Un ottimo Facundo Mena batte Alessandro Giannessi col punteggio di 6-2 1-6 6-2 ed approda in finale al Challenger di Como. Una partita fatta di up and down, in cui, però l’argentino ha dimostrato nel complesso maggiore solidità.
Un primo set molto complicato per il tennista azzurro che, dopo aver recuperato il break concesso in apertura, continua a soffrire per tutto il parziale con la battuta. Difatti il ventinovenne ligure concede altri due break al suo avversario (nel quinto e nel settimo game) e soprattutto registra una statistica impietosa con la seconda di servizio: 0/8. Mena, al contrario, dopo il break subito nel suo primo game di servizio, tiene sempre agevolmente la battuta e chiude il set con un punteggio netto, ossia 6-2.
Nel secondo, però, Giannessi mostra ancora una volta il suo status di “fighter” e ribalta completamente lo spartito del match. Il classe ’90 di La Spezia, infatti, riesce, dopo un rimo set pessimo, a trovare una certa continuità in battuta, nonostante il break subito nel terzo game, ed è bravissimo a breakkare il suo avversario in tutti e tre i game di risposta del parziale (ai vantaggi nel secondo e nel sesto game, a 30 nel quarto). Il set termina così per 6 giochi a 1 in suo favore e si approda così al terzo.
Nel terzo l’azzurro sembra poter partire meglio: riesce a crearsi un’opportunità di break sia nel primo che nel terzo game del parziale ma il tennista argentino non solo ha l’abilità di salvarsi ma sul punteggio di 2-1 in suo favore strappa la battuta a 15 all’azzurro. Il break nel quarto game dà enorme fiducia al tennista sudamericano, che torna ad essere decisamente solido nei propri turni di battuta e riesce a strappare il servizio nuovamente Giannessi nell’ottavo ed ultimo game del match, chiudendo così c punteggio di 6 giochi a 2.
Ora in finale lo attende lo slovacco Andrej Martin, sesta testa di serie del tabellone, vittorioso nettamente sul primo favorito del seeding Stefano Travaglia. Il marchigiano alza bandiera bianca sul 6-2 6-1, condizionato da qualche acciacco di natura fisica come dimostrato dal medical time-out chiesto poco prima della fine del primo set. Il servizio non fa la differenza e per Travaglia si fa dura con i colpi a rimbalzo, subendo ben cinque break subiti. Bravo Martin a non distrarsi dall’apparente semplicità del match conquistando la seconda finale consecutiva in Italia dopo quella persa da Collarini a L’Aquila.