(Fabio Fognini – Foto Nizegorodcew)
di Gianluca Dova (inviato a Bucarest)
I derby sono partite sempre strane, si può dire come il maestro Zeman che tutte le partite sono uguali e che valgano solo tre punti ma alla fine non è mai completamente vero. Non lo è perché per tanti motivi diversi sono partite più sentite, perché poi si accetta a fatica di perdere da chiunque e ancora meno dai propri connazionali e vicini, ed è per questo che di solito sono brutte partite. Troppo sentite per far rendere al meglio i contendenti. L’incontro tra Fognini e Seppi poi si potrà negare ma aveva un paio di buoni motivi oltre all’accesso alla semi per far nascere nei due una gran voglia di vincere. Fabio per motivi di caratteristiche tecniche nelle precendenti partite contro Andy aveva inanellato un filotto di 4 sconfitte consecutive a livello ATP (c’è però una vittoria a livello challenger a Genova di Fognini) senza vincere un set, da mettersi le mani tra i capelli e da preoccuparsi. Seppi pur essendo un bravissimo ragazzo invece è legittimo che provi un certo disagio, pur essendo amici, quando giocano l’uno contro l’altro, perché è fastidioso vincere sempre contro un avversario, avere una classifica quasi sempre migliore eppure essere considerato in patria meno talentuoso e divertente.
Le premesse erano in qualche maniera intriganti ma con poche possibilità di vedere una partita bella ed equilibrata invece ne è uscito fuori un match molto bello. Perlas deve avere istruito molto bene il ligure nella tattica da adottare perché Fognini inizia la partita concentrato e con le idee molto chiare, i precedenti persi devono avergli insegnato sicuramente qualcosa. Fabio per prima cosa decide di tenere alta la percentuale di servizio per cercare di tenere il controllo del gioco (la percentuale finale sarà oltre il 70%) e di non dare troppo ritmo all’altoatesino. Entrambi cercano di iniziare il gioco sul rovescio dell’avversario ma le varianti principali le mette in campo il giocatore di Arma di Taggia, con quel back tagliente che toglie l’aria a chi come Seppi ama scambiare ad alti ritmi, ma non solo, il repertorio è vasto, con palle corte ed attacchi in contro tempo, il lungolinea di rovescio e una costante aggressività nella risposta. Il primo set è una partita a scacchi, in cui Fognini è più brillante ma altalenante e Seppi sempre solidissimo. I due non fanno certo del servizio il loro colpo migliore ma in risposta entrambi sanno far male, il ligure inizia meglio e dopo essere scappato un paio di volte avanti chiude il primo 64 dopo che si sono giocati molti game ai vantaggi e che i due non si sono certo risparmiati; bellissimo nei momenti conclusivi del set un passante in corsa in recupero in back di Fognini. La partita è dura, si gioca punto per punto e anche la temperatura è alta ed il sole brucia malgrado il giorno prima le condizioni erano ben diverse.
Lo sforzo per chiudere il primo set Fognini lo paga all’inizio del secondo quando va sotto 3 ad 1 e rischia il tracollo ma riesce ad impattare sul 3 pari. Qui secondo Sartori il coach di Seppi gira la partita: ”Andy doveva chiudere il secondo per 62 per arrivare fresco all’inizio del terzo. Complicandosi il secondo è stato tutto più difficile.”. Si va a strappi come è abitudine per il ligure che va sotto 5 a 3 praticamente senza giocare due games ma poi gioca subito due ottime games riportandosi 5 pari: da segnalare in questa fase uno scambio lunghissimo vinto da Fabio che lo porterà a fare il break e gli unici due aces della partita nel game successivo. Al tiebreak Seppi parte meglio ma il ligure sembra poter recuperare ma nei frangenti finali, Andy gioca un dritto passante clamoroso, uno di quei colpi in recupero che sono di solito il marchio di fabbrica di Fognini. C’è da dire che proprio il dritto è il colpo che aveva aiutato l’altoatesino ad accumulare molti punti, particolarmente caldo con questo fondamentale.
Il terzo dopo più di due ore di gioco come ammetterà lo stesso Sartori a fine match vede favorito il ligure, più forte fisicamente e più reattivo. Lo sa anche Fognini che sbuffa e si arrabbia ma che si complica un po’ la vita, subisce subito il break ma va avanti, poi si fa riprendere, inveisce contro la fortuna dell’avversario che non molla. Fabio ghigna verso il proprio coach che lotterà fino alla morte (in spagnolo chiaramente). Sotto di un break succede un po’ di tutto, prende due linee fortunate nello stesso game, specialmente la risposta che gli da il break e si gira verso Perlas dicendo “Una, finalmente una riga fortunata”. Perlas gli risponde subito: “Due Fabio e nello stesso game”. Un siparietto simpatico che fa il paio con quelli con l’arbitro italiano Moscarella che corregge e sbaglia un paio di chiamate con Fabio che lo prende in giro, “ma se non sei sicuro perché le chiami??” e l’ilarità del pubblico.
Il terzo è ormai un incontro di boxe, i due si confrontano a centro ring, dando tutto e suonandosele di santa ragione, ad un certo punto il ligure si siederà pure a bordo ring sulla sedia di un giudice di linea per riprendere fiato. Nel raid finale è proprio Rocky Fognini a spuntarla, chiudendo l’incontro con un passante pazzesco dopo un paio di recuperi spettacolari.
Bellissimo match, tre ore di lotta ed una partita di alto livello raramente vista tra due italiani che giocano l’uno contro l’altro. Sartori dopo il match mi dirà: “anche se si è perso è una partita che da fiducia ad Andy che non si aspettava di poter giocare già a questo livello su la terra, con la stagione sul rosso che inizia solo adesso. Fabio ha giocato benissimo e mi sembra che la cura Perlas stia funzionando anche tatticamente Fabio è stato molto bravo.”
Fognini stesso dopo la partita sembra molto provato ma non si risparmia nel firmare autografi e gioca anche il doppio subito dopo, si lamenta anche un po’ del dolore al piedi “mi da un fastidio pazzesco, pensa se vinco anche il doppio come faccio domani….” Non succede il doppio lo perde e forse è meglio così.
La semi è a sorpresa con l’ungherese Attila Balazs che proveniente dalle quali sbatte fuori anche X-man Malisse dopo Potito. La partita che vede chiaramente favorito Fabio è sicuramente aperta perché Attila come scritto negli articoli precedenti, classifica a parte (oltre al numero 450 Atp) è un brutto pesce sul rosso. Comunque vada domani c’è per un altro anno (l’anno scorso ci arrivò Volandri) un italiano in semifinale, sognare a questo punto non costa nulla.
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