di Fabio Colangelo (articolo tratto dal sito de Il Tennis Italiano)
Per tutti gli amanti di qualsiasi serie televisiva (e a tutti in un modo o nell’altro è successo almeno una volta), l’attesa prima dell’ultima puntata diventava quasi una sorta di ossessione. Riusciranno Mulder e Scully a coronare il loro sentimento? Brooke e Ridge vivranno mai felici e contenti? Cosa diavolo è e si nasconde dietro l’isola di lost? Giorni o settimane di apprensione per capire se le nostre previsioni si avvereranno, se gli autori ci hanno riservato l’ultimo colpo di scena, o se il finale si rivelerà la solita banalità che ci vorrebbe far lanciare il telecomando contro il primo muro a disposizione.
Per gli appassionati di tennis e amanti delle sorprese, questa prima metà di stagione è stata sicuramente la più inaspettata e originale dell’ultimo decennio. Nadal si era riappropriato del trono, riuscendo a completare il career-slam a soli 24 anni. Con il solito dominio sulla terra, unito ai tre major conquistati, aveva creato una voragine tra lui e gli inseguitori.
Il Re Federer dopo il sedicesimo Slam conquistato a Melbourne era parso demotivato, aveva iniziato a inanellare sconfitte per lui inattese e brucianti (interrotto il suo record di semifinali slam consecutive a Parigi e soprattutto a Wimbledon). Tutti parlavano dell’inizio del declino, ma grazie anche alla cura Annacone era riuscito a dominare il Masters di Londra, facendo capire che la storia sarebbe stata sempre una questione tra loro due.
Nessuno si sarebbe mai aspettato che Novak Djokovic sarebbe riuscito a riscrivere cosi rapidamente il copione, tanto da arrivare cosi presto ad essere ad un passo dal diventare il nuovo numero uno. L’attesa in questo caso non riguarda tanto il finale della storia, poiché dovrebbe succedere qualcosa di veramente eccezionale per non vedere il serbo in vetta al ranking in breve tempo.
Aspettano tutti però di capire se dopo aver sconfitto Nadal in due finali consecutive sulla terra, a Nole riuscirà l’impresa di superarlo nel “suo” Roland Garros. Tecnicamente gli basterebbe giungere in finale per scalzarlo dal trono, ma è indubbio che se dovesse imporsi anche al meglio dei cinque set, ci potrebbero essere importanti conseguenze anche a livello psicologico per il prosieguo della stagione (e non solo).
Le certezze dello spagnolo stanno già vacillando pericolosamente, visto che non solo ci ha perso le ultime quattro finali di Master 1000, ma è uscito sconfitto da qualcuno che lo superava anche dal punto di vista fisico. Di contro, Djokovic grazie a questi e a tutti gli altri successi ottenuti, si sente in questo momento (a ragione) superiore alla concorrenza, e capace di qualsiasi cosa.
Uno Slam però è, per citare Federer, “un animale diverso”, e conterà molto anche quante energie fisiche e mentali spenderanno i due contendenti nel corso delle due settimane. Verrebbe da aspettarsi un fisiologico calo del serbo, che però ha dimostrato dopo la semifinale maratona di Roma di avere riserve di energie quasi illimitate.
Anche gli avversari saranno una variabile non da trascurare, visto che Murray è parso in crescita e gli ha tolto un set a testa a Monte Carlo e Roma, Federer non vorrà di certo restare a guardare, Ferrer si è fermato per ricaricare le batterie, e Soderling viene comunque da due finali consecutive.
Di sicuro c’è che se dovesse vincere nuovamente Nole, per gli altri sarebbe un colpo durissimo da digerire sotto il profilo mentale. Come abbiamo visto però il copione può riservare continue sorprese, e anche il finale che pare già scritto potrebbe non essere quello che ci aspettiamo. Tra due settimane ne sapremo di più.
(Fabio Colangelo – Foto Nizegorodcew)
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