L’operaio Davydenko vince il menomato Master 1000 di Shanghai
di Calogero Campione
Nikolay Davydenko è tornato ad alti livelli.
Non che il tennis mondiale reclamasse a gran voce una sua presenza nell’olimpo del tennis mondiale, dato lo scarso appeal mediatico riscontrato dal moscovita, da sempre ingiustamente snobbato e sottovalutato da addetti ai lavori e tifosi.
Eppure il russo meriterebbe almeno un premio alla carriera, costruita con applicazione e dedizione, sudore e sacrificio.
Nikolay, che essendo stato capace in passato di arrampicarsi fino alla terza poltrona del ranking mondiale ha compiuto un autentico capolavoro, non potendo contare sul talento di madre natura da altri posseduto ma puntualmente dissipato (Safin, Berdych e Gasquet docent): è forse una colpa quella di sfruttare al meglio le proprie risorse o lo è piuttosto quella di non sfruttarle affatto?
Nikolay, spauracchio degli organizzatori che spesso e volentieri lo vedono estromettere dal torneo tennisti magari inferiori ma con una maggiore capacità di catturare l’attenzione dei media e di riempire le tribune;
Nikolay, da anni “vittima” di una sorta di mobbing da parte degli sponsor: oh, ce ne sia stato uno in questi anni che gli abbia proposto uno straccio di contratto…è esteticamente poco appetibile, quello è assodato, ma si tratta pur sempre di uno che il completino te lo indossa almeno fino al venerdì, il classico giocatore che ogni settimana timbra il cartellino.
L’ultima impresa Nikolay l’ha compiuta a Shanghai, anche se questa vittoria va esaminata alla luce di molti fattori: l’assenza di Federer e Murray, tennisti logori e fuori condizione (9 ritiri), livello generale di gioco mediocre se comparato a ciò che un Master 1000 dovrebbe offrire.
Sostanzialmente, un’edizione declassata e di basso profilo che ha incoronato un operaio, bravo a farsi trovare pronto e a sgambettare comunque il numero 4 del mondo in semifinale (Djokovic) e il numero 2 in finale, quel Rafa Nadal lontano parente da quello ammirato in primavera e che è giunto all’atto conclusivo aiutato da un tabellone stile challenger.
Davydenko centra il suo terzo Master 1000 in carriera ed è vicinissimo alla sua quinta qualificazione consecutiva al Masters di fine anno: che dire, con quel che ha, complimenti.
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