di Fabio Valente
Manca pochissimo all’inizio ufficiale delle ostilità sui verdi campi in erba di Wimbledon: ultimate le qualificazioni, ricche di sorprese soprattutto in campo maschile, è ora di pensare in grande per i 128 giocatori al via dello Slam inglese. Molto più dei grandi tornei di Francia, Stati Uniti e Australia, infatti, Wimbledon offre a molti outsider la ghiotta opportunità di ben figurare su un palcoscenico internazionale proprio grazie alla superficie caratteristica dell’evento, l’erba. Questa, tanto amica per gli specialisti quanto complicata da interpretare per i meno abituati, rimescola spesso le carte in tavola, schierandosi dalla parte di giocatori dotati di un ottimo servizio e di una grande capacità di gestire il gioco di volo. Potenza e sensibilità di tocco devono unirsi in un connubio più che mai perfetto per permettere di giocare al meglio sull’erba.
È per questo motivo che all’alba dei primi turni del torneo, vi portiamo a scoprire una lista soggettiva dei dieci migliori giocatori al via di Wimbledon con le caratteristiche descritte sopra. Dagli ultimi esecutori di un sempre più inusitato serve and volley ai migliori giocatori di volo a rete, dai più efficaci esecutori di palle corte e smorzate millimetriche ai tennisti d’attacco con la maggiore sensibilità e tocco di fino. Per tutti questi, a prescindere dalla loro classifica, Wimbledon e la stagione su erba rappresentano spesso il periodo più ricco di soddisfazioni dell’anno, nel quale esprimere al meglio il proprio gioco. Con le ovvie difficoltà della scelta, ci siamo permessi di stilare una lista di dieci nomi ma l’invito a discuterla con voi appassionati è ovviamente presente.
Roger Federer
In un elenco di questo tipo non ci era assolutamente possibile dimenticare il nome del campione elvetico. Roger, per il quale palmarès e innumerevoli testimonianze parlano da soli, è un giocatore completo che tuttavia sull’erba si è rivelato per lunghi anni praticamente imbattibile, grazie alla capacità di adattamento alla superficie e ad un gioco che ben si sposava con il manto verde dei campi. Con 7 titoli ottenuti a Wimbledon, altri 8 in tornei su erba e una percentuale di vittorie su tale superficie in carriera che sfiora il 90%, Federer si pone nonostante l’età sempre tra il lotto dei favoriti al via dello slam inglese. Sorteggiato al primo turno con l’argentino Guido Pella, troverebbe come prima testa di serie sulla sua strada Dolgopolov, per poi affrontare in un eventuale quarto Nishikori e Djokovic in semifinale. Finale, serbo permettendo, con Murray/Wawrinka.
Radek Stepanek
Appartenente ormai ad una generazione passata, il ceco non accenna neppure minimamente a passare il testimone e continua a giocare un pregevolissimo tennis soprattutto quando le superfici si velocizzano (anche se è bene non dimenticare la meravigliosa prestazione allo scorso Roland Garros contro Andy Murray). Classe ’78, Stepanek occupa un posto di diritto in questa lista per lo stile di gioco che lo ha reso famoso: portato all’attacco, dotato di un buon servizio e di una ancor migliore capacità di coprire la rete e giocare volees di pregevole fattura. Gli anni passano ma la classe resta la stessa e come ogni anno Radek, insignito di una WC, è al via dello Slam d’oltremanica come possibile outsider. Non un sorteggio semplice per il ceco, che se la vedrà subito con un Nick Kyrgios in rapidissima ascesa: dovesse vincere, rischierebbe un epico scontro con il successivo nome di questa lista.
Dustin Brown
Anche per l’eclettico giocatore tedesco di origine giamaicane a poco servono le presentazioni. Per lui parlano i numerosissimi video che spopolano in rete mentre lo ritraggono in giro per il mondo, tra un Challenger e l’altro, a sfoderare colpi al volo impensabili, tweener vincenti in corsa, volees in tuffo e così via. Più che il tocco, ugualmente sopraffino, di Brown colpisce la varietà di colpi e soluzioni in grado di mostrare nell’arco di un match: dal lob alla smorzata, dalla volée stoppata al tweener in corsa per poi chiedere con un dritto lungolinea a tutto braccio all’incrocio delle righe. Forse esageriamo, ma con Dustin in campo l’imprevedibilità è di casa. Ormai trentunenne, Dustin insegue ancora il primo titolo ATP, ma nonostante un palmarès piuttosto scarno è spauracchio di moltissimi top players quando si tratta di giocare sull’erba, chiedere a Rafa Nadal per eventuale conferma. Dopo l’esordio con Lajovic, l’eventuale secondo turno con Kyrgios/Stepanek sarà già tutto da gustare.
Richard Gasquet
Altro nome che spesso si può associare al gioco elegante è quello dell’eterna promessa francese Richard Gasquet. Grazioso rovescio a una mano, sensibilità fuori dal comune e rarissimi errori quando si tratta di chiudere il punto con una magia a rete: se Gasquet è ancora oggi sulla bocca di tutti i francesi è probabilmente proprio per la mancata concretizzazione di un talento sbocciato prestissimo ma mai divenuto solida realtà. Richard arriva a Wimbledon 2016 con una sola partita sull’erba nelle gambe, persa malamente contro Steve Johnson al Queen’s e rischia di dover sudare subito al primo turno contro l’ottimo prospetto di casa che risponde al nome di Aljaz Bedene. Testa di serie numero 7 e attualmente numero 10 al mondo, Gasquet tenterà di bissare l’ottima semifinale dello scorso anno: i presupposti, come da sempre, ci sono…
Gilles Muller
Lussemburghese, classe ’83, pochi segni particolari, se non uno sponsor Sergio Tacchini e ricami a rete paurosamente efficaci e belli da vedere. Ebbene, Gilles Muller è proprio questo, il tennista che spesso passa inosservato, che a prima vista sembra solo un giocatore dotato di un ottimo e precisissimo servizio, membro di quel club poco ambito di giocatori top 50 che ancora inseguono il loro primo alloro a livello ATP. Fortunatamente per chi ne sa apprezzare le qualità, Muller è molto altro: paladino di un serve and volley ormai dimenticato, il lussemburghese si trasforma quando la superficie sotto di lui si colora di verde e diviene giocatore temibile per qualunque avversario. Dotato di uno dei migliori servizi del circuito (già 507 ace all’attivo nel 2016), Gilles si fa forte di una sensibilità a rete e di una copertura del campo invidiabili, caratteristiche fondamentali per far bene sull’erba. È così che il nativo di Schifflange giunge a Wimbledon dopo esser stato in finale a ‘s-Hertogenbosch, ai quarti al Queen’s e in semifinale a Nottingham: esordirà contro Giraldo, ma già tra secondo e terzo turno dovrà dare il meglio di sé, con Cuevas, Groth o Nishikori nelle vicinanze.
Philipp Kohlschreiber
Se si parla di gioco di fino e di superfici in erba, il nome di Philipp Kohlschreiber è uno dei primi che balzano nella mente degli appassionati del bel tennis. Il perché è scontato e vi basterà guardare un qualunque match con il tedesco al via per convincervene. Svantaggiato da un fisico tutt’altro che imponente, Kohlschreiber ovvia alla grande allo scarso dono di natura con un gioco che è delizia per gli occhi, fatto di continue invenzioni di rovescio (rigorosamente a una mano), smorzate millimetriche giocate con i piedi appena dentro al campo e ricami stilisticamente ineccepibili quando nei pressi della rete. Il tocco del nativo di Augusta è tra i migliori del circuito e viene così da chiedersi perché un giocatore così apparentemente stupendo abbia raccolto solamente sette titoli in carriera, senza mai raggiungere neppure la top 15. La spiegazione risiede nei punti chiave dei match giocati contro tennisti di livello: il cosiddetto killer instinct è sempre mancato al tedesco, giunto spesso a un passo da vittorie che avrebbero dato ben altra immagine alla sua carriera. A Wimbledon il sorteggio è migliore dell’anno scorso (Djokovic al primo turno) ma comunque ostico: esordio con Herbert, secondo turno con Dzumhur/Kudla e terzo con Mahut o Ferrer. Al quarto, poi, ci sarebbe Djokovic e ogni distrazione rischierebbe di essere fatale.
Benoit Paire
Giocatore eclettico per antonomasia, Paire fa del talento il suo principale mezzo per raggiungere grandi risultati. Per sua sfortuna tale qualità si accompagna ad una forza mentale non delle più invidiabili, ma ciò non trattiene il francese dall’esibirsi in campo in veri e propri colpi da maestro, vicino e lontano dalla rete. Se il colpo forse più bello del 2015 è opera sua non è per caso: la stop volley realizzata contro Simon a Parigi è un punto da vedere e rivedere per spiegare una volta per tutte di cosa sia capace questo istrionico transalpino. Anche Benoit, come tanti tennisti del resto, ha ottenuto in carriera molto meno di quanto le sue potenzialità avrebbero richiesto ed il primo e sinora unico titolo ATP è quello non prestigiosissimo di Bastad 2015. Paradossale è il suo rendimento nei tornei che contano, Wimbledon in particolare, dove Paire non ha mai superato il primo turno: ci proverà quest’anno, come testa di serie numero 26, contro Skugor. Dovesse farcela, l’ostacolo vero sarebbe Andy Murray già al terzo turno.
Feliciano Lopez
Amato dalle folle in quanto tennista bello per antonomasia, “Deliciano” è stato capace di attirarsi i favori dei buongustai del tennis anche e soprattutto per lo stile di gioco mostrato in campo. Spagnolo per certi versi un po’ atipico, preferisce agli interminabili scambi da fondo un gioco più rapido e dinamico, improntato all’attacco e fatto di frequenti discese a rete per chiudere il punto. Forte di un servizio imponente (318 ace nel 2016, quasi 8000 in carriera), Lopez si serve ancora di un gioco in molti casi all’antica, spesso serve and volley, altre volte basato su rapide scorribande a rete propiziate da efficacissimi attacchi in rovescio slice. Le qualità di tocco dello spagnolo fanno di lui uno dei giocatori senza dubbio più interessanti da seguire tanto su terra quanto in particolar modo sulle superfici più rapide: a Wimbledon lo si attende all’esordio contro un avversario temibile quale Rajeev Ram e per un eventuale interessante match di terzo turno opposto a Kyrgios.
Nicolas Mahut
Se davvero esiste un giocatore che quando vede il colore dell’erba si trasforma completamente, ebbene, quello è Nicolas Mahut. Il transalpino nativo di Angers è l’emblema degli specialisti di questa superficie e il suo palmarès parla al suo posto: sei finali giocate in una carriera lunga ormai una quindicina d’anni, tutte sull’erba. Di queste sei, Mahut è riuscito ad aggiudicarsene quattro, di cui tre a ‘s-Hertogenbosch e una a Newport, mostrando ogni volta il perché di questo rendimento incredibile su tale superficie. Il poderoso servizio è solo il punto di partenza di una moltitudine di scelte di gioco che fanno di Mahut un avversario temibile sui campi verdi: attacchi in slice, volée di dritto e di rovescio e soprattutto copertura ad ampie falcate del campo e senso di posizione a rete sono i marchi di fabbrica di questo giocatore sempre più amato dagli appassionati. Forte del quarto titolo ottenuto poche settimane fa e dell’ottimo match contro Murray al Quuen’s, Mahut arriva a Wimbledon senza troppe pressioni: Klein all’esordio, secondo turno con Sela/Ferrer, probabile terzo con Kohlschreiber, ed eventuale quarto con Djokovic. Grandi aspettative su Mahut si concentrano soprattutto sul doppio, in coppia con Herbert.
Florian Mayer
Scrivere di Florian Mayer pare spesso un fluente elogio alla cattiva sorte ma noi ci proveremo comunque. Tennista sfortunato, funestato da infortuni nei momenti migliori della sua carriera, il nativo di Bayreuth sta tentando alla soglia dei 33 anni di costruirsi una seconda giovinezza, possibilmente più bella della prima. Che ci crediate o no, ci sta riuscendo e molto merito è del gioco meraviglioso che è in grado di mostrare sull’erba. Proprio poche settimane fa è arrivato ad Halle il secondo titolo in carriera per Florian, ovviamente sull’erba: tale affermazione, con vittorie su Seppi, Thiem e Zverev, gli ha permesso di tornare tra i primi ottanta del mondo giusto in tempo per Wimbledon, dove al primo turno troverà nuovamente un complicatissimo Dominic Thiem. La sfida alla malasorte è aperta e tra volée in tuffo e smorzate perfettamente calibrate c’è la certezza che Mayer se la giocherà fino in fondo.
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