di Daniele Sforza
Molti sicuramente si ricorderanno questo nome a riguardo del match di quest’anno a Wimbledon quando, partendo dalle qualificazioni, Tim Puetz stupì tutti (anche gli appassionati) e raggiunse il secondo turno del tabellone principale (battuti Martin, Bemelmans, Fucsovics, Gabashvili) arrendendosi soltanto a Fabio Fognini, dopo essere stato vicino a conquistare il terzo set che lo avrebbe portato avanti 2 set a 1. Tim Puetz non deve essere ricordato solo per questo, anzi. Tim è nel circuito, senza aver giocato da junior, soltanto da 4 anni (ci è entrato quindi a 22) e partendo da 0 è riuscito ad arrivare nei top 200 (b.r al 195 quest’anno). Il perché del ritardo? Facile, college americano con laurea triennale che gli garantisce un doppio futuro, nel caso in cui il lavoro da tennista non dovesse andare bene.
Quando hai iniziato a giocare a tennis?
Allora, ho iniziato a giocare a tennis fin da piccolo in quanto mio padre era un maestro di tennis e così non è stato inverosimile giocare a tennis.
Non hai giocato nel circuito junior, hai iniziato nei pro nel 2006, poi non hai giocato per 4 anni. Cosa è successo durante questo periodo di tempo?
Ho giocato un torneo o 2 nel 2006, solo per divertimento visto che non ero molto bravo e solo perchè erano vicino a casa. I 4 anni seguenti sono stato negli Stati Uniti per andare all’università (Auburn University, Alabama) e ho finito ottenendo la mia laurea triennale e completando gran parte del mio Master.
Qualcosa a riguardo della tua esperienza in America. Quanto è stato importante per te studiare ed allenarti allo stesso tempo? Cosa pensi a riguardo delle università americane?
Per me l’università americana è stata semplicemente la cosa giusta e non dico che questo valga per tutti. A 19 anni non ero pronto per giocare a livello pro, il mio corpo non lo era. I 4 anni e mezzi in America mi hanno aiutato tantissimo a crescere come persona, fisicamente e mentalmente. Dopo questo tempo mi sono sentito pronto per giocare a tennis ad un buon livello e allo stesso tempo sono riuscito ad ottenere una lauera, in modo che se il tennis non fosse andato bene avrei avuto un ottimo piano B. Molti giocatori non hanno questa opzione e di conseguenza io ho sentito meno la pressione. Posso divertirmi con il tennis fino a quando voglio e se, ad un certo punto, non dovessi più divertirmi so che posso fermarmi e fare altro.
Puoi descrivere il tuo modo di giocare? Qual è il tuo colpo migliore?
Amo giocare il colpo in risposta, penso sia uno dei miei colpi migliori insieme al servizio. Cerco sempre di giocare in modo aggressivo, a volte troppo.
Stai giocando molto bene sia in singolo che in doppio, spesso con Dominik Meffert. Come ti senti a giocare con lui? Quanto è difficile giocare singolo e doppio? Qual è la differenza tra singolo e doppio?
Aiuta molto avere lo stesso compagno di doppio perchè la maggior parte delle volte ci si abitua l’uno all’altro e ci si trova più in fiducia. Questo è il caso mio e di Dominik e spero che giocheremo ancora più spesso in futuro. Normalmente gioco quasi sempre singolo e doppio ma a volte è difficile. Quando giochi un lungo match in singolare, dovresti riposarti e recuperare per il giorno dopo ma dopo vedi che hai il doppio la sera stessa e ti prende molto tempo. Nonostante tutto, amo giocare entrambi quando ne ho la possibilità. Il doppio richiedere differenti abilità rispetto al singolare, devi pensare molto velocemente, devi servire bene e avere un buon gioco a rete. In singolo a volte puoi combattere in un match più che in doppio mentre a volte il doppio è troppo veloce per iniziare a lottare.
Quest’anno sicuramente è stato un anno importante. Possiamo parlare sicuramente dell’esperienza a Wimbledon. Sei entrato nel Main Draw vincendo degli ottimi match contro Bemelmans e Fucsovics, poi hai battuto Gabashvili e sei stato vicino a vincere contro Fognini. Cosa puoi dirci di questa fantastica settimana?
Wimbledon è stato semplicemente un sogno! Ho giocato molto bene qui, anche perché l’erba si trova a meraviglia con il mio gioco. La sensazione è impossibile da descrivere, ero soltanto felice per aver passato le qualificazioni e tutto il resto non importava. Vincere contro Gabashvili e giocare un ottimo match con Fognini è stato soltanto un qualcosa in più.
Dove ti stai allenando? Chi è il tuo allenatore? In 4 anni sei migliorato tantissimo, anno per anno. Sei partito senza ranking e in 4 anni hai raggiunto la top 200. Ti aspettavi un simile risultato in solo 4 anni?
Mi alleno per la maggior parte del tempo a casa, a Francoforte, ho un allenatore con cui ho lavorato per un anno e ora sento che sto migliorando tantissimo il mio tennis. Non mi sarei mai aspettato di essere top 200 ma ho sempre pensato che fossi talentuoso e lavorando sodo sarei potuto migliorare. Non so ancora qual è il mio limite, forse la top 200, la top 100, 50, chi lo sa, posso solo continuare ad allenarmi e a migliorare, alla fine si vedrà.
Qual è il tuo programma per il resto della stagione? Quali sono i tuoi obiettivi per quest anno e per il futuro?
Per il resto della stagione giocherò le qualificazioni a Stoccolma, dove sono ora impegnato, poi Eckental, Ortisei e forse Brescia o Helsinki ma non sono ancora sicuro a riguardo di quest’ultima settimana. Quest’anno vorrei finire nei top 200 ma ho ancora molti punti da difendere e sarà difficile. L’anno prossimo vorrei giocare meglio di quest’anno e entrare nei top 150 ma tutto si vedrà.
La scorsa settimana ha battuto Kohlschreiber a Orleans. Cosa puoi dirci a riguardo di questo match?
Battere Kohlschreiber è stato veramente bello, sicuramente perché è il numero uno della nostra nazione e questo mi ha dato molta fiducia. Ho giocato un buon match e penso che lui non abbia giocato al meglio anche perché era un po infortunato ma è stata comunque una bellissima vittoria.
Qualcosa su di te. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Come ti descriveresti fuori dal campo?
Fuori dal campo posso dire di essere un tipo piuttosto calmo. Cerco sempre di andare lontano da un campo da tennis quando ne ho la possibilità. Mi piace incontrare amici, uscire per un drink, andare a un concerto, cose normali perché il tennis è stressante e viaggiamo tantissimo e riceviamo grandi attenzioni la maggior parte delle volte e per questo è bello essere semplicemente a casa ed essere normale per non pensare o parlare di tennis.
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