Nel fine settimana andrà in scena sul rosso outdoor di Parque Sarmiento (Buenos Aires) l’ottavo di finale del World Group della Coppa Davis 2017 tra l’Italia ed i campioni in carica dell’Argentina: quarta sfida tra le due nazionali con i sudamericani in vantaggio per 2-1 nei precedenti, peraltro tutte sfide disputate su terra rossa.
Il primo incrocio va in scena al Foro Italico nel 1983, quarti di finale: per l’Argentina in campo Josè Luis Clerc e Guillermo Vilas, due anni prima entrambi Top Ten e finalisti perdenti in Davis a Cincinnati contro gli Stati Uniti di John McEnroe. Per l’Italia in campo i moschettieri che nel 1976 conquistarono l’insalatiera in Cile, anche se la tempra ormai non è quella dei giorni migliori, tant’è che Adriano Panatta e Paolo Bertolucci si ritireranno al termine di quella stagione e Corrado Barazzutti della successiva. Quel fine settimana l’Argentina ci concede appena due set, entrambi nel secondo lottatissimo singolare tra Clerc e Barazzutti, mentre “il poetino” è ispiratissimo e lascia la miseria di 5 game a Panatta e 4 all’attuale capitano della squadra di Davis nel penultimo (e già ininfluente singolare), dopo che in coppia con Clerc si era imposto per 7-5 6-3 6-4 contro i nostri Panatta-Bertolucci. Arguello arrotonderà poi il punteggio superando per 7-5 6-4 un ventenne Francesco Cancellotti nella quinta partita.
Nel 2014 a Mar de la plata, località dove già nel 2008 dovettero incassare una drammatica sconfitta in finale con la Spagna, gli argentini salutano la Davis al primo turno, crollando sotto i colpi di un Fabio Fognini in grandissima forma. Andreas Seppi cede nettamente contro Carlos Berlocq nel match inaugurale, ma Fabio pareggia i conti asfaltando Juan Monaco. Nel doppio lo stesso Fognini e Simone Bolelli faticano, ma alla fine domano i coriacei Eduardo Schwank-Horacio Zeballos col punteggio di 6-7(6) 7-6(8) 7-6(3) 6-4, ed è ancora il tennista taggiasco a dare agli azzurri il punto decisivo superando Berlocq in 4 set.
Dell’anno scorso l’ultimo Italia-Argentina, quarti di finale a Pesaro: una forte scarica di pioggia ritarda lo start e il venerdì c’è tempo solo per un singolare, che vede Seppi sconfitto in 4 set (2 tie-break) da Federico Delbonis. Il sabato Fognini è costretto agli straordinari, dovendo disputare sia il singolare con Juan Monaco, che il doppio: contro “pico” Fognini passeggia, proprio come due anni prima, ma il doppio si rivela molto duro e lascerà strascichi anche il giorno successivo. Bolelli è indisponibile e il suo sostituto Paolo Lorenzi parte molto contratto, commettendo tanti errori sotto rete: l’albiceleste schiera Guido Pella e Juan Martin Del Potro, appena rientrato dopo il lungo infortunio e non ritenuto ancora pronto per il singolare. L’Argentina va avanti di due set con relatività facilità, ma gli azzurri reagiscono trascinando il match al quinto: Delpo però sale in cattedra, Pella fa il suo, e i sudamericani si portano sul 2-1 aggiudicandosi il parziale decisivo col punteggio di 6-4. La domenica Fognini risente delle quasi 6 ore passate in campo meno di 24 ore prima e, malgrado una partita di grande carattere e generosità, deve cedere in 4 set partita e qualificazione a Delbonis.