(Jiri Vesely – Foto Nizegorodcew)
di Marco Mazzoni
La stagione tennistica 2014 è ufficialmente partita. Oltre alla Hopman Cup, il tour maschile questa settimana scatta a Brisbane (molta curiosità per l’esordio di Federer, bellicoso nelle sue dichiarazioni recenti); a Doha con in campo Nadal, Ferrer e Murray ed altri; ed in India a Chennai, dove tra gli altri spicca il nostro Fognini, n.3 del seeding in un tabellone molto interessante che potrebbe portarlo in semifinale contro Wawrinka.
Proprio oggi in India esordio per il giovane ceco Jiri Vesely, opposto ad un semisconosciuto tennista locale (tale Nedunchezhiyan, come si pronuncerà???). Stento a credere che il mancino ceco trovi difficoltà insuperabili nel match, ma l’attenzione su di lui è molto alta. E’ il suo primo incontro dopo un infortunio patito a fine stagione scorsa, che pare completamente risolto. Ha vissuto il “piccolo smacco” di non esser stato convocato per la finale di Davis, vinta dai suoi compagni nella bolgia di Belgrado contro Mr. Djokovic. Quindi avrà lavorato forse con ancor più grinta per dimostrare di esser già pronto per lo squadrone nazionale. E per spiccare il volo verso i quartieri alti del ranking e dei grandi tornei.
Partendo da lui, provo a lanciarmi in un piccolo giochino di inizio stagione, ossia fare qualche nome di possibili sorprese. Giocatori che reputo pronti ad un salto importante, o che hanno qualcosa di speciale per lasciare un segno nel 2014.
Vesely ritengo sia il candidato n.1. Ha tutto quel che serve per diventare un “crack”, potenzialmente molto importante. Mancino, servizio devastante, una completezza tecnica da giocatore vero, affinata grazie alla scuola Ceca, la migliore al mondo dal punto di vista tecnico insieme a quella francese. Con un anno di Atp Tour sulle spalle (e forse anche troppi match disputati in un certo momento della scorsa stagione), credo abbia accumulato esperienze sufficienti a spiccare il volo. L’unico dubbio che nutro su di lui è relativo alla velocità “fine”. Ha un fisico davvero imponente, forse fin troppo in un gioco molto molto veloce. Su terra (dove ho potuto vederlo dal vivo) cercava fin troppo di controllare lo scambio, aspettando forse 1-2 colpi di troppo per lasciare andare il braccio. Visto sul veloce, era meno conservativo ed il servizio già faceva la differenza. Segnatevi questo nome, potrebbe essere la vera sorpresa (graditissima) del 2014.
Tra i meno giovani ma in netta crescita, mi ha piuttosto impressionato la seconda parte di stagione del canadese Pospisil. Classe ’90, il gigante di Vernon fu un brutto spauracchio nella nostra trasferta Davis a Vancouver. Già lì, quando ancora navigava al di fuori dei top100 ATP, aveva mostrato attributi tecnici ed agonistici. Misterioso come un ragazzone così alto si muova tanto bene. A volte tende a perdere la misura dei colpi, ma è uno che ha “la testa” del giocatore. Ci prova, intuisce il momento ideale per spingere e non scioglie, ma anzi moltiplica le forze al momento duro del match. Tanto da aver chiuso la stagione scorsa al n.32 del ranking e con ancora moltissimi margini di miglioramento tecnici e fisici. A tratti mi è parso più versatile e completo di Raonic, anche se privo di un’arma terrificante come il servizio di Milos. Se fossi un top player, non vorrei trovarmi Pospisil contro sul veloce nei primi turni di un grande evento… E’ un’altra mia piccola scommessa, non mi stupirei di vederlo a fine 2014 tra i top20 della classifica.
Non è più un giovane, ma il tedesco Reister (classe 1986) mi ha sempre affascinato per il suo tennis elegante, propositivo a tutto campo. Ha vissuto molti momenti “no”, anche per colpa di vari infortuni. Nel 2013 ha finalmente trovato un po’ di continuità, vincendo 3 Challenger e issandosi al suo best ranking (attualmente n.86). Il suo limite, oltre al fisico, è un gioco fin troppo rischioso, in cui cerca sempre di imporre i suoi attacchi e traiettorie, anche a costo di sbagliare. Pare nato in un momento opposto alle sue qualità, visto che oggi conta molto di più la consistenza e capacità di resistenza rispetto alla fantasia e tocco. Ma se la salute atletica lo supporterà, forse potrebbe essere un giocatore da prendere con le molle negli ATP 250, e di sicuro vederlo giocare vale sempre il prezzo del biglietto.
A Bercy è esploso il giovane talento Herbert, giocatore molto “anni 80” nel suo cercare la rete e provare soluzioni estemporanee. Di sicuro molti occhi saranno puntati su di lui, ma dall’inesauribile serbatoio francese seguite con attenzione il classe ’94 Lucas Pouille. Di lui avevo già scritto da Parigi, quando giocò un match molto interessante sul Lenglen contro Dimitrov. Da allora ha vinto un Challenger e soprattutto fatta molta esperienza. In Francia sono convinti che abbia la testa e anche il tennis per emergere a buon livello, già da questa stagione. E’ ancora indietro in classifica (204), ma il ragazzo conosce bene il gioco, ha una certa completezza tecnica e soprattutto un fisico potente, agile e molto resistente. Pare abbia tutto quel che serve per il tennis di oggi. Save the name…
Oltre a Vesely altro classe ’93 tutto da seguire è l’austriaco Dominic Thiem. La velocità del suo braccio è a tratti impressionante, soprattutto quando spara il dritto da una posizione leggermente spostata a sinistra: impossibile capire se tirerà uno schiaffo inside-out che muore angolatissimo appena al di là della riga del servizio (imprendibile), oppure un lungolinea last second a pizzicare la riga grazie ad un polso di ferro. Un gesto che ricorda quelli che col dritto hanno vinto più di uno Slam… Anche il servizio è già un colpo molto importante, con un caricamento delle gambe notevole a supportare un’accelerazione violenta. Gioca pure il rovescio ad una mano, chicca per chi ama il tennis “Doc”. Il suo idolo è sempre stato il connazionale Koubek, tutti si augurano che abbia un tantino più di testa a supportare un indiscutibile talento tecnico. Il 2014 sarà il suo primo anno importante, non mi attendo una esplosione clamorosa (magari!) ma buoni risultati che lo portino ben dentro ai top 100 assolutamente sì.
Chiudo con una piccola speranza: che il belga Goffin ritrovi la massima efficienza fisica, perché il suo tennis leggero e divertente torni ad illuminare il circuito maschile.
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