Il Resoconto di Madrid

 

di Cesare Veneziani

La scorsa settimana il circuito si è fermato a Madrid, dove si è disputato il penultimo Master Series della stagione e, a mio parere, uno dei tornei più avvincenti dell’anno. Dal punto di vista umano è stato addirittura straordinario.

Non c’è stata solo la favolosa vittoria finale di Nalbandian, una vera impresa sportiva, ma tante storie importanti.

La prima è una semplice statistica, che forse rende più umani (psichicamente) i sempre più robotici campioni della racchetta: cinque giocatori dei sei che aspirano ad un posto al Master hanno perduto al primo turno. La sconfitta più clamorosa è stata quella di Haas, piegato in due set dall’argentino (terraiolo?) Juan Monaco.

Una bella storia è quella di Ferrero, giunto solo al secondo turno del torneo madrileno e sconfitto da Djokovic per 6-4 al terzo in uno degli incontri più entusiasmanti della settimana. Ma al di là dello score più che accettabile,

Juan Carlos ha dimostrato di avere ancora la testa e i colpi per competere ad alti livelli. Difatti dopo essersi sbarazzato di Moya al primo turno, si trovava sotto per 6-3 1-0 e 15-40 sul suo servizio contro il giovane serbo. Non ha mollato, Ferrero, ha reagito, lottato e rimesso in piedi una partita compromessa, trascinandola fino alla terza ora di gioco e facendo penare quello che a mio avviso sarà il prossimo numero uno del mondo, ed è riuscito a tirare due diritti da fuori schermo televisivo impossibili, per la gioia dei tanti fans e dell’amico Raul…

Notevole il torneo di Lopez. Il bel Feliciano ha liquidato prima Volandri (6-3 6-2), quindi ha vinto con Ferrer un derby molto acceso, fra l’altro era sotto 4-0 al primo e ha finito per vincere 7-6 6-4. Infine ha battuto Koubek, giocatore austriaco scivolato al numero 68 del ranking ma sempre temibile sui campi indoor.

Lopez ha dovuto cedere il passo solo nei quarti contro Federer, sconfitto con un onorevole 7-6 6-4.

Non ho mai amato particolarmente Feliciano. Troppo lento e macchinoso, troppo innamorato di se stesso. Ma devo ammettere che la scelta di farsi allenare da un ex fighter come Albert Costa mi sembra più che mai appropriata per un giocatore dalle sue caratteristiche. Ho notato dei miglioramenti evidenti dal punto di vista mentale, specialmente nel match con Ferrer. Una volta Lopez sotto per quattro a zero si sarebbe arreso dinanzi alla salita, oggi proprio no. L’ho visto urlare “Vamos!” sul 2-5 del primo, un ottimo segnale…

Il torneo madrileno ha ritrovato anche Mario Ancic, da poco rientrato nel circuito e capace di arrivare sino ai quarti di finale, eliminato anche lui da Djokovic. Non ha retto il ritmo del serbo Marione, ma durante il torneo ha dimostrato di saper giocare un tennis bello e tatticamente importante. Oltre a battere Giquel, Ancic ha ridicolizzato sia Blake che Mathieu, due giocatori forti e a loro agio sui campi veloci.

Poi c’è Nalbandian. Vittoria da libro cuore la sua. Partito senza nemmeno essere testa di serie, ha superato una serie di giocatori fortissimi, nell’ordine: Clement, Berdych, Nadal, Djokovic e Federer.

La vittoria più bella è stata quella contro il ceco, al secondo turno: sotto 6-4 4-0 prima ha strappato il servizio a Berdych in un game lunghissimo, quindi ha inanellato un parziale di 12punti a 3. E una volta agguantato il secondo set ha tenuto il proprio servizio fino al tie-break del terzo dove si è imposto con un perentorio 7-2.

La differenza fra i due? Testa e cuore.

La riprova delle grandi doti interiori di Nalbandian si è vista in finale. A parte la reazione dopo il primo set, ceduto per 6-1, l’argentino appena ha messo il naso fuori dalla buca non si è vergognato di tirare fuori gli artigli di fronte a Federer.

Avete mai notato che, Nadal a parte, nessuno esulta mai contro Re Roger? Nalbandian invece l’ha fatto. Roger era impietrito. Sono rimasto incantato dal coraggio di fare pugnetto a quel fenomeno di Federer sull’1-6 2-0…altri sarebbero rimasti soffocati dal proprio sfogo, Nalba no.

Nalba non ci sta a perdere da nessuno e questa vittoria, dopo un anno davvero difficile, lo rilancia nel gotha della racchetta con pieno merito.

In conlusione due immagini per ricordare il torneo: le lacrime di Nalbandian dopo la vittoria sullo svizzero e il salto di Nadal dopo la vittoria sofferta su Andy Murray.

Anche Rafa è tornato, statene certi.

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