Tenacia e senso dell’umorismo: lo spessore di Berrettini emerge nelle difficoltà

di Stefano Massari (all’indomani del primo turno di Matteo Berrettini agli Australian Open)

 

Quel che è successo all’inizio degli Australian Open ci dà esattamente l’idea della dimensione umana di Matteo Berrettini. È stato importante aver affrontato al debutto Brandon Nakashima, giocatore che esprime un tennis di livello molto alto e che è senz’altro più forte della classifica che ha, e averlo battuto nonostante un incidente di percorso imprevedibile come i problemi intestinali. Matteo si è dimostrato molto bravo a preparare le partite e a restare composto sotto il profilo mentale: emblematico il break effettuato a inizio secondo set dopo aver perso il primo. Matteo è bravo ad affrontare gli imprevisti, ha tante risorse tra cui tenacia e senso dell’umorismo: con Vincenzo Santopadre ha scherzato tanto riguardo quel che gli stava accadendo nello stomaco. Il suo spessore emerge soprattutto nei momenti di grande difficoltà.

Tanti tennisti si rivolgono ad un mental coach perché altri tennisti si rivolgono ad un mental coach. Siamo ancora in una fase di passaggio. Non tutti hanno capito il senso di lavorare con un mental coach. C’è chi ha capito che il mental coach è un altro allenatore, che quindi lavorarci significa lavorare di più, non avere un trucchetto per lavorare di meno. Altri invece si aspettano di avere a che fare con una sorta di stregone che dicendo una parola risolve i loro problemi. Resteranno delusi.

 

 

Stefano Massari è il mental coach di Matteo Berrettini e di altri tennisti professionisti

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