Dichiarazione d’amore di Stefano Grazia
Ho appena finito di guardare in tivù il match del giocatore in assoluto, maschio femmina, che mi regala più emozioni costringendomi a urlare, piangere, soffrire,gridare Wow! Allez! C’Mon! Davanti allo schermo come un qualsiasi volgarissimo ultras di calcio (l’unica differenza costituita dal non sbeffeggiare o insultare l’avversaria, cosa che non faccio mai soprattutto poi in questo caso visto che era la mia seconda giocatrice preferita:Yanicka Wickmayer. Ma niente e nessuno mi fa fare o mi hai mai fatto fare le cose che faccio per Justine Henin, nemmeno Andre Agassi che era meno consistente, meno vincente nella sua rivalità con Sampras e quindi meno affidabile costringendomi spesso a guardare le sue partite in differita (in pratica lo guardavo solo quando sapevo che aveva vinto) e soprattutto meno eroico, meno epico. Ho bisticciato per anni sui blog di tutto il mondo contro i critici della mia piccola campionessa belga, colpevole secondo loro di essere bruttina e antipatica e poco sportiva … a loro rispondevo che erano come quelli che guardavano il diro anzichè la luna, troppo ciechi per non accorgersi della bellezza interiore di chi, novello David, scendeva in campo a fronteggiare le Goliath della Big Babe Brigade in cui si è trasformato il Tennis Femminile. Certo, ha commesso degli errori e dei gesti poco sportivi e mi riferisco non al ditino alzato a suggestionare il giudice di linea quanto piuttosto al ritiro con la Mauresmo (Leyton Hewitt, un altro dei miei guerrieri preferiti, non l’avrebbe mai fatto) ma sicuramente mi cadono le braccia quando sento benpensanti ipocriti e farisei lamentarsi dei suoi Allez!…Li grida, dicono con orrore, anche sull’errore avversario!
A parte che non è vero e che li grida semplicemente “perchè ha vinto il punto” chi coninua a lamentarsi di questo particolare dimostra semplicemente primo, di non aver capito cosa sia una partita di tennis ad un livello superiore a quello del match con l’amico Gino, secondo di stare,come diceva David Niven, a preoccuparsi di quello che fa o dice il maggiordomo quando l’invitato a cena è Barrack Obama. Justine Henin è semplicemente il giocatore-rice più eccitante da vedere al momento perchè ha quello che manca a Federer: il pathos e l’epos che ogni suo match distribuisce a profusione. Ogni qual volta Justine scende in campo è in realtà sfavorita pur essendo la giocatrice con il migliore arsenale tecnico e se la maggior parte delle volte riesce a sovvertire il pronostico questo accade perchè ha cuore, testa e gambe… She’s tough! Urlava il commentatore australiano, She’s mentally tough!. Certo, ma ha anche qualcosa dentro il petto che pulsa e che la rende ai miei occhi e agli occhi di tutti quelli che amano non tanto o solo il tennis ma lo sport agonistico, bellissima: il cuore. E’ il cuore che ci rende diversi dalle macchine, è il cuore che è un eufemismo per dire los cojones. Allez Ju! E allez Carlos Rodrigues: che dio ne metta uno come lui sulla strada di uno qualsiasi dei nostri top junior!
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