di Luca Brancher
Avrà meravigliato, ai più, la convocazione di Marcel Granollers (noto antecedentemente come Marcel Granollers-Pujol, prima di incappare nella richiesta dell’Atp, che ha colpito anche altri tennisti iberici, di tenere solo il primo cognome) per la finale di Davis Cup che si disputerà la prossima settimana a Mar Del Plata, Argentina.
L’esordio del 22enne di Barcelona è stato sicuramente favorito dalle defezioni di Rafael Nadal e Tommy Robredo, ma la sua convocazione segue una logica che vale la pena esporre. Granollers, giocatore dotato di un fisico longilineo e di un tennis che fa leva sull’esplosività del suo dritto e su una insospettata capacità di adattarsi su diverse superfici, sin dallo scorso anno si era ben disimpegnato in doppio, tanto che dalla stessa federazione era stato invitato a giocare più spesso con suoi connazionali – visto che era solito fare coppia col nostro Flavio Cipolla – in vista di possibili inserimenti nella squadra di Coppa Davis.
Assecondato il volere federale in maniera ossequiosa, nel frattempo Granollers ha cominciato a giocare con profitto anche in singolare, tanto che lo scorso aprile è riuscito a centrare il suo primo, e per ora unico, successo Atp, sulla terra verde di Houston. I progressi sono poi stati così evidenti anche indoor: citare la vittoria su Baghdatis a Basilea è forse non così interessante, date le condizioni in cui versa il cipriota, ma lo scalpo di Mathieu e il match pari fatto contro un altro francese, Tsonga, valgono bene l’idea della crescita del tennista catalano.
Così, tra le doti inconfutabili di doppista, dove quest’anno non ha saputo destreggiarsi come avrebbe potuto anche per l’aumento, sia in qualità che in quantità, degli impegni in singolare (nonostante il raggiungimento della quarantesima posizione nel ranking Atp), e la crescita come giocatore di singolare (anche qui, best ranking di numero 51), la sua convocazione non appare poi così come sorprendente. E quasi certamente non sarà nemmeno l’ultima.
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