All’età di nove anni, Richard Gasquet faceva letteralmente impazzire la Francia, grazie alla copertina che Tennis Magazine gli regalava, osannandolo quale nuovo futuro campione per i colori francesi. Oggi, a ventinove anni, Richard fa ancora impazzire la Francia, e soprattutto i francesi, che ancora non si capacitano del perché questo grande talento così prontamente preannunciato non abbia rispettato le aspettative di una nazione. Altezza media, corporatura media, capacità immense, questa è la dicitura della carta d’identità del nativo di Bèziers: in pochi possono storcere il naso davanti al suo rovescio, molti ne criticano il servizio, ma Richard non se ne cura e continua a vincere partite su partite.
Tuttavia, nel suo palmarès continuano a mancare le vittorie importanti: all’eterna promessa francese non solo sfugge uno Slam in bacheca (migliori risultati le semifinali a Wimbledon e agli US Open), ma persino ancora la prima affermazione in un Masters 1000 o addirittura in un ATP500. Richard, infatti, seppur dall’alto dei 12 titoli ATP conquistati in carriera, non si è mai imposto oltre lo scarno montepremi di un ATP250; eppure, dati alla mano, ha un best ranking di numero #7 ottenuto nell’estate del 2007 e tutt’ora, circondato da giganti quali Kevin Anderson, John Isner e i connazionali Simon, Tsonga e Monfils, è pur sempre il tredicesimo tennista al mondo.
Dopo un 2014 non particolarmente denso di emozioni e soddisfazioni, Richard Gasquet sembrerebbe aver ritrovato il bandolo della matassa, almeno per quanto fatto vedere nell’annata in corso. Il 2015 pare aver riportato nuova linfa nelle vene di un tennista che, se in fiducia, può rivelarsi un arduo contendente per chiunque ne incroci il cammino in qualsiasi tabellone, su qualsiasi superficie. Terzo turno agli Australian Open, vittorie (e titoli numero 11 e 12 in carriera) nell’amata Montpellier e sotto il cocente sole di Estoril, quarto turno, perdendo da Novak Djokovic, sulla terra rossa di casa del Roland Garros: l’annata del tennista francese pareva già incanalata sui giusti binari ancor prima della metà della stagione, segnata dal magico appuntamento sull’erba inglese di Wimbledon.
È sotto il sole britannico che lo show di Richard prende forma: vittoria sul semi-finalista della precedente edizione, Grigor Dimitrov, senza versare una goccia di sudore, trionfo in grande stile contro la promessa australiana Nick Kyrgios, da cui ogni platea si attendeva faville, e per finire affermazione perentoria sul fresco vincitore del Roland Garros, Stan Wawrinka. La cavalcata da sogno di Gasquet a Wimbledon sarebbe potuta continuare indisturbata se solo sulla sua strada non si fosse posto, in semifinale, quel semplicemente perfetto Novak Djokovic che poi avrebbe conquistato anche l’ambito torneo. Tuttavia, la semifinale raggiunta sotto il cielo inglese, ben oltre le aspettative di Richard, non può che confermare quanto di positivo si sia visto nei primi mesi del 2015.
Di Richard Gasquet, oltre al naturale talento concessogli sin dalla nascita, risalta un carattere spesso introverso, timido, che lo porta ad evitare alterchi e pericolosi battibecchi non solo con i colleghi quanto con arbitri e dirigenti. Una lucida riflessione pare infatti la scelta migliore per il tennista francese, che ha tuttavia dovuto incrociare le armi proprio negli ultimi giorni, a Cincinnati, con alcuni dei nomi più caldi dell’intero panorama tennistico odierno, ovvero i due giovani australiani Thanasi Kokkinakis e Nick Kyrgios. Entrambi coinvolti, più o meno direttamente, nell’affare Kyrgios-Wawrinka, i due teenagers d’Oceania rappresentano, nella buona e nella cattiva sorte, il giovane tennis che avanza a grandi passi nella scena mondiale, la nuova generazione tutta genio e sregolatezza.
Il verdetto del campo ha sorriso alla professionalità del tennista francese, che ha saputo evitare abilmente di farsi trascinare nel vortice della querelle mediatica dentro e fuori dal campo. Ad amabili colpi di rovescio, Richard Gasquet si è imposto su entrambi i due australiani con punteggi più che netti in suo favore. Il bad boy Nick Kyrgios, forse appesantito dall’attenzione dei media in negativo nei suoi confronti, ha opposto resistenza solamente per 57 minuti, messo al tappeto con un sonoro 6-1,6-2. Non molto meglio è stato in grado di fare l’agile Thanasi Kokkinakis al turno successivo: Richard Gasquet si è nuovamente imposto, in scioltezza, per 7-6(5), 6-2.
Per Richard al terzo turno a Cincinnati ci sarà il campione in carica degli US Open, Marin Cilic. Qualunque risulterà essere l’esito dell’incontro, Gasquet si è già guadagnato la stima di numerosi tifosi e fans da ogni parte del globo. L’appellativo di “giustiziere”, dopo la vicenda di cui accennato sopra, calza a pennello per il francese, in grado di eliminare entrambi i protagonisti della incresciosa vicenda di Montreal. Quasi a vendicare l’amico e rivale svizzero nonché sfortunato protagonista della vicenda Kyrgios, Stan Wawrinka, Richard Gasquet ha insegnato ancora una volta di più cosa significhi essere professionali. Superiore a tutto, il francese, anche alla possibile e più banale provocazione o distrazione: perché il tennis è un gioco, ma citando Friedrich Schiller, “l’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca”. Un piccolo applauso, dunque, al Richard Gasquet.
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