di Alessandro Nizegorodcew (articolo in partnership con Tennis.it)
Parigi – Finalmente una gioia! Dopo una lunga attesa l’appassionato italiano si è ritrovato a fremere, urlare, imprecare per una partita di tennis; per un match nel quale, finalmente, quelli ad alzare le braccia al cielo siamo stati noi. Un incontro epico, quello di Fabio Fognini, sul campo centrale di Parigi; per giunta contro Gael Monfils, il tennista francese più amato dal pubblico transalpino. Tutti attaccati allo schermo, incrociando le dita, accompagnando quelle straordinarie smorzate dell’ultimo game con un piccolo saltello, quasi impercettibile, sulla sedia di casa o sul letto o addirittura in piedi, presi dalla trans-agonistica di uno dei match più emozionanti (non solo per noi italiani) degli ultimi anni.
Coraggio da vendere. Fognini ha dimostrato che queste possono essere le sue platee. Un grande campo centrale, pieno di gente che tifa contro, una partita quasi persa e poi quasi vinta, che si è protratta fino al giorno successivo per oscurità e ancora ritardata per la pioggia. Fabio è entrato in campo concentrato, consapevole dei propri mezzi, cominciando a sciogliersi sempre di più, sino a lasciar partire dei diritti impressionanti, accompagnati spesso e volentieri da smorzate fulminee, come dimostra l’ultimo gioco dell’incontro. Un Fognini che ha palesato una grande forza mentale (alzi la mano chi avrebbe scommesso per Fabio alla ripresa del match dopo quanto accaduto nella giornata di mercoledì), una predisposizione alla lotta e una innata capacità di giocare bene i punti importanti, non esattamente una prerogativa dei tennisti italiani.
Tu chiamale se vuoi… Emozioni. Sensazioni forti quelle regalate da Fognini nel pomeriggio di giovedì, ai tifosi italiani ma non solo. Un match che ha fatto il giro del mondo sui quotidiani e sui siti sportivi. E la mente degli appassionati ed addetti ai lavori viaggia indietro nel tempo, sino a quel pomeriggio del 2004, quando Potito Starace ammutolì (in maniera però ancora più netta) il pubblico del Roland Garros annichilendo Sebastien Grosjean 7-6 6-3 6-4. Poche le imprese, portate a termine vittoriosamente, che si ricordano dei nostro portacolori sul campo centrale di Parigi; più che altro affiorano alla memoria alcune occasioni mancate di un soffio, come quella dello stesso Poto contro Marat Safin, quando il russo annullò un matchpoint al campano con un passante stretto di diritto di difficoltà 10/10. La più clamorosa però fu la partita tra Davide Sanguinetti e Guga Kuerten (che a Parigi qualcosa di buono ha fatto nella sua carriera…), durante la quale lo spezzino si trovò avanti 2 set a 1 con un break di vantaggio nel quarto, finendo per perdere 6-3 al quinto con grande rammarico. Il miglior risultato degli ultimi 20 anni è stato il quarto di finale raggiunto da Renzo Furlan nel 1995, ma l’azzurro non portò a casa vittorie altisonanti, giocando sul centrale solamente contro Bruguera, quando fu costretto ad alzare bandiera bianca.
Passione Riaccesa. Il tifoso italiano può finalmente gioire per un’impresa, ma senza accontentarsi, perché il Fognini visto in campo contro Monfils è un giocatore dalle grandissime potenzialità. Non lo scopriamo certamente oggi, ma Fabio, se mentalmente riesce a stare attaccato al match, sulla terra può dire la sua contro chiunque. Probabilmente anche sul veloce potrà essere molto competitivo, ma ci vorrà ancora qualche tempo. Una vittoria come questa riaccende la fiamma dell’appassionato, svegliando quel “gigante addormentato” (per dirla alla Galeazzi) che da troppo tempo giace inerme ed inerte, nascosto chissà dove, in attesa di un’impresa promessa e, finalmente, giunta.
Niente litigi, almeno per un giorno. Una partita come questa riconcilia col tennis e permette ai vari addetti ai lavori (da giornalisti a dirigenti federali a maestri privati o semplici appassionati) di vivere un giorno di tregua; un giorno passato a condividere commenti su Fognini, piuttosto che a litigare difendendo la propria visione del tennis moderno, del movimento italiano; per qualche ora le discussioni lasciano il posto ai sorrisi e alle braccia alzate in cielo. Grazie Fabio, ci hai regalato emozioni uniche, oltre ad un giorno di ritrovata empatia tra amanti del tennis, spesso troppo impegnati a far valere le proprie ragioni…
Leggi anche:
- None Found