di Luca Fiorino
Periodo a dir poco concitato per il tennis belga. Se da una parte è stato un mese triste per via del ritiro dall’attività agonistica di Olivier Rochus, dall’altra si è assistito all’esplosione di David Goffin, autore di un finale di stagione impressionante. E’ proprio tra queste due figure di spicco che si inserisce un altro personaggio, sempre appartenente alla sacra terra della “Stella Artois”, Steve Darcis. Il tennista di Liegi ha trionfato in finale nel torneo challenger di Rennes contro Nicolas Mahut con il punteggio di 6-2 6-4. Numeri sbalorditivi del piccolo giocatore belga che ha realizzato il 90% di punti con la prima ed in risposta, sulla seconda di servizio del francese, è riuscito a conquistare ben l’84% dei punti. Un successo fondamentale che mancava dal 2011, anno che lo vide trionfare sia al challenger di Trani che a quello di Scheveningen. Un gioco vario e mai banale, dotato di un rovescio in back delizioso e da un’intelligenza tale da compensare i “soli” 178 cm d’altezza. Il suo nome inizia a farsi notare con più insistenza nel circuito Atp nel Luglio del 2007 quando 23enne vince il torneo di Amerstfoor, in Olanda, da numero 297 del mondo. A differenza di quanto si possa pensare, non riesce ad essere il tennista con classifica più bassa ad aver vinto un titolo Atp. Questo traguardo appartiene ancora oggi a Lleyton Hewitt che nel 1998 si aggiudicò il titolo di Adelaide occupando la posizione numero 550 del ranking mondiale. Darcis riuscì comunque a stabilire un nuovo record, forse ancora più difficile da raggiungere al giorno d’oggi: è l’unico tennista nella storia ad aver vinto nel corso della stessa annata almeno un torneo future, un challenger ed un Atp.
La crescita del gioco di Steve in questi ultimi tempi è un dato di fatto ma soprattutto una notizia confortante per tanti tifosi, specialmente per gli amanti del bel tennis. Un traguardo agognato quanto meritato per chi dopo un periodo travagliato da infortuni e problemi di vario tipo è riuscito finalmente a scrollarsi di dosso tutta la tensione e la rabbia accumulata in questi mesi. Annata non semplice per Steve, cominciata solamente a Giugno a causa di un fastidioso problema alla spalla che l’ha tenuto fermo ai box per circa 6 mesi. E’ trascorso infatti esattamente un anno dall’intervento chirurgico che gli ha ricostruito totalmente il tendine della spalla destra. Quella stessa spalla che ha impedito al belga di disputare il match di secondo turno dello scorso anno a Wimbledon contro Lukasz Kubot. Un torneo che difficilmente Darcis dimenticherà visto che,molto probabilmente, l’epica vittoria al primo turno ai danni di Rafael Nadal sarà il miglior risultato della sua carriera. Dopo quel successo però, qualche maligno pare avergli lanciato una maledizione così potente da relegarlo ai margini del grande tennis (almeno sino a due settimane fa). Inoltre, un particolare curioso aleggia su questa vicenda. La spalla destra infortunata del belga è la stessa dove ha tatuato uno squalo, animale a cui è particolarmente affezionato, nonché il suo soprannome ufficiale (@stevedarcishark il suo profilo Twitter). Ecco cosa dichiarò un anno fa a riguardo: “Perché lo squalo? Il mio segno zodiacale è pesci. Amo gli squali ed inoltre è un animale che inizia per S esattamente come il mio nome Steve”. Non poche furono poi le testate inglesi a fare riferimento a questo suo nomignolo: “The Shark that bit Nadal”. Un destino crudele a cui il giustiziere dello spagnolo non si è potuto sottrarre e che ha voluto ritorcersi contro di lui, colpevole soltanto di aver surclassato in tre set Rafael Nadal.
La sorte dà e toglie, ma quello che questo fantastico ragazzo ha nel cuore, la passione per il tennis, del destino non ha nessun timore. Ritornato a disputare tornei futures in terra natia e con buoni risultati, il rientrante Steve, forte dell’exploit dell’anno precedente, confida in un invito per tornare e ripartire da dove aveva lasciato qualcosa ancora in sospeso, Wimbledon (continuò a giocare in malo modo sino a fine Settembre 2013 pur soffrendo di forti dolori). Gli organizzatori però non gli assegnano nessuna wild card ed il belga, seppur inizialmente contrario, si iscrive alle qualificazioni senza troppa fortuna. Se nel circuito futures riesce anche a vincere qualche titolo, a livello challenger non riesce ad andare oltre i quarti di finale. Darcis è consapevole che ci sia bisogno di tempo, tornare dopo tanti mesi ed all’età di 30 anni non sarebbe facile per nessuno, soprattutto dopo un delicato intervento alla spalla. Tanto lavoro e mente libera da cattivi pensieri, il piccolo tennista proveniente dalla Vallonia ha in mente la formula vincente: tanto ciclismo e pesca sportiva per staccare dalla solita routine.
Numero 483 fino ai primi giorni di Luglio ed una classifica sempre più in salita e difficile da scalare. Tanti alla sua età avrebbero deciso di tirare le somme e di lasciar perdere, ma non uno dal carattere come “lo Squalo”. Passa le qualificazioni degli Us Open salvo poi essere eliminato al primo turno da Martin Klizan, in un match rocambolesco in cui conduceva per due set a zero e conduceva avanti di un break sia nel terzo che nel quarto set. Spesso però, le vittorie si costruiscono sulle ceneri delle sconfitte e delle delusioni. Da qui, il tennista di Liegi è ripartito ed è dal challenger di Mons, torneo disputatosi due settimane fa, che ha iniziato ad ingranare e a far ricredere in tanti sulle sue possibilità di un ritorno a buon livello. Finale persa contro un David Goffin ormai ingiocabile per tanti e vittoria ieri in finale a Rennes contro l’idolo di casa Mahut, che gli permette nel giro di poco più di 3 mesi di balzare alla posizione numero 175 del ranking. Il Belgio avrà pur perso una figura importante e rappresentativa nel panorama tennistico come Olivier Rochus, ma può ritenersi decisamente fortunato ad aver ritrovato un giocatore, per certi versi simile ad Olli, come Steve “The Shark” Darcis.
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