di Sergio Pastena
Come volevasi dimostrare. Il torneo femminile degli Us Open si conclude con ben poche novità sotto al sole e ancora meno sorprese. Il bis di Kim Clijsters era ampiamente previsto da tutti gli addetti ai lavori, così come ha stupito ben poche persone l’uscita prima della finale di Caroline Wozniacki, ancora una volta deficitaria quando si tratta di vincere qualcosa di importante. Eppure stavolta sembravano esserci le premesse migliori, visto che la danese aveva giocato fino alla semifinale un gran tennis e il calendario le aveva dato una mano: durante i primi tre turni aveva lasciato per strada la miseria di tre games, faticando pochissimo, e il primo ostacolo serio era stato la Sharapova al quarto. Superata anche la Cibulkova, la Wozniacki si è trovata di fronte la Zvonareva ed è uscita dalla sfida con le ossa rotte. Strano, perché la russa le occasioni importanti di solito le manca (non a caso in finale è risultata assente non giustificata). Non stupisce neanche la sconfitta in semifinale contro la Clijsters di una Venus Williams comunque in ripresa, così come rientra nelle previsioni della vigilia l’eliminazione rapida della Jankovic, che dopo aver sudato le pene dell’inferno per battere prima la Halep e poi la Lucic ha ceduto abbastanza rapidamente a Kaia Kanepi. La prima posizione della classifica resta così nelle mani di Serena Williams, infortunata ma sempre presente sugli spalti di New York con un nuovo look (e, a detta dei paparazzi, un nuovo naso).
Visto che tutto è andato secondo le previsioni, possiamo dedicarci tranquillamente all’argomento che più ci sta a cuore, ovvero il ritorno della Schiavone. Un ritorno, quello sì, inatteso, perchè la leonessa dopo il Roland Garros non ne aveva più azzeccata una. Invece a Flushing Meadows si è rivista la miglior Francesca, capace di sbattere fuori una dietro l’altra, senza grosse difficoltà, avversarie non proprio sprovvedute come Alona Bondarenko e Anastasia Pavlyuchenkova. La corsa della milanese è terminata ai quarti di finale contro Venus, ma anche lì al termine di un match serratissimo che lascia qualche rimpianto, in particolare per il tie break del primo set. Deludente, invece, Flavia Pennetta, fuori al terzo turno contro Shahar Peer. E’ vero, l’israeliana è un osso duro e le sta davanti in classifica, ma ci si attendeva che Flavia arrivasse quanto meno a giocarsela negli ottavi contro la Williams. Il bilancio della stagione sul cemento americano è per lei deficitario, ovviamente sempre in relazione a quello straordinario del 2009. Per le altre italiane sono rimaste le briciole: solo Sara Errani è riuscita ad arrivare al terzo turno, ma stavolta ha potuto ben poco contro Samantha Stosur.
Sempre parlando di outsider, è arrivata la conferma per Kaia Kanepi, che ha perso ai quarti con la Zvonareva, e ha sorpreso decisamente Dominika Cibulkova, slovacca tascabile capace di estromettere dal torneo la Kuznetsova. Tra le sorprese meritano una menzione anche Beatrice Capra, giustiziera di Aravane Rezai prima di schiantarsi contro il treno in corsa della Sharapova e la lussemburghese Mandy Minella, che ha eliminato la Pironkova per poi essere battuta da Venus Williams.
Questa settimana si giocano due tornei, uno in Canada a Quebec City e l’altro in Cina a Guangzhou. Prevedibile il fatto che non ci siano grossi nomi, la tennista meglio piazzata è la Bartoli, testa di serie numero 1 in terra canadese, mentre nel torneo asiatico la favorita è Jarmila Groth. Le big, al termine del tour de force americano, preferiscono riposare e c’è spazio per le seconde linee. Speriamo che in Cina possano togliersi qualche soddisfazione Alberta Brianti, numero 7 del seeding e Maria Elena Camerin, anche se il sorteggio le vedrebbe una contro l’altra già al secondo turno. A proposito della Camerin, nella notte ha vinto la sua partita d’esordio battendo al terzo la wild card locale Jing-Jing Lu, mentre la Brianti dovrà vedersela con Pauline Parmentier.
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