di Marco Marangoni
29 anni tutti racchiusi in una data: non quella di oggi, giorno per l’appunto del suo compleanno, ma quella del 26 giugno 2013 quando Sergiy Stakhovsky battè Roger Federer nel secondo turno di Wimbledon per 6-7 7-6 7-5 7-6. È vero che il tennista nativo di Kiev è ancora in tempo per scrivere altre pagine della sua storia tennistica, ma possiamo scommettere che difficilmente un’altra singola partita potrà solo avvicinarsi alla grande impresa di un anno e mezzo fa quando Stakhovsky mise fine al record di quarti di finale consecutivi negli Slam (36) di Sua Maestà Federer, che tra l’altro si presentava a Londra da campione in carica. Fu anche la sua prima vittoria contro un Top 10 in carriera (ne ha ottenuta una seconda l’anno successivo, sempre a Wimbledon, contro Ernest Gulbis). Una carriera che oggi prosegue al numero 58 ATP (nel ranking della prima settimana del 2015) e che non ha avuto quei picchi che un giocatore dal rovescio così potenzialmente devastante poteva ottenere.
Nell’anno che si è appena concluso il suo bilancio è stato di 20 vittorie e 20 sconfitte, senza alcun particolare acuto se non qualche buon risultato a livello challenger a fine stagione. Probabilmente anche lui stesso si aspettava qualcosa in più dopo la semifinale di inizio stagione a Sydney (partito dalle qualificazioni, si è issato fino alla semifinale battuto dal padrone di casa Tomic in tre set). Invece è arrivato molto poco, ma di Stakhovsky, nel 2014, si è parlato comunque molto, soprattutto negli ultimi mesi. Come già raccontato a Ottobre dal nostro Salvatore Greco, il tennista di Kiev non è rimasto in silenzio di fronte alle questioni che il suo Paese ha dovuto affrontare nell’ultimo anno. Fortissimo l’amore per la sua patria tanto da fargli ammettere, dopo la prematura eliminazione all’ultimo US Open (nettamente sconfitto in tre set da Andreas Seppi) che la sua annata sportiva è stata letteralmente distrutta dal pensiero dei conflitti bellici che coinvolgono l’Ucraina. Stakhovsky aspettava la sosta invernale per rinfrescare anche la mente, nella speranza che le questioni che riguardano il suo Paese si risolvano e di potersi concentrare nel miglior modo sulla sua professione.
A questo riguardo, il 2015 partirà con una interessante novità: Fabrice Santoro è il suo nuovo allenatore. Un binomio interessante, con Santoro che dovrà cercare di passare la sua capacità di lettura tecnico tattica al match ad un giocatore che si approccia alle partite con un modo di giocare completamente diverso rispetto a quello del francese. Chissà che grazie all’aiuto di Santoro, Stakhovsky non riesca a rimpinguare il suo bottino di vittorie nel circuito maggiore che tra l’altro porta qualche spunto interessante.
Il 29enne ucraino ha vinto il suo primo ATP nel marzo del 2008 a Zagabria: dopo aver perso da Kavcic nel terzo turno di quali, il ritiro di Llodra lo porta nel tabellone principale come Lucky Looser. E 17 anni dopo Christian Miniussi, un tennista vince un torneo ATP da Lucky Loser. Momento dunque significativo per Stakhovsky che a 22 trova la prima grande gioia della carriera. Ad oggi il suo record è ancora lindo di sconfitte in finali ATP: 4 finali e 4 successi. Dopo Zagabria nel 2008, batte Zeballos a San Pietroburgo nel 2009, Tipsarevic a S’Hertogenbosch e Istomin a New Haven nel 2010.
Tanti auguri Sergiy e che il 2015 ti regali almeno un’altra data da ricordare, avvicinabile a quel 26 giugno 2013.
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