“Devi fare tutto il possibile, lavorare al massimo e, se rimani positivo, vedrai spuntare il sole tra le nuvole” (Il lato positivo – Silver Linings Playbook, film del 2012 diretto da David O. Russell, tratto dal romanzo di Matthew Quick L’orlo argenteo delle nuvole )
Pensando a Simone Bolelli negli scorsi giorni mi è venuta in mente questa citazione. È guardando al lato positivo della situazione il modo in cui mi piace analizzare il tennista di Budrio dopo la sconfitta contro Viktor Troicki di giovedì mattina a Sydney, dove è stato a un passo da una semifinale che sarebbe stata un risultanto clamorosamente esaltante in questo inizio di stagione. Non vi nego la rabbia nel seguire il match dal livescore, dopo che stavo letteralmente già pregustando la semifinale. Mentre scrivo queste righe poi, e potete anche immaginare il nervoso crescente mio, di tutti i tifosi di Simone (e sicuramente di Simone stesso), il serbo ha appena alzato il trofeo dopo aver letteralmente travolto Kukushkin in finale. Ma ho l’obbligo, e con me tutti i tifosi e tutti coloro che tifano per Simone, di guardare al lato positivo di questo inizio di stagione, anche dopo un ko che resta comunque dolorosissimo per il modo in cui è arrivato (l’italiano ha servito per il match nel terzo e decisivo set).
Il motivo, oltre che una filosofia di vita per la quale mi piace sempre cercare il lato migliore delle cose, è comunque molto semplice: siamo ad inizio stagione, c’è un intero anno tennistico davanti. Non posso accettare di leggere commenti simili ad attacchi e accuse dopo una sconfitta alla quinta partita dell’anno, pur nel modo in cui è arrivata. Ricordiamoci tutti la stagione passata di Simone, i suoi problemi fisici, i tanti challenger giocati per risalire in classifica. Ricordiamoci tutti che Simone Bolelli esattamente 12 mesi era numero 303 del Mondo. Se siamo bravi con la memoria, non possiamo che guardare con il sorriso alla prospettiva di un italiano, oggi numero 51, che, dopo un paio di stagioni, potrà di nuovo costantemente giocare negli ATP che contano e potrà dimostrare di saper crescere ancora. E l’inizio non può che essere promettente: ha già battuto due giocatori di classifica superiore alla sua (Becker a Doha e Goffin a Sydney). Guardare solamente al modo in cui è arrivata la sconfitta a Sydney contro Troicki sarebbe sicuramente parziale e non realistico.
Io sono un grande estimatore di Simone, è giusto scriverlo. Ho sempre avuto un debole per lui sin da quando l’ho visto dal vivo nel challenger di Basiglio-Milano 3 a fine 2004 (match perso con Vladimir Voltchkov in 3 set). Sono passati 10 anni, forse non sono arrivati i risultati sognati da quel giorno, ma è anche vero che oggi Simone Bolelli ha poco più di 29 anni. Ha raggiunto una maturità che forse non aveva mai avuto prima e, se gli infortuni sono finalmente e definitivamente alle spalle, sono pronto a scommettere che questo sarà l’anno decisivo della sua carriera. L’anno in cui migliorare il suo best ranking (36, febbraio 2009), l’anno in cui togliersi qualche soddisfazione che non sia solo la vittoria di una simbolica battaglia in un torneo. Ad oggi l’unico risultato “da albo d’oro” è la finale raggiunta a Monaco nel 2008: mi piacerebbe che il 2015 possa diventare l’anno in cui Simone Bolelli possa arricchire questo suo bottino.
Forse sto sognando troppo, forse sto guardando con troppa intensità quel lato positivo. Ma sono sempre stato un sognatore, mi piace guardare quel lato positivo, non posso non farlo dopo la vittoria contro uno dei migliori prospetti del circuito di oggi come il 22enne belga David Goffin (22 Atp). E da quella maledetta sconfitta con Troicki di giovedì, dal fatto che Troicki abbia vinto il torneo, da tutta la rabbia che Simone avrà in corpo dopo questa settimana, deve uscire tutto il suo lato positivo. Deve emergere la consapevolezza che le cose possano girare nel verso giusto e che il lavoro fatto durante l’inverno sia davvero quello vincente.
Ora spazio agli Australian Open. Il primo turno ci potrà dire se Simone avrà digerito bene il ko di Sydney. La partita con Juan Monaco è alla portata dell’italiano. Non è una sfida semplice contro una vecchia volpe come Pico, ma il Bolelli che abbiamo visto in questo inizio di stagione può sicuramente vincere per andare a godersi poi, molto probabilmente, al secondo turno una sfida con Roger Federer (a pochi mesi di distanza dal match di Davis). Con il primo Slam della stagione si chiuderà questa primissima parte di un anno in cui Simone potrà essere molto utile prorio come singolarista anche in Coppa Davis. La speranza è che Barazzutti possa arrivare con l’imbarazzo della scelta tra Fognini, Seppi e Bolelli per i due posti in singolare nella sfida in Kazakistan.
Dopo tante nuvole, sono sicuro che il sole splenderà sul 2015 di Bolelli. I giudizi frettolosi non mi sono mai piaciuti, riparliamone tra qualche mese, magari dopo il Roland Garros. Il primo bilancio reale si potrà fare in quel periodo. Simone difende pochissimi punti nei primi tre mesi dell’anno, guardare il lato positivo è d’obbligo.
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