di Alessandro Nizegorodcew (articolo in partnership con Tennis.it)
Fabio Fognini compie 23 anni il giorno dopo il suo bel successo su Nicolas Massu, che ha sancito la prima vittoria del ligure nello slam parigino. Un tennista che si odia o si ama. Un ragazzo dal grandissimo talento, ma con un carattere non semplice. Tra racchette che volano e grandi vittorie…
Parigi – E’ un compleanno felice e sereno quello che sta vivendo oggi Fabio Fognini, in quel di Parigi. Dopo un periodo di scarsi risultati ed alcuni problemi fisici (doppio eufemismo!), il neo-ventitreenne ligure è tornato a vincere un match importante, superando Nicolas Massu in cinque set, in quella che è stata la prima vittoria di Fabio nel main draw del Roland Garros. Il tennis di Fabio può passare da momenti di puro genio ad attimi di scellerata follia, da due ace consecutivi a quattro errori gratuiti che gridano vendetta. Il suo gioco è spumeggiante, ma a tratti irritante. Il suo sguardo, da allegro e vispo, può passare a scocciato e insofferente in un micron… Difficile leggere dentro la sua testa, soprattutto per chi cerca di analizzarne solamente le partite, senza conoscere a fondo le sue emozioni, le sue sensazioni in campo, il suo modo di intendere la vita. Quello si, per gli appassionati che ne vedono un incontro, è un grande rebus, che non si tenta nemmeno di risolvere. O lo si segue con passione o si abbandona il suo campo con un po’ di disgusto. Questo è Fabio Fognini, un po’ come poteva essere Federico Luzzi (con tutte le differenze del caso) qualche anno fa. Genio e sregolatezza all’ennesima potenza…
O lo si ama, o lo si odia. Difficile che un appassionato/tifoso di tennis riesca a provare un sentimento di indifferenza nei confronti di Fabio Fognini. Il ligure, nato esattamente 23 anni fa, non è un ragazzo dal carattere facile e in campo può sembrare indolente, oltre che scostante. Alcuni suoi atteggiamenti sono certamente da rimarcare negativamente, ma nonostante questo, chi lo conosce bene sa quanto sia attaccato ad ogni partita, ad ogni torneo, alla sua carriera da tennista professionista. Chi lo conosce sa che deve crescere e migliorare da questo punto di vista, ma capisce che non sono questi i dettagli che fanno girare una partita. Spesso ha vinto match in cui è uscito fuori di testa lanciando la racchetta in ogni dove e per qualsiasi ragione, mentre lo si è visto perdere mettendo in mostra un comportamento (quasi) esemplare. Questa è l’essenza di Fognini tennista, nonché di Fognini persona. Bisogna tentare di andare oltre rispetto a quello che si può vedere in tv o da una tribuna di un torneo. O si può rinunciare in partenza, come fanno molti. Ma sta di fatto che Fabio Fognini è un patrimonio importantissimo del nostro tennis e come tale va tutelato.
Ottimo Junior. Fognini, si da giovanissimo, è sempre stato considerato una grande promessa e i risultati nei tornei juniores hanno avvalorato questa tesi. Fabio è stato numero 8 delle classifiche under 18, facendo soffrire alcuni dei suoi pari età oggi divenuti campioni, come Andy Murray o Novak Djokovic. Si ricorda, nel 2004, anche una vittoria su Juan Martin Del Potro. Il suo diritto è sempre stato di livello assoluto e, grazie al lavoro di coach Leonardo Caperchi, ha saputo mettere insieme un tennis piuttosto completo, che all’immenso talento ha sommato l’intelligenza tattica e soprattutto una grandissima grinta ed attaccamento alla partita.
La prima vittoria e gli inizi di carriera. Fabio ha iniziato a vincere e a convincere sin da giovanissimo anche a livello professionistico. Il primo trofeo portato a casa a Murcia, a soli 17 anni, aveva già lasciato intuire le caratteristiche di lottatore di Fognini, che in quella circostanza superò ben 4 spagnoli (tra cui l’ostico Pablo Andujar) oltre al talentuoso croato Mario Radic in finale. Da quel momento in poi la carriera di Fabio è decollata velocemente verso i top-100, anche se un primo infortunio al polso ne ha rallentato la scalata. Nel 2005 ha anche superato le qualificazioni del torneo Atp di Palermo, superando tra gli altri Gimeno-Traver. Nel 2006, già ad inizio stagione, “Fogna” ha cominciato a far intravedere dei grandissimi miglioramenti; ne è stata la prova la qualificazione nel durissimo Atp di Buenos Aires, quando si trovò di fronte Carlos Moya, rischiando di batterlo (67 64 64 per l’iberico il punteggio finale).
Il suo tennis. A tratti il dubbio è stato addirittura che non riuscisse a vincere alcuni match perché non sapesse, nei momenti cruciali, come comportarsi dal punto di vista tattico; paradossalmente il saper fare troppe cose (accelerazioni, back, smorzate, volé, servizio piatto e in kick, colpi arrotati) lo ha confuso per un periodo nemmeno troppo breve, durante il quale era chiaro che la scelta tattica fosse spesso inopportuna. Ma la crescita anche da questo punto di vista è stata evidente e oggi, quello che poteva sembrare un elemento di confusione, è invece una grande opportunità: le soluzioni, anche nei momenti importanti, sono sempre molteplici e l’avversario non sa cosa aspettarsi.
Le grandi vittorie. Fabio ha conquistato 6 titoli di singolare in carriera, di cui 3 futures e successivamente (ben più importanti) 3 tornei challenger (Torino, Genova e San Benedetto). Ma del ligure si ricordano soprattutto alcune grandissime partite, alcune vinte e altre perse, come quando a Montecarlo dominò per 30 minuti Andy Murray, vincendo i primi cinque giochi dell’incontro senza che il britannico potesse mai prendere in mano uno scambio che fosse uno. Indimenticabile la vittoria a Stoccarda su Davydenko lo scorso anno. Tra l’altro una delle ultimissime sconfitte del russo nel 2009, che da quel momento fu praticamente imbattibile. Come non citare la vittoria su Djokovic a Roma nel 2007 o i grandi incontri di Montecarlo 2009, quando si inchinarono ai suoi piedi Berdych e Cilic, non proprio gli ultimi arrivati.
Un pessimo 2010. Il 2010 è iniziato per Fognini con tante sconfitte, vari problemi al polso e una fiducia che è venuta quasi subito a mancare. A Roma ha finito per racimolare 3 giochi contro Andreas Seppi, toccando forse il punto più basso della stagione. La vittoria con Massu può e deve essere la svolta a livello mentale. Deve dare una scossa al ligure, che ha le potenzialità per passare una buona parte di carriera tra i top-30. Fabio ne è consapevole e sta lavorando per riuscire nel suo intento. Oggi il suo allenatore è lo spagnolo Oscar Serrano, dopo che per un periodo si era fatto aiutare anche da Riccardo Piatti.
Un compleanno per ripartire. Come detto, la vittoria su Massu può essere determinante per acquisire nuovamente quella fiducia venuta a mancare negli ultimi mesi. Fabio è ancora molto giovane e la sua carriera potrà essere davvero radiosa. Questo compleanno, passato nell’attesa del grande match di secondo turno sul Philippe Chatrier contro il padrone di casa Gael Monfils, può riconsegnarci un giocatore sul quale puntare fermamente per i prossimi 8-10 anni. Fogna facce Doni…
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