da Roma, Alessandro Mastroluca
Una sconfitta che fa male. Fa male per il momento, già al secondo turno, prima ancora di affrontare Serena Williams. Fa male perché arrivata a Roma, dove difende la finale. Fa male perché la fa uscire di sicuro fuori dalle prime 15. Contro Christina McHale, che festeggia la decima vittoria in carriera contro una tp-20, la prima da Doha 2013 (allora su Safarova), a Sara Errani è mancata convinzione, è mancata la profondità e forse anche un po’ di spinta di gambe. Quel dritto carico che ha fatto la sua fortuna l’anno scorso, che l’ha portata in finale a Parigi, praticamente non si è mai visto. Così all’americana è bastato limitare gli errori e giocare di regolarità, sfruttando un dritto solido, costante, pesante, non straordinario ma continuo e profondo quanto basta. I 26 vincenti a 20 di McHale pesano ancora meno dei 33 gratuiti dell’azzurra contro i 9 della statunitense, che è riuscita a battere l’azzurra per la prima volta al quinto tentativo. “Oggi non sono riuscita oggi a dare forza ai colpi”, ha detto, “mentre lei mi ha messo sempre sotto pressione”.
Mancata l’unica chance, con le due palle break del possibile 4-2 nel primo set non sfruttate, l’azzurra è uscita dalla partita. Merito anche di una McHale che ha sorpreso dal punto di vista della reattività e della mobilità laterale. Il break al nono game, suggellato dal dritto vincente dell’americana, fa da preludio alla chiusura del primo parziale, e di fatto della partita. “Peccato non essere riusciti a concretizzare quella palla break. Sul 4-2 a mio favore poteva cambiare la partita. E invece siamo sempre qui a parlare della mia battuta. Lo so che non è il massimo, ma sono anni che provo a cambiarla invano.”
Il pubblico è tutto dalla sua, arrivano anche Nicola Pietrangeli e Lea Pericoli, Dolcenera e Marco Mengoni. Ma è Sarita che manca, McHale vola 3-0, poi 5-1, e per l’azzurra non basta l’orgoglio della mini-rimonta, del parziale di tre giochi consecutivi che è poco più di un fuoco fatuo, di quelli che non lasciano cenere e non sciolgon la brina. “C’era davvero tantissima gente oggi. Noi italiani vogliamo sempre dare il massimo qui a Roma, ma qualche volta sentiamo troppo la pressione. Ci si distrae un po’ e alla fine tutto diventa più difficile” ammette Errani, alla sesta sconfitte su 17 partite sulla terra rossa. La seconda eliminazione consecutiva al secondo turno non è certo il miglior viatico verso il Roland Garros.
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