(Filippo Volandri – Foto Nizegorodcew)
di Piero Emmolo
SAN PAOLO (220000$, terra) La settimana passata avevamo chiosato questa rubrica riponendo sincere aspettative di risultati di buon livello per il nostro Filippo Volandri; nell’appuntamento brasiliano il livornese ha infatti destato per alcuni tratti le sembianze tennistiche di quel giocatore che nel 2007 aveva ammaliato con le sue pindariche traiettorie l’Italia del tennis al Foro Italico. Adesso l’azzurro avrà anche qualche primavera in più ma l’estro ed il braccio da campione non sono mai venute meno; qualità che, abbinate ad una inusitata carica di fighter che lo ha contraddistinto in tutta la settimana carioca, lo hanno portato alla vittoria finale. “Corsi e ricorsi…tennistici”, intitoleremmo il grande risultato di Filo: il toscano aveva infatti esordito proprio avverso il co-protagonista della finale, il colombiano Alejandro Gonzalez, che in una nemesi storico-settimanale ha visto tramutare sè medesimo da carnefice a vittima. Non penso di esser tacciato di eresia tennistica nell’affermare che quanto a naturalezza e timing di palla, il rovescio di Volandri sia uno dei più belli del circuito; magari lo si potrà additare di non aver ovviato nel tempo al suo limite, prima mentale poi tecnico, a mio avviso, della pressochè esclusiva competitività su terreni lenti ma il talento e i risultati di livello sono indiscutibili. Il prototipo di giocatore ai vertici ATP non può infatti al giorno d’oggi esimersi dal possedere un discreto eclettismo ed un buon feeling di gioco all court. Ma Filo merita di essere osannato comunque per la tenacia e la perseveranza con la quale è uscito indenne tanto nello “spareggio” all’ultimo turno del round robin contro l’olandese Jesse Huta Galung, quanto in semi e in finale rispettivamente contro il russo Teymuraz Gabashvili e il suddetto Gonzalez. Una costante rincorsa quella dell’italiano, che anche nel secondo match del RR contro l’ucraino Nedovyesov aveva dovuto rimontare un set di svantaggio. Il torneo,a discapito del ricco montepremi in palio, è stato purtroppo televisivamente coperto solo sulle frequenze brasiliane; ciò ha comportato un detrimento di visibilità per un appuntamento ricco di giocatori di buon livello. L’allievo di coach Fanucci balza dalla 90-esima alla 70-esima posizione e si candida prepotentemente ad una convocazione per l’appuntamento di Davis Cup a Mar Del Plata contro gli argentini, orfani della punta di diamante Del Potro ( che con un comunicato ha fatto sapere della sua assenza non senza qualche inciso polemico figlio di una querelle che non sembra placarsi). 4-6 6-4 6-2 in un’ora e 52 minuti il risultato a favore del toscano, che col nuovo ranking può ambire ad un incasellamento direttamente nel main draw degli appuntamenti prodromici all’Australian Open.
HELSINKI (42500$, cemento) Il finnico Jarkko Nieminen coglie l’occasione casalinga e fa suo il torneo della capitale scandinava; il mancino di Maskü ha ostentato una sicumera padronanza dei propri mezzi durante tutto l’arco di svolgimento del torneo, rischiando però di soccombere all’estro del tedesco Jan Lennard Struff in semifinale ma facendo prevalere alla partita decisiva la maggiore esperienza del veterano. In finale il lituano Ricardas Berankis ha racimolato solo 4 games non riuscendo mai ad impensierire il più quotato avversario: 6/3 6/1 lo score finale. Per Nieminen una vittoria che smentisce parzialmente il trend abitualmente negativo con le finali: ben 11 infatti le finali perse nel circuito ATP al cospetto di due soli titoli (entrambi “downunder” in Australia).
GUAYAQUIL (50000$, terra) Trionfo per l’argentino Leonardo Mayer nell’appuntamento sulla terra rossa ecuadoregna; il 26-enne di Corrientes ha prevalso sul portoghese Pedro Sousa col punteggio di 6/4 7-5. Il finalista, omonimo del connazionale Joao, primo portoghese nella storia a centrare un titolo Atp, centra la sua seconda finale nel circuito challenger in stagione. Il torneo americano ha fatto registrare anche il miglior piazzamento in carriera in un appuntamento challenger per il marchigiano Gianluigi Quinzi, capace di issarsi sino in semi, stoppato solo dal vincitore del torneo al terzo set. Ottimo risultato per la giovane speranza azzurra, che dimostra di possedere un bagaglio tennistico ed un repertorio tecnico tale da renderlo un giocatore eclettico, capace di adattarsi al duro e alla terra. Se dopo la vittoria di Londra ci si aspettava una risposta alle inevitabili pressioni che la stampa avrebbe riposto su di lui, Gianluigi sta dimostrando di avere la tempra caratteriale per sopportare il tourbillon mediatico innescatosi dopo un risultato di così eccellente livello. Predica calma papà Quinzi che però ha destato soddisfazione per il buon piazzamento del figlio. Nota cronachistico storica la vittoria dell’italiano su Emilio Gomez, figlio d’arte del campione degli Open di Francia 1990, Andres (presente sugli spalti per supportare gli avvicendamenti tennistici del figlio).
LIMA (50000$, terra) Vittoria dell’argentino Horacio Zeballos nell’appuntamento andino; il giustiziere di Nadal in quel di Viña del Mar ha così palesato anche in questa seconda tranche di stagione di optare decisamente per una dimensione tennistica di rango minore, facendo suo l’ottavo titolo challenger in carriera. La vittoria cilena sul numero uno del mondo assume sempre più i connotati di un exploit occasionale per un giocatore comunque in grado di costruirsi una classifica di tutto rispetto giocando pressochè esclusivamente tornei challenger. In finale il talentoso mancino di Mar del Plata ( prossima sede del primo turno di Davis contro l’Argentina per i nostri azzurri) ha liquidato in tre set col punteggio di 6-7 6-3 6-3 il connazionale Facundo Bagnis.
CHAMPAIGN (50000$, cemento) Vittoria del giocatore di casa Tennys Sandgren nel torneo a stelle e strisce; il giocatore, che il nome potrebbe far sembrare un autentico predestinato, ha avuto la meglio in finale sull’australiano Samuel Groth col punteggio di 3-6 6-3 7/6. Sandgren ha comunque risolto il dubbio amletico che lo attanagliava solo qualche anno fa: posto al bivio se continuare gli studi universitari e rappresentare il proprio college universitario come migliore asso della squadra o diventare un professionista, il giocatore di Gallatin ha optato per quest’ultima piazzando l’acuto decisivo in un’annata scevra di particolari soddisfazioni agonistiche. L’appuntamento dell’Illinois conclude il lungo tour sul cemento americano.
YOKOHAMA (50000$, cemento) Successo in terra nipponica per l’australiano Matthew Ebden; in finale l’idolo autoctono Go Soeda ha dovuto deporre le armi dopo tre set molto avvincenti ma che hanno visto l’aussie prevalere per 2-6 7-6 6-3 nonostante i bookmakers lo quotassero ampiamente sfavorito. Il sudafricano di nascita ma australiano d’adozione conferma così il positivo andamento nella seconda parte di stagione, assestandosi alla 78-esima piazza ATP e avvicinandosi al suo best ranking di numero 61. La tournee asiatica nel Sol Levante può sicuramente considerarsi foriera di soddisfazioni per il 25-enne di Durban, appropinquatosi al challenger orientale tennisticamente in fiducia per il trionfo nel torneo di casa a Melbourne di due settimane fa.