A pochi giorni dall’inizio del World Group di Coppa Davis, il Kazakistan si prepara ad ospitare l’Italia nel National Tennis Center di Astana. La squadra di casa, capitanata dall’ex tennista (dalla poca fortuna) Dias Doskarayev, è chiamata a raggiungere per la quarta volta negli ultimi cinque anni i quarti di finale della più importante competizione a squadre mondiale.
Come può una realtà dalla poca tradizione tennistica come il Kazakistan ritrovarsi ai vertici del tennis mondiale da così tanti anni? Dare una risposta, purtroppo, è più semplice di quel che sembra. Interessi. Il merito di questa trovata va data al Presidente Nursultan Äbişulı Nazarbaev, uomo dall’importanza straordinaria, naturalmente nella propria nazione, ma soprattutto in Eurasia, che il primo giugno del 2008 mise a capo della Federazione tennistica Bulat Utemuratov, altro personaggio ricoperto da un alone di mistero, che diede una svolta al movimento nella sua nazione grazie ad una trovata non troppo pulita. Il tennis, una delle passioni di Nazarbaev finì per diventare qualcosa di più con il passere del tempo. Il progetto nazionale, prende una strada decisamente diversa da quella principale quando inizia la famosa “compravendita dei giocatori”. Il Kazakistan, nazione non sicuramente nota al mondo per il tennis, inizia ad attrarre nella propria orbita giocatori (principalmente russi e ucraini) garantendo loro sostegno, maggiore possibilità di allenamento nelle nuove strutture federali e soprattutto una retribuzione economica non indifferente, il tutto all’unico patto di cambiare nazionalità e giocare, logicamente, per un’altra squadra in Coppa Davis. Detto, fatto.
La storia del Kazakistan in Davis inizia nell’aprile 1995. I pardoni di casa ospitano la Repubblica di Oman nel match di primo turno del Group III. Arriva una netta sconfitta, salvata solo dalla vittoria nel terzo e superfluo doppio. Nel 1998 il primo sussulto. Dopo una lunga cavalcata, i Kazaki, guidati da Alexey Kebryuk e Igor Chaldounov ottengono la promozione nel Group II. A questo scalpo, segue un’altra piccola parentesi nel Group III, prima che il Kazakistan si stabilisca definitivamente nella categoria successiva. Bisogna aspettare il 2006 per una nuova “impresa” firmata Kebryuk, che porta per la prima volta nella storia la “piccola” nazione nel Group I. I tempi erano ormai maturi, l’intenso rapporto Federazione Kazaka-Federazione Russa e Ucraina si era intensificato, ed ecco arrivare i primi acquisti. Alla squadra si uniscono il talentuoso Andrey Golubev e Mikhail Kukushkin, entrambi russi. La favola del Kazakistan, ha inizio. Tra il 12 luglio 2009, coincidente con il primo turno del Group I e il 6 marzo 2011, ultimo giorno dei primo turno del World Group, la squadra capitanata da Doskarayev vince la bellezza di 5 incontri, chiudendo con un saldo di 22 vittorie e appena 3 sconfitte, il tutto condito dalla vittoria contro la Svizzera per 5-0 nello spareggio decisivo per agguantare la A, ed appunto dalla straordinaria vittoria ottenuta contro la Repubblica Ceca, che ha sancito la definitiva entrata del Kazakistan nel tennis che conta grazie ai quarti di finale.
Il Kazakistan, che ha raggiunto i quarti di finale anche nelle ultime due edizioni ed ha anche rischiato il colpaccio contro la Svizzera di Federer e Wawrinka nell’aprile dello scorso anno, si prepara ad un altro incontro storico, opposto all’Italia, reduce da una semifinale che mancava da 16 anni e che ora, grazie a Fognini, Seppi e Bolelli si candida tra le squadre più in forma del momento.
Obbligate, se non quasi, le convocazioni di Dias Doskarayev, che ha deciso di schierare Mikhail Kukushkin, Andrey Golubev, Aleksandr Nedovyesov (che ha giocato un solo match in Coppa Davis) e il giovane Dmitry Popko (all’esordio) sul cemento indoor di Astana, sicuramente superficie più favorevole ai padroni di casa che agli azzurri. Il roster kazako, formato quindi da una giusta dose di esperienza e novità, va a caccia dell’ennesimo risultato storico. Golubev, non ha mai perso contro avversari più in basso di lui in classifica, e può vantare, anzi, su questa superficie, vittorie importantissime contro avversari del calibro di Wawrinka, Berdych, Goffin e Melzer. Non vince due partite di fila dal Challenger di Braunschweig disputatosi lo scorso luglio, ma in queste situazioni ha ampiamente dimostrato di potersi esaltare, tutto il pubblico sarà dalla sua parte e non sarà facile per nessuno dei nostri riuscirci a vincere facilmente. L’altra punta di diamante della squadra, è Kukushkin, giocatore cresciuto in maniera incredibile nell’ultimo anno, tanto da disputare un’ultma parte di stagione (proprio su superfici simili a questa) incredibile, raggiungendo inoltre il suo best ranking alla posizione numero 48 e mantenendo tutt’ora questa classifica, visto che ad oggi si ritrova alla posizione numero 58, il tutto dopo aver raggiunto la finale a Sidney a gennaio (partendo dalle qualificazioni). Persosi un po’ per strada dopo quelle 8 vittorie consecutive, è a secco di successi da ben due mesi. Doskarayev, però, si è detto tranquillo a fronte di quella che si preannuncia una sfida di fuoco. Il capitano, nato a Chimkent nel 1984, è stato anche un tennista. Ha giocato per la nazionale Kazaka ottenendo anche qualche vittoria, la prima all’età di 17 anni, che lui stesso ha definito più volte memorabile. Dopo una carriera non proprio da ricordare, nel 2004 ha appeso la racchetta al chiodo per dedicarsi allo sviluppo del tennis nella sua nazione, cosa che suona al quanto strana, visto che ha avuto a che fare con suoi diretti connazionali in pochissime occasioni. E’ comunque riuscito a trovare un feeling particolare con i giocatori che hanno dato la gloria a questa squadra, spronandoli sempre a dare il meglio.