(Simone Vagnozzi – Foto Nizegorodcew)
di Sergio Pastena
Mentre scrivo sul Campo 1 del torneo Atp 500 di Barcellona c’è un tennista sconosciuto ai più che sta combattendo con l’ex numero uno del mondo Juan Carlos Ferrero e conduce 6-7 6-4 2-1 senza break. Probabilmente nessuno avrebbe pensato di ritrovarsi negli ottavi di finale non Starace, non Fognini, bensì Simone Vagnozzi da Ascoli Piceno ma residente, come informa il sito Atp, nell’ameno paesino di Castorano, poco più di duemila anime sull’Appennino.
Nessuno avrebbe ritenuto possibile una cosa del genere perché Vagnozzi, classe 1983, la carriera l’ha spesa tutta nei tornei minori: uno dei tanti onestissimi faticatori da Challenger, un Di Mauro senza il best ranking di Di Mauro, un Crugnola senza la partecipazione ad uno Slam. Miglior classifica al numero 165, Vagnozzi vantava prima di questo torneo solo due vittorie nel main draw di tornei maggiori: l’ultima a Bucarest, l’anno scorso, contro il modesto romeno Copil, l’altra a Casablanca nel lontano 2004 contro il monegasco Lisnard. Nessun avversario di grido, insomma. E mentre parlo Vagnozzi breakka Mosquito e va 3-1 nel set decisivo.
Perché mai un tennista dal gioco divertente, con una buona mano e abbastanza promettente non riesce ad andare al di là di un Challenger vinto a Marburgo nel 2010 e quattro titoli Futures? Perché deve limitarsi alla soddisfazione molto platonica di una finale Atp di doppio (Bastad 2010, in coppia con Seppi)? Semplicemente perché Simone ha una struttura fisica a dir poco leggerina: alto 1.75 per poco più di 60 chili di peso forma, la sua palla non ha pesantezza. Oggi contro Ferrero, che certo non è uno degli armadi del circuito, paga quasi dieci centimetri e oltre dieci chili. Eppure lotta alla pari, non si scoraggia per un primo set perso dopo che era andato a servire sul 6-5 e non ne vuole sapere di mollare, anche se incassa il controbreak immediato di Ferrero.
E dire che, ottenuta la qualificazione, il primo turno sembrava improbo nel derby italiano contro Fognini: perso il primo set 2-6 Vagnozzi si era portato avanti 4-2 nel secondo quando il ligure è stato costretto a dare forfait per un infortunio all’anca. Bel colpo di fortuna, han pensato in tanti, ma ora Juan Monaco lo massacra. Eh già, parliamo di uno col best ranking al numero 13 e tre tornei vinti in carriera, mica pizza e fichi. Se poi dall’altra parte c’è uno che non ha mai battuto un Top 100 in carriera… E invece Simone da Ascoli decide che è giunto il momento di rompere le catene e lo fa nel modo migliore, spazzando via con un 6-3 6-2 l’argentino in un modo che neanche il più incallito degli ottimisti si sarebbe aspettato. Ottavi di finale, missione compiuta. E intanto Ferrero lo aggancia sul 3-3.
Dall’altra parte della rete ti trovi uno che ha vinto il Roland Garros, solo il pensiero potrebbe farti venire la voglia di girare i tacchi e andartene, ma non è il caso di Vagnozzi. Corre, suda, ormai ci crede e ci credono i tifosi costretti ad un malinconico e sfiancante refresh del livescore da una programmazione che nega a Simone il palcoscenico anche nel momento più altro della carriera. Poco male, al palcoscenico tanto non è abituato, ma lo spettacolo che sta offrendo è di prima qualità, anche se Ferrero breakka ancora e va 4-3.
Il primo set è molto tirato, Vagnozzi mette un’altissima percentuale di prime di servizio, quel servizio peso piuma che è sempre stato uno dei suoi limiti, ma riesce a difendersi anche sulle seconde convertendone una marea. Non basta a non farsi breakkare, ma anche Ferrero alla battuta non ha vita facile e si arriva sul 6-5 per Simone, al servizio. L’ascolano va 15-40, perde il servizio e parte in maniera disastrosa nel tie-break: 0-4, Ferrero chiude 7-3 e la partita sembra compromessa. Ferrero tiene, 5-3.
Nel secondo set, però, Simone tira fuori il meglio di sè e prova a rovesciare il match: fa il break, tiene il servizio e si ritrova 5-2. A quel punto ancora una volta sembra venire meno, perde il servizio ma, sul 5-4 e servizio Ferrero, si porta 0-40 e riesce ad allungare la partita al terzo set. Simone non molla, 5-4.
E arriviamo al terzo set… Ferrero è avanti 5-4 40-30, seconda di servizio. Purtroppo converte il primo match point utile per la gioia del pubblico spagnolo. Per lui vincere un terzo turno di un Atp 500 è tutto sommato routine, però: consentiteci di dire che gli applausi oggi sono tutti per Simone Vagnozzi. Chapeau!
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