Dopo essersi improvvisamente spento sotto i colpi di Gojo, Mektic e Pavic al Pala Alpitour di Torino, il sogno azzurro riparte da Bratislava. La Coppa Davis, croce e delizia per qualunque nazione ambisca ad aprire un ciclo di vittorie – chiedere alla Francia -, ci mette davanti alla Slovacchia per un posto nella fase finale. Venerdì 4 e sabato 5 marzo i ragazzi di Filippo Volandri saranno impegnati da favoriti alla NTC Arena, che diciassette anni fa apriva i battenti e si rese subito teatro della cavalcata di Hrbaty e compagni verso la finale poi persa 3-2 contro la Croazia. L’anno successivo le attese non furono rispettate e la sconfitta contro il Cile nel primo turno del World Group 2006 è attualmente l’ultima sfida giocata dalla Slovacchia ai piani alti. Caso vuole che allora seduto in panchina ci fosse Tibor Toth, capitano attuale, che in quell’occasione sostituì l’assente Miloslav Mecir. Un’altra fatalità vuole che il ciclo Toth sia iniziato lo scorso anno proprio contro il Cile, dopo aver raccolto l’eredità di Hrbaty, nella sfida casalinga che ha aperto alla Slovacchia le porte del sogno Finals.
La NTC Arena non è solo palcoscenico dei weekend di Coppa Davis, ma è anche incubatore dei progetti della Federazione. La struttura negli anni è stata la casa dei maggiori talenti del paese, anche una volta introdotti nel circuito, e lo è tuttora. Dopo anni di frequentazione della squadra e dell’ambiente federale, la nomina di Toth non è stata una sorpresa e non ha rappresentato una novità per il team. Attuale coach di Norbert Gombos, il tecnico classe 1968 da anni lavora e si confronta con il gruppo nazionale che guida: “Alla fine aumentano solo responsabilità quando sei capitano, ma il lavoro in sé non è cambiato molto”.
Dalle nostre parti la scelta della superficie, veloce indoor, era quasi sembrata un autogol. A Bratislava ci hanno subito tenuto a far notare la forzatura della decisione, di certo giocare all’aperto nel mese di marzo non era un’opzione ed inoltre: “I nostri ragazzi sono tutti impegnati sul cemento attualmente – puntualizza Toth in un’intervista rilasciata a Sportface -. Poi diciamoci la verità, l’Italia è forte in condizioni rapide ma lo è anche sulla terra”. Tutt’al più a Bratislava se la possono prendere con il sorteggio, obiettivamente uno dei peggiori per chi ambisce ad un ritorno storico nella fase finale della prestigiosa Insalatiera.
Le assenze di Matteo Berrettini e Fabio Fognini non ribaltano i pronostici della vigilia, ma nutrono qualche speranza, specialmente per chi ambisce a giocarsi tanto nel doppio. La più grande delle ovvietà vuole che sia vietato sottovalutare Alex Molcan e Norbert Gombos, la storia recente traccia la strada. Il primo, autore di una scalata che in poco più di un anno lo ha portato in top 70 partendo fuori dai primi 300, la scorsa stagione ha preso lo scalpo di Lorenzo Musetti al Challenger di Gran Canaria 1; anche se il suo tennis pulito e lineare è un’incognita contro avversari di alta caratura. Gombos in condizioni simili a quelle di Bratislava, cadde sotto i colpi di Jannik Sinner nel 2020 a Marsiglia, mentre guida 2-1 i precedenti con Lorenzo Sonego. Il più recente quando il piemontese si stava ancora approcciando alla top-200.
A cosa si appella la Slovacchia? Sicuramente al pubblico di casa, che almeno nelle fasi preliminari può continuare a caratterizzare la Coppa Davis. “Giocare tra le mura amiche è per noi una grande fortuna, perché abbiamo provato sulla nostra pelle l’energia che questo pubblico può dare – racconta Filip Horansky -. In campo ci sosterremo a vicenda anche noi giocatori, che abbiamo la fortuna di vederci spesso al centro federale durante l’anno, quindi il nostro rapporto non si sviluppa solo durante la settimana della coppa”. Alla NTC Arena si giocherà di fronte circa 2000 persone – il 50% della capienza -, convinte che il ritorno ai piani alti sia solo questione di tempo, a prescindere dal risultato contro l’Italia.
INTERVISTA AL CAPITANO SLOVACCO TIBOR TOTH
INTERVISTA A FILIP HORANSKY
https://youtu.be/S6_yZqFpmJk
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