di Piero Emmolo
Primo acuto a sorpresa per Zverev jr. Trionfo in Umbria per Bedene. Mannarino fa la voce grossa in Ecuador, mentre nell’Illinois Denis Kudla conferma il suo feeling coi tornei di casa.
BRAUNSCHWEIG, 102,500€, RED CLAY. Sul mattone tritato tedesco prima affermazione nel tour cadetto per Alexander Zverev. Già trionfante al Bonfiglio e agli Australian Open, il teutonico ha mostrato un’attitudine alla lotta agonistica a dir poco inusuale per un sedicenne. Se i valori tennistici del diciassettenne di Amburgo erano già ben noti agli addetti ai lavori, non può che sorprendere la precocità con cui Zverev ha assestato la prima zampata nel circuito professionistico. Gli elogi trovano ulteriore cassa di risonanza nel parterre d’assoluto prestigio di Braunschweig, nell’anno qualitativamente secondo solo all’ appuntamento texano di Irving del marzo scorso. Ho avuto modo di ammirare di presenza il giovane tedesco a Caltanissetta. Mi aveva dato l’impressione di essere un pò arruffone nel tessere le trame di gioco. Poca pazienza nel gestire gli scambi in difesa, durante i quali troppo spesso mancava di umiltà, disdegnando di giocare palle interlocutorie per recuperare un tempo di gioco. Wimbledon in settimana ha distratto un pò tutti, ma non si vince per caso con Kamke, Souza, Golubev e, dulcis in fundo, Mathieu. Se sono ben noti i limiti caratteriali del francese, comunque andato avanti 6-1 prima della rimonta d’orgoglio del tedesco, si trattava pur sempre di una ”prima” per Zverev, di un esordio, nel quale ha ben figurato oltre le aspettative. Parlare di tedeschi prematuri nell’approdo a risultati di prestigio, instilla sempre quella buona dose di speranza nei vertici tennistici tedeschi, memori delle gesta di un nerboruto biondo di Leimen, vittorioso a Wimbledon appena a tre mesi in più di Alexander. Primo turno per Matteo Viola, sconfitto per mano del kazako Golubev. Altro buon piazzamento per il serbo Nikola Cacic. Proveniente dalle qualificazioni e dalla retrovie del ranking ATP, il balcanico oltre ad aver messo in fila gli scalpi di Carreno Busta, Dzhumur e Schwartzmann, fa segnare un invidiabile week change di 218 posizioni, valevoli il best ranking di numero 330 ATP. Le clasisfiche, a onor di cronaca, sono state aggiornate bisettimanalmente, come tradizione durante ogni major.
WINNETKA, 50000$, HARD. Nel pluridecennale appuntamento dell’Illinois en plein di vittorie per lo statunitense Denis Kudla, trionfante in entrambe le discipline di singolo e doppio. Finalista del torneo di singolare il granatiere uzbeko Farrukh Dustov, soccombente con un periodico 6-2 alla verve dell’americano. Per il nativo di Kiev prova molto convincente specie ai quarti, nei quali s’è sbarazzato rapidamente del connazionale Tim Smyczek, già due volte finalista a Winnetka e sempre temibile sulle superfici rapide. Buona prova anche del qualificato a stelle e strisce Mackenzie McDonald, classe 1995, capace di contenere la potenza della pertica aussie Samuel Groth e l’atletismo dello zimbambwiano Takanyi Garanganga, prima di cedere sotto i colpi dell’abile battitore uzbeko, futuro finalista. Fuori al primo turno la stella downunder Thanasi Kokkinakis. Non proprio un’iniezione di fiducia per il giocatore di origini greche ( vieppiù, nella settimana della consacrazione di Kyrgios a Church Road) , che ha saputo comunque riparare alla settimana negativa trionfando nel doppio con Kudla. Per il ventunenne di origini ucraine balzo alla centoventesima posizione. Retrocesso oltre i primi cento, la vittoria americana può essere un buon viatico per ritoccare quel best ranking di numero 90 ATP, raggiunto un anno di questi tempi.
TODI, 35000€, RED CLAY. Accreditato della quarta testa di serie, lo sloveno Alijaz Bedene si aggiudica l’ottava edizione degli internazionali di tennis dell’Umbria. Succede nell’albo d’oro all’iberico Pere Riba, non presente ai nastri di partenza quest’anno. Finalista il magiaro Marton Fucsovics, sconfitto col punteggio di 2-6 7-6 6-4. Tra gli italiani solo Filippo Volandri è riuscito ad approdare al secondo turno, pur non senza grattacapi con la wild card Marcora, soccombente solo alla terza partita. Grande prova di agonismo dello sloveno, che ha prevalso in ben quattro incontri su cinque alla terza partita, riccorrendo al tie break in diverse circostanze. Per il nativo di Lubiana settimo titolo challenger in carriera e balzo in classifica di dodici posizioni. Nel doppio vittoria del duo argentino Duran-Gonzalez sulla sempre più affiatata coppia Ghedin-Grassi, ormai abituali frequentatori della disciplina nel tour cadetto.
MANTA, 40000$, HARD. Nella tappa equatoriale centr’americana ad imporsi è stato il transalpino Adrian Mannarino, vittorioso in finale sull’albiceleste Guido Andreozzi con lo score di 4-6 6-3 6-2. Sorride al figlio d’arte Emilio Gomez la tappa di casa. L’ecuadoregno ha saputo issarsi sino in semifinale, profittando al massimo della spinta del pubblico di casa. Semifinale per l’americano Chase Buchanan, che conferma il suo positivo momento di fiducia e di forma. Subito fuori Gonzalo Lama, promessa del tennis andino ma stoppato dal giocatore autoctono Giovanni Lapentti con un eloquente 6-3 6-1. Nota di colore del torneo: il vincitore, prima testa di serie, iscrittosi in ritardo nel novero dei partecipanti, ha dovuto peregrinare sin dalle qualificazioni, dove ha superato con irrisoria facilità due ecuadoregni. Stesso destino per in numero due del seeding, Facundo Bagnis.