Cosa significa?
Tanti anni fa ricordo di aver pensato la stessa cosa di Thomas Fabbiano. Era il 2013, aveva appena battuto 4-6 6-4 7-5 Simone Vagnozzi (si, proprio l’attuale coach di Sinner) a San Luis Potosì, in altura, in condizioni al limite dell’impossibile. Tommy aveva 23 anni, era intorno al numero 270 ATP, e aveva cominciato a capire come si vincevano le partite a livello challenger. Qualche exploit era arrivato ma ricordo nitidamente quel match, giocato maluccio da entrambi, come fase di svolta. Poche settimane dopo arrivarono le semifinali a Todi e San Benedetto (la Top-200) e soprattutto il primo titolo challenger a Recanati.
Ho la sensazione, guardando Arnaldi nei recenti challenger e dal vivo nelle Pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia 2022, che sia in atto un salto di qualità del ventunenne ligure. La semifinale a Spalato e le prestazioni romane rappresentano un segnale piuttosto indicativo. Sul campo 1 del Foro Italico Arnaldi ha vinto due match in tre set contro Matteo Gigante e Luca Nardi in maniera molto simile. Lotta pazzesca, chance annullate agli avversari con coraggio e talento, occasione di break sfruttata e ultimo turno di battuta impeccabile.
Segnali importanti, segnali di un nuovo step raggiunto.
L’atteggiamento è encomiabile, anche dopo un errore marchiano (come un passante di dritto facile su una palla break nel terzo set).
Cancellare e ripartire.
Cancellare e ripartire.
Cancellare e ripartire.
Il segreto (di Pulcinella) del tennis.
Un marchio di fabbrica di casa Arnaldi, che insieme a coach Petrone sta costruendo nei minimi dettagli il proprio tennis del presente e del futuro.
Il presente parla di una wildcard sicura per le qualificazioni degli Internazionali BNL d’Italia e di una possibile (sfiderà Francesco Forti giovedì) per il tabellone principale. Con consapevolezza. Sapendo di essere a metà di un percorso a cui ha sempre creduto. Anche quando i risultati non arrivavano. Anche quando i coetanei andavano più veloce di lui.
A proposito di futuro, invece, Matteo ha palesato alcune caratteristiche interessanti (soprattutto per gli avversari): 1) quando il punto conta, Arnaldi è letteralmente ovunque (è l’unico tennista italiano in grado di fare i recuperi in spaccata alla Djokovic). 2) quando credi di comandare il gioco e abbassi leggermente la velocità di crociera, Arnaldi accelera e ti lascia fermo 3) Arnaldi ti logora mentalmente.
Ovviamente mancano ancora tanti tasselli e parecchio lavorare per fare il nuovo step (da giocatore da challenger a giocatore ATP), ma la sensazione è che la strada intrapresa sia quella giusta.
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