di Calogero Campione
Rafael Nadal è un essere umano. Se mai ci fossero stati dei dubbi a riguardo, ieri sera è arrivata la conferma riguardo a ciò. Dopo una striscia di 32 vittorie consecutive, iniziata dopo la sconfitta maturata a Roma contro Juan Carlos Ferrero, attenuata dalle vesciche ai piedi, lo spagnolo aveva inanellato un’impressionante serie di vittorie che non ha risentito della differenza di superficie.
Così, una settimana dopo l’altra, Amburgo, Roland Garros, Queen’s, Wimbledon e Toronto sono stati conquistati dal tiranno di Manacor come fortini indifesi.
In molti avevano comunque individuato negli ultimi giorni un calo fisiologico di Nadal, dovuto probabilmente ad un calendario definito dallo stesso maiorchino “folle e frenetico” che lo ha portato nelle ultime settimane a giocare, per sua fortuna, tante, troppe partite.
Chi poteva mettere fine all’invulnerabilità dell’enfant-prodige di Manacor se non colui che è ritenuto a detta dei più il migliore tennista in circolazione sul cemento?
Proprio lui, quel Novak Djokovic che negli ultimi mesi ha conosciuto una fase di appannamento che ha fatto sì che i riflettori si spegnessero sul ventunenne di Belgrado, sempre più offuscato dal duopolio Roger-Rafa che ha catturato tutta l’attenzione del mondo del tennis, soprattutto nelle ultime settimane per via dell’imminente sorpasso in vetta al ranking Atp dello spagnolo ai danni dello svizzero, che si materializzerà esattamente il 18 agosto.
Nella seconda semifinale del Master Series di Cincinnati, il serbo ha piegato la fiacca resistenza opposta da Nadal col punteggio di 6-1 7-5 in 1 ora e 25 minuti di gioco.
Il primo set è stato un monologo di Nole, che ha martellato da fondo con potenza e precisione, attaccando puntualmente la debole seconda palla di servizio del maiorchino.
Il secondo set è stato più equilibrato, frutto di uno scatto d’orgoglio di Nadal che cercava disperatamente di attaccarsi al match con grande forza di volontà, a cui però non faceva seguito un’ adeguata condizione fisica, ieri sera veramente deficitaria.
Novak Djokovic ritorna così in finale in un torneo Atp ad un mese e mezzo di distanza dall’ultima volta, quando sull’erba londinese del Queen’s fu sconfitto proprio da Nadal.
Ad attenderlo, stavolta, ci sarà l’altro grande esponente della classe 1987, Andy Murray, che ha sconfitto nell’altra semifinale il gigante croato Ivo Karlovic con il punteggio di 6-4 6-4.
L’ultimo precedente tra i due finalisti risale alla settimana scorsa: nei quarti di finale del Master Series di Toronto l’ha spuntata lo scozzese in due set. Finale stasera alle 21.
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