di Marco Mazzoni – @marcomazz
Dopo la serie infinita di “sberle” tennistiche ricevute da Nadal, era difficile prevedere una vittoria così netta del ceco sul campionissimo iberico. Era necessario un concorso di colpe, di concause a scatenare da un lato la potenza di Tomas e dall’altro a deprimere le armi tecniche e tattiche che, nel tempo, avevano creato un gap così abissale negli head to head.
Perché Berdych ha quasi sempre perso contro Nadal? Incompatibilità tecnica e mentale quasi assoluta. Il ceco è forse il miglior colpitore puro del circuito per potenza, capacità di accelerazione e precisione. Ma il suo tennis è così estremo nella spinta che per esser vincente ha bisogno di tempo di impatto su palle non così sporche di spin, visto che le sue traiettorie sono sempre al limite, con l’ossessione della ricerca della riga alla massima velocità e con zero margine sul nastro. Inoltre il tennis “estremo” di Berdych è così intenso e spregiudicato da non poter esser molto continuo, e basta un niente per fargli perdere quelle sensazioni positive che lo rendono a volte ingiocabile. Nadal è praticamente l’incarnazione di quello che lo può mandare in bambola. Gli rimette tutto, gli fa giocare una serie infinita di colpi e quindi aumenta in modo esponenziale il numero di tentativi necessari a fare il punto, e quindi anche il numero di errori visti i rischi che si prende nella spinta. Soprattutto costringe il ceco a tirare le sue bordate piatte su palle così avvelenate di spin da rendere l’impatto mai pulito e con discreto margine. Con le debite proporzioni, problemi tecnici simili a quelli sofferti da Roger, soprattutto sul rovescio, e che hanno spostato la bilancia dei loro head to head nettamente a favore del “toro” di Manacor.
Cosa è accaduto oggi a Melbourne per produrre un match totalmente ribaltato sul piano sportivo? Si sono scatenate una serie di concause per una volta totalmente favorevoli a Tomas. Da un lato infatti un Nadal senza le migliori gambe, che non è quasi mai riuscito a difendersi con continuità e con palle abbastanza lunghe, quindi facilmente aggredibili dal suo potente rivale; e poi anche un Nadal che ha servito così così, che non è riuscito ad spostare la partita sulla rissa agonistica punto su punto, dove la tensione sale alle stelle e dove Rafa “sguazza”, mentre Tomas è costretto a pensare troppo e sulla tensione perde fluidità e quindi sicurezza.
Dall’altro lato però si visto anche un Berdych per una volta diverso. Per certi versi quasi nuovo, o almeno in una giornata in cui gli sono riuscite tutte insieme delle cose differenti, che hanno spostato l’equilibrio tecnico e tattico nettamente a suo favore. Roba mai vista, e chissà se ripetibile. Lo sapremo già dal prossimo match, una semifinale altrettanto complicata contro Murray. Di certo l’avvio di stagione di Berdych non è tanto peggiore e diverso da quello di Wawrinka 2014. A buon intenditor…
Ma tornando alle novità di Tomas, ecco qua un piccolo quadro in 4 punti, quelli che ho ammirato stamani e che potrebbero essere l’ultima definitiva evoluzione del ceco verso il successo. Sempre se, sottolineo, non è stato solo un giorno di grazia in cui tutto, ma proprio tutto, è girato per il verso giusto, portando in campo un tennista non solo formidabile nella spinta ma per una volta anche un tantino “smart”, più accorto, lucido ed efficace.
1) Don’t rush! Stranamente Tomas aveva ritmi di gioco non folli. Prendeva un attimo di tempo in più tra un punto e l’altro. Come se pensasse (sì!) prima di servire, senza affrettarsi e giocare come in trance una serie di punti uno uguale all’altro. Per un giocatore totalmente istintivo, che basa il suo tennis e le sue vittorie sulle buone sensazioni più che sulla tattica, è qualcosa di sconvolgente, in positivo ovviamente. Affermo in modo forse ardito che Tomas stamani “pensava” come giocare il punto, come a fare una veloce analisi della situazione, o almeno un piccolo reset ad interrompere quella frenesia controproducente.
2) Più Veloce e “leggero”. Evidente come negli spostamenti sia da inizio stagione più rapido. Con quella stazza era l’altro punto di domanda e grande suo limite, insieme all’aspetto mentale. Forse è anche leggermente dimagrito, o comunque ha lavorato di brutto con Vallverdu negli spostamenti. Tomas in questo 2015 è più rapido nel primo passo, scatta più velocemente, arriva meglio in corsa al momento dell’impatto, è meno pachidermico nella situazioni di contro piede. Questo fa sì che contro un Nadal arrivasse meglio e avesse una posizione migliore sulla diagonale di rovescio, dove sfidando il perfido drittone velenoso di Rafa ha perso gran parte dei loro match. Annullare o almeno ridurre questo mismatch è stato un fattore determinante a produrre questo risultato.
3) Servizio meno bomba e più lavorato. Tirare quasi solo botte piatte alla massima velocità è un grande regalo per un ribattitore fantastico come Nadal: gli dai una palla consistente ma pulita da impattare, che se non è quasi vincente grazie all’angolo è rigiocata abbastanza lunga in ribattuta. Oggi Tomas, con un Nadal molto fuori dal campo a rispondere, ha servito forte ma variando molto di più, e scegliendo percentualmente in prevalenza una palla più carica di effetto kick, che dava così meno punch a Rafa per esser ribattuta. Inoltre l’iberico, nonostante servizi un po’ più corti, non si è mai avventurato troppo nei pressi della riga (avrebbe chiuso di più l’angolo e quindi guadagnato punti) perché temeva la botta al centro o angolata, che ogni tanto Tomas cercava. Su questi servizi più lavorati Nadal è andato spesso in difficoltà, perché è rimasto molto dietro e con risposte un po’ corte (anche per esser non così tonico sulle gambe nella spinta) e quindi con troppo campo da difendere; mentre Tomas è stato bravo ad aggredire le risposte più corte, facendo molti punti al secondo colpo. Questo grazie anche al punto seguente, fondamentale e davvero rivoluzionario per Berdych
4) Non solo sulle righe. Abbiamo ammirato decine di winners a grande velocità di Tomas, alcuni balisticamente impossibili, come è nel suo DNA. Ma moltissimi punti oggi sono arrivati da grandi accelerazioni ma con certo margine di sicurezza. Colpi potenti, angolati, a far giocare Rafa in corsa ma con un insolito (per lui) mezzo metro di margine di sicurezza rispetto alle righe. Colpi veloci, spesso anticipati, ma più dentro al campo, su cui Nadal era comunque in difesa massima e quindi che gli hanno portato errori difensivi o anche diversi vincenti senza prendersi il massimo del rischio. Aspetto totalmente nuovo per lui, troppo amante del pizzicare la riga e cercare il massimo rischio. Una novità terrificante, che se resterà nel suo gioco potrebbe esser clamorosa come impatto generale, perché lo porta a sbagliare di meno, quindi regalare molti meno punti e crearsi invece situazioni di vantaggio incredibili.
Si dice che i cechi maturano tardi in genere, lo dimostra la loro storia. Berdych non è più un giovincello, ma è tutt’altro che vecchio. Andrà visto se questa serie di novità è stata una fortunata combinazione astrale, oppure se sarà l’inizio di un Berdych davvero nuovo, ugualmente esplosivo e vincente ma meno spregiudicato e più accorto. Giù il cappello Tomas per il match di oggi. O forse, che sia proprio l’assenza dell’immancabile cappello a regalargli nuovi orizzonti?
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