breve storia di Farroukh Dustov, uzbeco di Bolzano
Il campo Centrale del Challenger di Lugano ha oggi ospitato l’incontro fra Starace e Dustov, (Uzbekistan), risoltosi in modo apparentemente agevole per Starace con il punteggio di 64 62.
In realtà, la partita non è stata, almeno inizialmente, una passeggiata per l’azzurro, che perdeva 41 nel primo set: se Starace da un lato non sembrava ben centrato come in altre occasioni, a impressionare favorevolmente era comunque dal canto suo l’uzbeko, anche lui un “pezzo” da 1.90, ma soprattutto dotato di una grande varietà di colpi, con ottime accelerazioni di dritto e forse ancor più di rovescio, eccellente servizio e grande rapidità nel guadagnare campo e chiudere lo scambio.
Improvvisamente, come spesso accade, il match è “girato”, con Starace meno “corto” e molto più reattivo, fino ad infilare cinque games consecutivi e assicurarsi il primo set.
La richiesta dell’intervento di un fisioterapista da parte di Dustov poteva sembrare a quel punto un diversivo tattico, ma il ragazzo dava in effetti l’impressione da un po’ di muoversi molto meno disinvoltamente, di arrancare quasi nei cambi improvvisi di direzione.
Nessuna magia dalle manipolazioni: corse di Dustov sempre meno fluide (e visibile rallentamento in alcuni colpi) e di nuovo lo Starace ammirato nell’incontro precedente (e in queste ultime settimane) incamminavano rapidamente il match verso una conclusione favorevole all’italiano.
Ero tuttavia incuriosito dalla qualità intravista in un giocatore “solo” 500 atp e in grado non solamente di giocare così bene contro un avversario di livello come Starace, ma di qualificarsi prima battendo il nostro Arnaboldi ( e Copil, in grande forma), ma anche di superare il primo turno a spese dell’ucraino Sergeyev, non forse in striscia particolarmente positiva, ma pur sempre 177 atp.
Mi sono quindi avvicinato a Farrukh per conoscere un po’ meglio la sua storia.
Da poco ventiquattrenne, Dustov ha conosciuto in passato ranking significativamente più alti dell’attuale: la sua miglior classifica risale al 2007, quando si è avvicinato alla centosettantesima posizione mondiale.
Ragazzo quasi prodigio, a diciotto anni (nel 2004) aveva già un eccellente ranking atp: a suo dire erano in pochi ad averlo raggiunto, e tra questi un certo Nadal…
La sua notevole predisposizione gli aveva permesso da junior di beneficiare del sostegno della Federazione Uzbeca; con questi fondi aveva trascorso gli anni tra il 2000 e il 2004 negli Stati Uniti, a Miami, in parte presso l’Accademia Bollettieri, (dove però non si è trovato bene) e successivamente presso un circolo locale.
Nel 2004 è stato notato da uno sponsor altoatesino e per questa ragione si è trasferito a Bolzano, dove tuttora si allena con Manuel Gasbarri. A ben guardare, non è forse del tutto vero che in Italia mancano le giuste competenze, se un ragazzo come lui, e non è il solo straniero, sceglie l’Italia come sede dove lavorare e allenarsi…
Purtroppo Dustov ha un tallone d’Achille molto serio nella schiena, che gli ha imposto diversi stop, fra cui l’ultimo di ben otto mesi: in Uzbekistan gli avevano già detto che non avrebbe potuto continuare l’attività professionistica, ma la rabbia di sentirsi potenzialmente capace di raggiungere traguardi importanti e alcuni provvidenziali trattamenti fisioterapici in Austria e Germania lo inducono a non demordere.
È una battaglia difficile da vincere: anche oggi, mi ha detto, si è bloccato per un dolore alla gamba destra figlio, secondo lui dei suoi problemi (discali) alla schiena.
Il caso di Farrukh è edificante, direi da film americano degli anni eroici: il giovane pieno di doti, (sa fare tutto, tennisticamente parlando) che lotta contro mille avversità, (i suoi ripetuti infortuni).
Gli auguro che il finale sia come quello di quei film: lieto.
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