di Francesco Cerminara
Da un po’ di tempo e in mancanza di condanna definitiva, il ragazzo di Cervinara (Benevento) è stato scacciato dal tennis che conta. Fuori dalle aule di tribunale però, Starace è stato anche altro. Terraiolo (come tanti) di 188 cm che lavora palle pesanti col dritto, colpo preferito e nonostante l’altezza non sfianca con l’ace. Non ha mai vinto un torneo Atp come singolarista (professionista dal 2001), ha invece messo sei sigilli con Bracciali come doppista e il suo miglior piazzamento singolo risale al 15 Ottobre 2007, quando raggiunse la ventisettesima posizione. Il ragazzo beneventano non è mai stato sopravvalutato quanto Filippo Volandri (la patria italica affermava che il livornese fosse da primi 10 del mondo). I tifosi hanno cominciato a seguirlo con riguardo dall’anno 2004, Parigi, Roland Garros. Starace riesce a qualificarsi per il tabellone principale. Supera primo e secondo turno vincendo sei set e perdendone zero contro il russo Tursunov e il francese Grosjean (testa di serie n.10). Al terzo turno trova Marat Safin. Un ex numero uno che quando era concentrato deliziava la platea, quando invece era distratto si concedeva lussi extra-sportivi e periva contro giocatori di medio-basso livello. La partita è mozzafiato e dura cinque set. Starace perderà 7-6, 4-6, 6-3, 5-7, 5-7. Ma gli spettatori parigini ne elogeranno quel coraggio che gli consentì di guadagnare pure due match-point, uno annullato da una chiamata per fallo di piede e un altro da un pallonetto del russo.
Quell’edizione del torneo fu poi vinta da Gaudio, dopo drammatica partita contro il nemico Coria, che con i crampi e la confidenza di chi è convinto di essere più forte, fallì pure lui due match-point.
Tre anni dopo questo dispiacere, Starace ritornerà nel terzo turno del torneo dello slam su terra rossa. Stavolta, Federer (futuro finalista perdente contro Nadal) lo manderà a casa agevolmente. Al Master Series di Roma batterà fra gli altri l’ex principe del Rosso e falcidiato dagli infortuni Juan Carlos Ferrero (in cima al ranking per pochissimo tempo), in una partita che lo vide ripulire tante volte le linee del campo. Con i colori azzurri addosso, ha riportato l’Italdavis di Corrado Barazzutti in Serie B. Anno domini 2004 e spareggio con la Polonia. La condizione e il gioco di Volandri fanno temere il peggio. Per il punto decisivo del 3 a 2, Potito risolleva i colori azzurri contro il polacco Fyrstenberg. Stanchissimo e contentissimo, verrà rimembrato per gli anni successivi per un ulteriore gioia: nel 2008 firmerà la permanenza della sua nazionale in serie B, accantonando così l’esclusione come singolarista nella prima giornata anti-Lettonia(3 a 2 conclusivo). Capitan Barazzutti lo ricoprirà di parole dolci e pacche sulla spalla, incassando un Seppi sottotono.
Lontano dal rosso (vittoria <Challenger San Marino e Napoli comunque) tanta fatica, tante batoste e tanto disuso per le superfici più rapide.