Coppa Davis: Monfils strapazza Federer e pareggia i conti

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di Federico Mariani

Come può cambiare la storia in poche ore! Gael Monfils strapazza un Federer pressoché indifeso e, non solo vendica la sconfitta subita da Tsonga poco prima permettendo alla Francia di impattare alla fine della prima giornata, ma riaccende la passione e la speranza della gente, la “sua” gente.

Pochi tennisti al mondo sanno accendere gli animi del pubblico come Monfils ed oggi, una volta di più, questo si è reso palese. Dal primo all’ultimo quindici il parigino ha preso per mano i 27mila e rotti spettatori che con lui hanno giocato e lo hanno accompagnato fino al successo finale. Tutta un’altra sensazione rispetto al pubblico timido e colpevolmente composto del primo incontro, quasi sovrastato dagli svizzeri che qui sono ospiti. In verità, viste le condizioni del Federer odierno, non è che servisse poi la bolgia a dare un decisivo contributo alla vittoria del Gaelico, ma si sa Monfils vive nell’eccesso ed in una finale di Coppa Davis davanti alla propria gente non poteva che essere così.

Vince Monfils, dunque, in tre set col punteggio di  6-1 6-4 6-3 riportando lo score in parità dopo un’intensa prima giornata di gare. La finale di Davis, complice un Federer sottotono, conferma le attese e regala agli appassionati uno scontro maschio con un’elevata dose di incertezza che, probabilmente, resterà fino alla fine.

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E’ giusto esaltare la performance di Monfils che è stato in grado di comandare dall’inizio alla fine un match mai veramente in discussione. E’ giusto, altresì, sottolineare le condizioni fisiche del numero due del mondo, non all’altezza per sostenere una partita di questa importanza e di questa intensità, specie sulla terra battuta.

Il primo set è un monologo francese. Monfils mette a referto un percorso netto con la prima di servizio (17/17) arricchito da ben 9 ace. Poco incidono i tre doppi falli commessi ed appena il 33% di realizzazione con la seconda palla. il transalpino breakka due volte lo svizzero e gli lascia un solo game.

Federer gioca corto, commette troppi errori ed è praticamente nullo in risposta. Nel secondo parziale crolla la percentuale di prime palle in campo del francese (dal 60% al 36%), ma lo svizzero non è in grado di approfittarne, basti pensare che Monfils porta a casa un irreale 88% con la seconda lasciando per strada solo due quindici. Lo svizzero, da parte sua, riesce ad essere più incisivo col servizio rispetto a quanto fatto nel set d’apertura e chiude in positivo sia con la prima che con la seconda, ma a condannarlo è il break subito nel terzo gioco. Non trema Monfils e nel decimo gioco chiude senza patemi anche la seconda frazione mettendo, di fatto, la parole fine sull’incontro.

Il terzo set è molto vicino ad una fotocopia di quanto già visto. Roger resiste fino al 2-2 quando arriva l’ennesimo break per il francese. Monfils continua a dominare nei suoi turni di battuta fino a chiudere la pratica addirittura anzitempo strappando nuovamente il servizio a Federer nel nono ed ultimo game.

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Difficile analizzare una match così impari in cui  un giocatore era decisamente superiore a livello fisico rispetto al rivale. La sensazione che Federer lasciava trasparire era quella di chi va in guerra disarmato. E’ doveroso comunque fare un plauso al campione elvetico che è sceso in campo con orgoglio e dignità pur conscio di non essere in grado di competere.

Dall’altra parte, è da registrare l’ottima prova di Monfils giunto forse alla più prestigiosa vittoria in carriera. Come d’abitudine, la Monf ha messo in campo una carica agonistica fuori dal comune creando la solita empatia col pubblico, pubblico che forse sarà decisivo in questa finale nel caso si dovesse arrivare sul 2-2 pari domenica quando nel rettangolo di gioco ci sarà nuovamente Monfils.

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