(Laurent Lokoli dopo la qualificazione ottenuta al Roland Garros 2014)
di Giorgio Giosuè Perri
Durante il corso degli anni, abbiamo assistito alla crescita e parallelamente alla scomparsa di molte scuole tennistiche europee e internazionali. Basti pensare alla Spagna degli ultimi 15 anni, al crollo U.S.A, alla sorpresa ceca, ma soprattutto al disfacimento del movimento svedese, che paga ancora oggi (pesantemente) il “dopo-Soderling”.
Se c’è, nel panorama Mondiale, una nazione capace di plasmare e sfornare giocatori sempre molto compatti, completi e talentuosi, è senza ombra di dubbio la Francia.
Ad oggi, i transalpini vantano il maggior numero di presenze nella Top 200. Parliamo di una nazione che per ogni fascia di età, ha i suoi pupilli. Troviamo nel giro di 12 mesi (tra il 1986 e il 1987) giocatori del calibro di Tsonga, Gasquet e Monfils, per spostarci a qualche anno prima con Benneteau, Roger-Vasselin, Mahut, Mathieu ed ancora tanti altri ottimi giocatori, chi ora più come mai nel pieno della carriera, come Herbert, chi ora più che mai alla fine, come Llodra. A far e a dar forza alla Francia come nazione tennistica, non è solo lo spropositato numero di giocatori ai nastri di partenza in qualsiasi categoria di torneo, ma la mentalità. Il presupposto da cui partiamo è tangibile e sotto gli occhi di tutti, visto che nel week-end appena trascorso, i galletti si sono qualificati per la finale di Davis lasciando le briciole ai detentori delle ultime due insalatiere.
La qualità del tennis nasce principalmente dalla voglia di fare dei ragazzi che si avvicinano allo sport, dal talento, ma soprattutto dalle capacità tecniche dei coach e dalle strutture di cui si può usufruire, e sotto questo punto di vista molte nazioni del mondo invidiano i possedimenti della Francia. Se vi è mai capitato di ascoltare un’intervista di un giocatore francese, avrete sicuramente fatto caso ad una cosa. Non fanno mai ricorso a scuse di nessun genere, e parlano di migliorare, sempre. Allo stesso tempo, questo capita con chi li segue e con gli esponenti della stessa Federazione, in crescita anno dopo anno. La cosa ancora più sorprendente, sotto un certo punto di vista, è la continuità con cui arrivano al grande tennis questi atleti. L’esplosione di Gasquet, messa in ombra da quella di Nadal o allo stesso tempo la storia di Tsonga, che al suo secondo Australian Open, centra la finale battendo, tra gli altri gli stessi Nadal e Gasquet ma anche Murray. Salta piacevolmente agli occhi, anche la versatilità di questi atleti, abituati a saltare da una superficie all’altra senza risentirne troppo, al contrario di tanti altri coetanei, soprattutto europei. Ma allora, chi saranno un domani giocatori francesi che prenderanno l’eredità dei ben più noti colleghi?
Da qui, la top 5 (in ordine sparso) dei giocatori che più potranno fare bene nei prossimi anni:
1) Laurent Lokoli (classe 1994) – Giocatore dotato di un grande fisico e di un’ottima personalità. Fondamentali precisi, forte col servizio e mobilità alle stelle. Come succede ai ragazzi dotati di esplosività e dinamicità, non è mai facile adattarsi al passaggio da Juniores a Professionista, per lui avvenuto poco più di un anno fa. Il giocatore, ad oggi, più simile a Tsonga, nella prima parte di stagione ha sofferto tanto, giocando principalmente Futures (senza andare mai oltre i quarti di finale), fino alla settimana prima del Roland Garros, dove nel Challenger di Bordeaux ha superato le qualificazioni issandosi fino agli ottavi di finale e appunto, sui di campi del Bois de Boulogne ha nuovamente centrato la qualificazione, arrendendosi al quinto set nel primo turno del Main Draw, a Steve Johnson. Molti margini di miglioramento, soprattutto dal punto di vista mentale e del colpo bimane.
2) Axel Michon (classe 1990) – (Foto a destra) Alto, biondo e col naso all’insù! Fisionomicamente, un francese tipo. Tecnicamente, si avvicina ad un tennis più “vecchio”, ragionato e con tante variazioni. Non ha un colpo definitivo e i fondamentali sono abbastanza leggeri, ma si muove bene ed è dotato di una grande mano. Diciamo che è un Paire con un po’ più di sale in zucco, ma serve crescere presto per diventare un ottimo giocatore, visto che gli anni stanno passando inesorabilmente
3) Lucas Pouille (classe 1994) – Fisicamente, il meno dotato, seppur vanti un metro e ottantacinque d’altezza. Servizio incisivo e rovescio a due mani molto solido, tra i 5 sicuramente il più versatile e il più costante, cosa che infatti ha dimostrato negli ultimi due anni, dove a livello Challenger e Futures si è già parecchie soddisfazioni. Ancora acerbo sotto tanti punti di vista, può crescere molto e iniziare a perdere un po’ di peso prima di iniziare la sua vera e propria scalata.
4) Tristan Lamasine (classe 1993) – Negli ultimi mesi è cresciuto veramente tanto, col rovescio fa i buchi per terra e con il dritto ha un timing sulla palla invidiabile, piedi fantastici ma servizio ancora non troppo incisivo, passaggio dai Futures ai Challenger non eccessivamente traumatico e ancora 21 anni all’anagrafe. Il 2015 sarà un anno importantissimo per il tennista di Thais che dovrà necessariamente tentare il passaggio agli ATP per diventare subito grande
5) Mathias Bourgue (classe 1994) – (Foto a destra) Più simile ad un giocatore americano che ad uno francese. Servizio e dritto sono le armi principali di questo ragazzo, che quest’anno è riuscito a vincere consecutivamente ben 6 futures (rischiando di mettere a serio rischio il record di Carreno Busta). Qualche problema di concentrazione e tante preoccupazioni legate alla mobilità, perchè ancora non dimostra maturità e in campo spesso e volentieri rifiuta lo scambio. In prospettiva, e con il tennis che si gioca nel 2014, è quello da tenere di più sott’occhio, visto che le attitudini sono quelle giuste.