Le origini del tennis secondo alcuni miti popolari risalgono addirittura al lontano medioevo, che da prima si passavano la palla a mani nude, poi con un guanto che a causa di alcuni piccoli e rudimentali cambiamenti tecnologici si è evoluta in una rudimentale racchetta fino ad arrivare ai giorni nostri. Durante questi vari anni, considerando soprattutto la storia più recente, ha visto epici duelli e sfide che per un motivo o per l’altro rimarranno scritte come pagine di storia come il match più lungo di sempre, con tutte le info in questo articolo nel quale si cercherà di raccontare una vera e propria maratona tennistica.
Il 22 Giugno 2010 il tabellone di Wimbledon, storico torneo che si disputa ogni anno nei pressi di Londra e considerato un must per giocatori e appassionati che aspettano ogni anno l’evento con trepidazione e felicità si sfidano l’americano John Isner e il suo avversario Nicolas Mahut. I due atleti scendono in campo pronti a dare il meglio e sperare così di vincere la partita e approdare al turno successivo, ma sicuramente non hanno idea di quello che gli aspetterà quel pomeriggio.
Lo statunitense, all’epoca al numero 25 del ranking è alto più di 2 metri, motivo per cui viene soprannominato Long John. E’ un giocatore offensivo che tra le migliori abilità ha il servizio e un diritto potente che gli permette di poter conquistare velocemente la rete guadagnando così il punto. Il suo colpo prediletto è il servizio, letale ed efficace con una prima palla tirata molto velocemente, ed è considerato uno tra i primi al mondo per qualità e numero di ace. Il francese invece attualmente è fuori dalla top 250, si trova più a suo agio sull’erba e talvolta sfrutta l’imprevedibilità del rovescio ad una mano.
Il loro incontro, durò ben 3 giorni per un complessivo di 11 ore e 5 minuti, record storico che a distanza di anni sarà difficile da battere. Alle 18.18 del 22 giugno i due contendenti entrano sul campo 18 e iniziano la loro partita con i primi due set che durano circa una mezzora l’uno e terminano con il punteggio di parità di 1 a 1, con Isner che si era portato a casa il primo set per 6-4 e il francese che aveva portato il punteggio in parità con un 6-3. Il terzo set è ancora più equilibrato e per stabilire chi andrà sul 2 a 1 c’è bisogno del tie break che si conclude per 7-6 a favore dell’francese con Isner che con lo stesso punteggio porterà il match sul 2 a 2. A questo punto sono le 21.03 e a causa del buio l’arbitro decide di sospendere il match dandosi appuntamento al giorno successivo.
L’appuntamento è sempre al campo numero 18 alle ore 14.07 con il duello che si fa sempre più acceso e appassionante. Dopo 7 ore di fila nel quale si avvicendano vari raccattapalle, l’arbitro, rimasto quasi stoicamente al suo posto, decide alle 21.10 di fermare nuovamente la partita quando la notte sta calando sopra il cielo di Wimbledon anche se il punteggio sul tabellone è ancora in parità, recitando infatti 59 a 59. Il match riprende per il terzo giorno consecutivo alle 15.42 e termina solo alle 16.48 con la vittoria da parte di Isner dopo un totale di 11 ore e 5 minuti di gioco: 6-4, 3-6, 6-7, 7-6, 70-68 il punteggio.
Al termine della partita entrambi i giocatori hanno ottenuto un riconoscimento ed è stata messa una placca commemorativa per ricordare questo storico match proprio lì sul campo 18. Questo record e altri realizzati nella stessa partita saranno difficili da battere, anzi attualmente quasi impossibile visto che sono cambiate le regole e praticamente in tutti i tornei è stato introdotto il tie break. Isner, arrivato al turno successivo è stato eliminato in quello che per ironia del destino è stato il match più corto con Thiemo de Bakker che ha approfittato della stanchezza dell’avversario per passare al turno successivo. L’anno dopo i due si incrociarono nuovamente sempre a Wimbledon ma la sfida durò molto meno anche se fu sempre l’americano a trionfare.