di Sergio Pastena
Se il tennis maschile, dopo le tante sorprese che si sono viste nei tornei sull’erba pre-Wimbledon, ha riproposto semifinali tra i soliti noti con l’eccezione di Federer, quello femminile proprio non sembrava voler seguire un filo logico dopo un Roland Garros pieno di sorprese, la più bella delle quali è toccata proprio a noi con la vittoria della Schiavone.
Anche sull’erba londinese, infatti, è stata una specie di ecatombe. Sono cadute subito le finaliste dell’Open di Francia: la Stosur per mano di una Kanepi che si dimostrerà davvero in forma raggiungendo i quarti di finale e la Schiavone fermata in tre set dalla Dushevina. Il plotone delle favorite, però, da quel momento ha viaggiato in maniera compatta fino agli ottavi, dove la Wozniacki è stata umiliata dalla Kvitova. E’ ai quarti, però, che sono arrivate le sorprese più grandi, con la Clijsters (ancora giustiziera della Henin) fatta fuori dalla Zvonareva e, soprattutto, con la Pironkova, bulgara brava, giovane ma tutt’altro che affermata, protagonista del colpo del torneo ai danni di Venus Williams. Una vittoria, per così dire, “alla Wozniacki”, con una tattica difensiva tenace che è bastata contro un’avversaria molto fallosa e decisamente in giornata storta.
Così le semifinali vedevano Zvonareva-Pironkova da un lato e Serena Williams-Kvitova dall’altro: due su quattro non erano teste di serie e una, la Zvonareva, certo non era quotatissima per un posto in semifinale. Proprio la Williams ha riportato l’ordine, soffrendo solo nel primo set contro la sorpresa ceca e regolando agevolmente in finale la russa (che aveva eliminato la Pironkova in tre set dopo aver perso il primo). Troppa grazia, permetteteci di dirlo: se qualcuno ha cercato di sminuire la vittoria della Schiavone, capace di eliminare fior di teste di serie, cosa si dovrebbe dire della Williams che non ne ha incontrata una tra le prime otto? Indubbiamente un ottimo tabellone, per demerito delle principali avversarie, anche se va detto che la Williams vista sui prati inglesi probabilmente avrebbe vinto lo stesso: attualmente pare l’unica ad essere una spanna sopra le avversarie anche se (Stosur docet) è tutt’altro che imbattibile.
Per ciò che riguarda le tenniste italiane, ci sono state tre eliminazioni al primo turno: quelle di Camerin e Garbin contro Clijsters e Wozniacki erano preventivabili, decisamente meno quella di Francesca Schiavone, specie dopo che aveva vinto il primo set sulla Dushevina. Una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, certo, ma come già detto dopo il Roland Garros è molto difficile criticare la tennista milanese a meno che non aggredisca a racchettate un giudice di linea. E se le eliminazioni al secondo turno della Brianti contro la Radwanska , della Vinci contro la Pavlyuchenkova e di Romina Oprandi contro la Dulgheru potevano starci, visto che giocavano contro tre teste di serie e partivano decisamente sfavorite, un discorso a parte va fatto per le uniche italiane arrivate al terzo turno, Errani e Pennetta. Sara ha lottato con dignità (e sprecando un po’ di occasioni) contro una Radwanska che si è confermata giustiziera delle italiane, mentre Flavia ha francamente deluso: se al terzo turno hai la Zakopalova, al quarto eventualmente la Kanepi e poi una Wozniacki che per poco a Parigi non battevi, l’occasione è di quelle grandi. Fuori subito contro la ceca, nettamente. E’ pur vero che la Zakopalova nel turno precedente aveva sbattuto fuori Aravane Rezai, ma la nostra rappresentante non è praticamente mai stata in partita contro di lei.
Speriamo che la Pennetta possa rifarsi al “Collector Swedish Open” di Bastad, dove è testa di serie numero uno in un tabellone non insuperabile dove spiccano, tra le altre, Rezai e Safarova. Al primo turno avrà la wild card locale Brazhnikova, fuori dalle 500 in singolare, e poi eventualmente la vincente tra Sloane Stephens e Alberta Brianti: si può sperare in un derby italiano. Nel draw anche la Camerin, impegnata nel primo turno contro la croata Sprem. Anche a Budapest non ci sarà in tabellone nessuna delle prima dieci della classifica, mentre ci sarà Robertina Vinci, testa di serie numero 6: il sorteggio l’ha messa subito di fronte all’altra italiana presente, Tax Garbin. Si può solo dire: vinca la migliore.
Infine un accenno alla classifica: rientrano nelle prima dieci Vera Zvonareva (al numero 9) e Na Li, mentre scende al 4 una Venus Williams che da un po’ di tempo sembra perdere colpi oltre che posizioni. Ottava posizione per Francesca Schiavone, superata da Kim Clijsters e dodicesima per Flavia Pennetta. La migliore novità per il tennis italiano è rappresentata dalla Oprandi, che scala oltre quaranta posizioni e torna tra le Top 100, al numero 92: il numero 46 raggiunto nel 2006 è ancora lontano, ma quanto meno Romina sembra essersi messa alle spalle i problemi avuti negli ultimi tre anni.
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