di Claudio Ceccarelli (Physical therapist, OMT Stud, Tennis Performance Trainer, Dynamic Tape Instructor)
-Il servizio
Il servizio è solitamente descritto come il colpo più importante nel tennis, può dettare gran parte di ciò che accade nel punto successivo.
Dal punto di vista della strategia e tattica, i punti principali sono ritmo, rotazione e posizionamento. I migliori servitori combinano tutte e tre queste componenti. Naturalmente la preparazione fisica di sviluppo di forza, potenza, flessibilità e coordinazione determina la qualità di queste tre componenti. Un buon servizio è diventato di fondamentale importanza nel tennis professionistico moderno. Ci sono due principali tipi di servizio: “foot-up serve” e “foot-back serve”; entrambi sono accettabili e in genere sono scelti in base alle preferenze personali e allo stile. Nella posizione di foot-up serve, i due piedi sono ravvicinati nella stessa posizione. Tuttavia, durante il lancio e backswing, il piede posteriore scorre verso il piede anteriore. Questo permette il trasferimento di peso in avanti, così come la possibilità di aprire più facilmente le anche durante lo swing in avanti. La posizione di foot-back permette una posizione leggermente più equilibrata ed una produzione di forza possibilmente più verso l’alto (verticale).
Il servizio consta di tre fasi:
- Fase di preparazione: Dal primo segno di movimento fino alla massima rotazione esterna della spalla. Che coincide al punto quando la punta della racchetta testa sia rivolta verso il suolo.
- Fase di accelerazione (ABER): Inizia dalla massima rotazione esterna della spalla fino alla fine del contatto con la palla.
- Fase di follow-through: Comincia immediatamente post contatto della sfera
Dall’immagine si può notare una fase iniziale (start), una fase di rilascio (release) dalla fase di avvio (palla e racchetta a riposo) fino a quando la palla viene rilasciata dalla mano, una fase di caricamento (loading) dalla fase di rilascio della palla fino a una posizione del corpo inferiore completamente caricato. Questa posizione coincide con la posizione verticale minima di gomiti e anche la flessione massima del ginocchio, una fase di cocking, dalla fine della fase di caricamento fino a rotazione esterna spalla massima in coincidenza con la punta della racchetta rivolta verso il terreno, una fase di accelerazione, dalla fine della cocking phase fino al contatto con la palla ed infine una fase di decelerazione che va dal contatto della pallina fino alla fine della decelerazione del corpo superiore e inferiore del servizio in flessione adduzione e intrarotazione di spalla.
LA SPALLA DEL TENNISTA
I dati epidemiologici indicano che le lesioni della spalla sono prevalenti in molti giocatori di tennis e molti studi hanno dimostrato la regione spalla essere la zona più comunemente lesionata nel tennista agonista, o almeno tra le prime due aree più comunemente coinvolta per i tennisti. Questo lo si può intuire proprio analizzando il gesto tecnico del servizio e le molteplici sollecitazioni che questa complessa struttura articolare subisce decine e decine di volte durante una partita; le principali fasi coinvolte nelle problematiche di spalla sono la late cocking in phase dove la spalla si trova in posizione 90°- 90° ABER, con braccio in abduzione e completa extarotazione associata ad iperangolazione; ripetute sollecitazioni in questa posizione comportano IMPIEGMENT INTERNO POSTERO-SUPERIORE ossia tra le strutture superiori (glena-labbro acetabolare-capsula-sovraspinoso) e grande tuberosità. Si verifica questo tipo d’impingement perché il gesto ripetuto determina una stiffness della capsula postero-inferiore, il legamento gleno-omerale inferiore (posterior band) si porta verso il basso e in avanti facendo traslare la testa dell’omero in alto e indietro, ciò implica un cambio del contact point cioè l’omero invece che girare al centro della glena girerà in alto ed indietro, Il cambiamento del contact point provoca un HYPERTWIST FENOMENA: una rotazione eccessiva che aumenta i conflitti interni (forza di taglio rotazionale maggiore): aumenta l’extrarotazione e diminuisce l’intrarotazione (GIRD). Il cambio del contact point provocherà anche il GIRD ossia deficit di intrarotazione glenomerale. Il GIRD può causare il PEEL BACK MECHANISM: quando la spalla è in posizione ABER si ha una torsione alla base del CLB (capo lungo del bicipite): la stiffness delle strutture posteriori, un gesto ripetuto scorrettamente o un contact point alterato, possono far posteriorizzare la testa dell’omero, la quale comprime il labbro e lo consuma con conseguente sbucciamento del labbro postero-superiore (soprattutto nella fase di Late-cocking) e lesione dell’ancora bicipitale. Il peel back mechanism e la traslazione anomala dell’omero possono causare la SLAP LESION e/o LESIONI ARTICOLARI della CUFFIA DEI ROTATORI, in particolare del sovraspinoso, rottura della pars articolare delle fibre dei muscoli della RC (cuffia dei rotatori) postero-superiore. Gird, Slap, cambio del contact point dell’omero creano un decremento del TABD (accorciamento di distanza topografica dell’anterior band del legamento glenomerale inferiore) che induce un decremento dell’effetto cam con conseguente ridondanza relativa della capsula antero-inferiore, percepita come pseudo-lassita’ : nella banda anteriore del legamento ci sono dei recettori che danno informazioni sia sulla pressione capsulare, sia informazioni propriocettive sull’artrocinematica e sulla posizione della spalla; nel momento in cui non riesco a stressare questa zona del legamento o la stresso poco, i recettori non inviano le informazioni e quindi il paziente riferirà di non sentire bene la spalla, di avere la sensazione di un mancato controllo del gesto: non c’è dunque per forza un’instabilità o un’elongazione della parte anteriore, ma si può avere un decremento dell’effetto CAM e della propriocezione della spalla.
La fase di accelerazione può essere un punto critico del servizio, in questo momento la spalla si trova in flessione anteriore e se il tennista presenta una capsula posteriore e strutture posteriori retratte si avrà una traslazione della testa omerale anteriormente che determinerà un quadro di IMPINGEMENT INTERNO ANTERO-SUPERIORE mediato dal conflitto osseo tra la parte superiore della glena e la biceps pulley (al cui interno scorre il CLB);
Un altro tipo di movimento estremamente pericoloso per la spalla del tennista è la follow-through phase, in questo movimento l’articolazione si trova in posizione di flessione-adduzione-intrarotazione e ciò può determinare un IMPINGEMENT SUB-CORACOIDEO caratterizzato dal contatto del processo coracoideo (punto in cui s’inserisce il piccolo pettorale, tendine comune del coraco-brachiale e capo breve del bicipite) contro la piccola tuberosità dell’omero quindi si avrà uno spazio ristretto tra la coracoide e piccola tuberosità, determinando così l’effetto Bowstring, corda ad arco, con il tendine del sottoscapolare che si deforma appunto ad arco.
Sarà fondamentale l’anamnesi e i test clinici per confermare uno dei seguenti quadri patologici, ma sarà ancor più importante prevenire tali disturbi correggendo il gesto biomeccanico fin da subito.
CHE COS’E’ IL DYNAMIC TAPE E LA SUA FUNZIONE.
Il DYNAMIC TAPE è un nastro unico, fortemente elastico, sviluppato da un fisioterapista australiano e viene usato nel trattamento di molte condizioni sportive, muscolo-scheletriche e neurologiche.
I vantaggi di questo nastro consistono nel permette all’indossatore di muoversi senza limitazioni, ma con una forte assistenza biomeccanica. Esso può fortemente assistere o resistere ad un movimento, facilitare o inibire un tessuto. Questo è possibile solo a causa della natura altamente elastica che permette alle strutture muscolari bendate una perfetta azione tridimensionale.
Il Dynamic Tape è estremamente morbido al tatto ed altamente conformabile. Ha un forte adesivo che è stato testato e valutato come non sensibilizzante, non irritante e non tossico. È totalmente differente rispetto al più commerciale Tape Kinesiologico: quest’ultimo è stato progettato per avere un’elasticità e spessore simile alla pelle, viene applicato in posizione di allungamento con l’obiettivo di creare spazio, migliorare la circolazione e ridurre la pressione a livello di strutture dolorose quando vi è un accorciamento; entrando nel dettaglio dell’elasticità il Dynamic tape ha oltre il 200% di capacità elastica e non presenta alcun endpoint rigido (a differenza del Kinesio), il kinesio tape ha il 140% di elasticità ed il Rocktape il 160-180%.
In molti casi il nastro viene applicato in modo tale da imitare l’azione del tendine o del muscolo infortunato. Il nastro è posizionato sul corpo con il muscolo o l’articolazione in posizione accorciata; come si allunga il muscolo o articolazione, il nastro viene allungato ulteriormente e quindi assorbe il carico. Questo riduce il lavoro eccentrico dei muscoli.
Una volta raggiunta l’escursione completa, l’energia assorbita è memorizzata sotto forma di energia potenziale elastica. Come il muscolo o l’articolazione inizia ad accorciarsi, nella catena biomeccanica viene liberata l’energia come energia cinetica, aiutando così l’azione concentrica del muscolo. Questo si traduce in diminuzione del carico di lavoro e miglioramento dell’efficienza biomeccanica dell’unità muscolo-tendinee, diminuita la domanda metabolica e migliorata la tolleranza alla fatica.
Riducendo il carico si può determinare un minor dolore, una miglior guarigione, una migliore resistenza durante le prestazioni. Inoltre sono stati osservati notevoli miglioramenti nella circolazione vascolare e linfatica.
Il dynamic tape sta prendendo sempre più piega in ambito tennistico, basti pensare che l’atleta Kirgyos gioca costantemente con applicazioni di Dynamic tape per problemi di epicondilalgia; questo cerotto può trovare implicazione anche in tutti i disturbi di spalla analizzati precedentemente; viene effettuato un bendaggio a spirale sia per ridurre l’eccessiva extrarotazione in late cocking phase sia un bendaggio per limitare la follow-through phase; limitando questi movimenti estremi sarà possibile sia fare attività preventiva sia come tecniche per ridurre il carico sulle strutture tendinee interessate dal processo patologico. La riduzione del carico permetterà all’atleta di svolgere l’attività agonistica con una forte riduzione del dolore, permetterà al tendine di ricevere il cosiddetto optimal loading, fondamentale per il processo di guarigione tendineo.
Analizziamo il primo bendaggio ossia bendaggio a spirale per limitare l’eccessiva late cocking fase: il pz si posiziona con braccio in abduzione flessione ed intrarotazione, simulando il gesto tecnico della fase finale del servizio: l’applicazione prevede un’ancora di circa 4 cm a tensione 0% sul terzo distale del bicipite, successivamente si procede con la confezione della spirale passando sotto il bicipite, anteriormente al deltoide anteriore e pettorale e concludendo sul pettorale; questo bendaggio avrà il doppio effetto di limitare l’eccessivo movimento in extrarotazione, ma anche quello di accumulare energia potenziale elastica e rilasciarla durante la follow-through phase;
Il secondo bendaggio ha lo scopo di frenare la follow-through phase: il pz si posiziona con braccio in abduzione ed extrarotazione, simulando la fase di late cocking, il bendaggio si confeziona con l’ancora a tensione 0% sul terzo distale del braccio si esegue la spirale passando sotto al tricipite brachiale e davanti al bicipite, concludento l’applicazione sull’angolo scapolare inferiore controlaterale;
Bibliografia: ITPA,
- 1. International Tennis Performance Association;
- 2. Kinesiology of the musculoskeletal system;
- 3. Spunti dal materiale del “Master in Terapia manuale applicata alla fisioterapia” dell’UNIROMA Tor Vergata;