di Alessandro Nizegorodcew
Esiste l’avversario.. Potrebbe sembrare lapalissiano scriverlo, ma ogni giorno che passa, mi accorgo di quanto questo dettaglio venga dimenticato, messo da parte, scarsamente analizzato. In Italia, e non parlo solo di tenns, abbiamo questa assurda concezione della sconfitta, che non prende mai in considerazione il valore dell’avversario. Italia – Spagna di Euro 2008 è un esempio lampante. La nostra nazionale in quell’occasione non avrà disputato la sua miglior partita della storia, ma davanti aveva una squadra più forte che, proprio grazie alla propria superiorità, ha finito per metterci in difficoltà più di quanto non siamo stati in grado di fare noi.
Ieri Simone Bolelli e Andreas Seppi hanno perso nei loro incontri di terzo turno a Wimbledon. Hanno giocato sul campo numero 1, uno degli stadi più prestigiosi al mondo. Andreas Seppi ha giocato una delle sue migliori partite in carriera, nonostante la sconfitta rimediata da un Marat Safin in versione sopraffina. Il suo stato di forma a Londra mi fa pensare che contro molti altri giocatori presenti ai sedicesimi di finale avrebbe avuto molte possibilità di vittoria. In molti si esaltano per una vittoria, così come si deprimono, spesso a torto, per una sconfitta.. Io mi esalto per una sconfitta..
Ma il giocatore su cui vorrei concentrarmi è Simone Bolelli, la nostra attuale (perché dovrei scrivere futura?) punta di diamante insieme ad Andy. Simone ha perso piuttosto nettamente da tale Lleyton Hewitt, un giocatore che alcuni di voi ricorderanno (frase rigorosamente polemica) vincere Wimbledon, nonché l’anno scorso perdere in 4 da Djokovic, in un match con ben 4 tie-break. Hewitt sull’erba goca benissimo; i suoi colpi d’incontro acquistano grande velocità e diventano determinanti. Serve benissimo in questi giorni e, soprattutto, come nei suoi momenti migliori, risponde a tutto. Bolelli, contro Hewitt, è stato costretto a giocare sempre game combattutissimi sul proprio servizio. E sappiamo quanto un giocatore come Simone non ami lottare troppo nei propri turni.. Hewitt ha giocato una partita sostanzialmente perfetta, con praticamente zero errori gratuiti. L’australiano è sceso in campo concentratissimo e, in alcuni momenti, in alcune esultanze, si è capito quanto temesse il nostro giocatore. Quando ci si trova davanti un giocatore come Hewitt, al 100% della forma, bisogna fermarsi, riflettere, fargli i complimenti; analizzare cosa si sarebbe potuto fare meglio, su cosa lavorare per giocarsela alla pari la volta successiva. Senza dimenticare che Bolelli due giorni prima aveva battuto Gonzalez in una delle migliori partite a Wimbledon di un italiano negli ultimi 20 anni.
Giornalisti, addetti ai lavori, appassionati, tifosi.. non analizzate solo le statistiche negative di Simone in ribattuta, ma riguardatevi come ha servito Hewitt. Non solo le percentuali.. guardate il movimento, molto difficile da leggere; guardate la scelta e la precisione nella seconda di servizio; riguardatevi come Hewitt ha giocato nei pochi momenti in cui si è trovato sotto di un 15 sul proprio servizio.. Hewitt sull’erba è ancora uno dei più forti al mondo, e allora applausi per l’australiano.. e applausi anche per l’ottimo torneo di Simone Bolelli..
In una sconfitta come questa bisogna semplicemente accettare che l’altro è stato più bravo.. non c’è delusione, solo ammirazione per un grande campione come Lleyton Hewitt
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