di Marco Mazzoni
Nel corso della stagione appena passata in archivio s’è parlato molto di Milos Raonic e del tennis canadese. Prima l’incontro di Davis in quel di Vancouver, purtroppo sfortunato per i nostri azzurri; poi la primavera complicata dell’attesissimo gigante nordamericano, culminata col cambio di coach tra Blanco e Ljubicic; fino alla ripresa in estate con la splendida cavalcata nel Master 1000 di casa (sconfitto in finale da Nadal) ed un discreto finale di stagione, culminato con la vittoria a Bangkok. Raonic ha mancato di poco l’accesso al Master, ma ha toccato la top10 il 12 agosto 2013, e tutto lascia prevedere che vi si insedierà stabilmente a breve. Il Canada sogna con il servizio devastante di Milos, atteso in questo 2014 alla definitiva consacrazione, magari in un torneo dello Slam con un grande risultato. Ma il tennis canadese non è solo Raonic. Zitto zitto alle sue spalle sta esplodendo anche Vasek Pospisil, sorridente ragazzone di origine Ceca che nel corso della scorsa stagione è cresciuto di brutto, passando dall’anonimato all’essere una delle “new balls” più interessanti. Forse la più interessante in assoluto.
Pospisil si presentò agli appassionati italiani lo scorso aprile in Davis, quando impegnò duramente Seppi fino al quinto set. Vasek allora era un semisconosciuto per il grande pubblico, penalizzato dal modesto n.140 del ranking ATP e con sparute apparizioni sul grande palcoscenico. Ma l’occhio attento aveva intravisto già da un paio d’anni che qualcosa bolliva nella sua pentola, qualità ancora grezze ma pronte ad esplodere. Chiedere al nostro Andreas quanto penò per arginarne spinta e coraggio. Proprio grazie a quel match è scattato qualcosa nel canadese, la consapevolezza di poter giocarsela alla pari con un top20. Da allora è partita la corsa di Vasek, con 2 successi in eventi Challenger e soprattutto la clamorosa semifinale nel Master 1000 di Montreal, dove sconfisse uno dopo l’altro Isner, Stepanek, Berdych e Davydenko, arrendendosi solo all’ultima palla del tiebreak decisivo contro Raonic. Ha pagato la sbornia del grande risultato, stentando tra la seconda parte dell’estate ed i primi tornei dell’autunno. Fino alla settimana di Basilea, dove ha giocato di nuovo bene arrivando a sfidare Federer in semifinale, sconfitto solo 7-5 al terzo dall’eroe di casa. Pospisil ha chiuso il 2013 al n.32, e con i suoi 23 anni è uno dei migliori giovani in assoluto in classifica, ben sopra ad altri “futuri campioni” come Tomic, Harrison & soci, dei quali si parla da anni ma dai quali arrivano più notizie bizzarre e delusioni che risultati interessanti.
Pronti e via, è appena scattato il 2014 che già Vasek sorride: gran torneo a Chennai, con la semifinale raggiunta e persa da un ottimo Wawrinka, ma giocando bene per tutta la settimana, semifinale inclusa. Un match questo in cui nonostante la sconfitta (ritiro per problemi muscolari) ha mostrato attributi e lucidità, lasciando andare il braccio nei momenti caldi senza mai tremare o tirarsi indietro. Un esempio? Sotto di un break sul 3-4 del secondo ha giocato un game estremamente coraggioso, rispondendo con freddezza ed aggressività alle bombe del “Waw”. Ha cercato il contropiede per mettere a nudo la pesantezza del rivale, riuscendo a strappare la battuta allo svizzero. Il tutto nonostante un problema alla schiena sofferto pochi games prima in un recupero, e che poi l’ha costretto a ritirarsi sul 5 pari evidentemente menomato. Sconfitta a parte ed augurandogli di presentarsi al meglio a Melbourne, resta l’ottima condotta di gara e la stupenda reazione, da tennista pugnace, indomabile, il tutto producendo il miglior tennis dell’intera partita proprio nel momento più delicato. Segno evidente di classe e di convinzione dei propri mezzi.
Oltre alla tecnica, tutt’altro che disprezzabile, quel che piace di Pospisil è proprio l’atteggiamento, il suo modo di stare in campo; quel qualcosa di immateriale e difficilmente valutabile ma che nel tennis difficilissimo ed ipercompetitivo di oggi vale tantissimo, anche più di un grande winner. Infatti da molto tempo il circuito maschile sembra quasi “paralizzato”, o meglio un percorso con ostacoli durissimi per chi da dietro prova a salire, tanto che i gradini tra un gruppo di giocatori e quello superiore sono ben definiti, e difficilmente valicabili. Pospisil pare avere forza mentale e tecnica per rompere queste barriere, per scalarle di netto e volare ai piani alti.
Infatti oltre all’aspetto caratteriale, il canadese porta in campo un fisico notevole ed una tecnica piuttosto completa. Non ha una lacuna evidentissima, un punto di debolezza su cui gli altri possono pungolarlo, e questa è già una base di partenza non da poco. Il rovescio pare la sua esecuzione più sicura e continua, anche se meno potente. Il dritto è costruito su di un movimento troppo ampio, che per colpa di un eccesso di rotazione del busto tende a far scappare via la palla. Se riuscirà a contenere lo slancio il rendimento del colpo migliorerà non poco, e potrà essere un’arma importante. Gioca meglio il dritto quando riesce a tenere i piedi a terra, cosa che accade raramente perché in campo è un moto continuo. Aspetto questo che è un punto di forza generale, rendendolo molto dinamico e reattivo nonostante la stazza importante; ma che sull’esecuzione pura del dritto lo penalizza a livello di timing. Quando riesce a trovare il corretto istante per l’impatto lascia partire colpi davvero notevoli, in tutte le direttrici e anche quando cade in difesa.
Vedendolo giocare di lui colpisce soprattutto la facilità negli spostamenti, eccezionali in relazione alla altezza. La coordinazione con cui muove i piedi approcciando la palla è uno dei suoi punti di forza. E’ una bella gara tra lui e Janowicz per trovare il giocatore più alto con miglior footwork. Forse “Jurek” gli è superiore (visto che è 10 cm più alto!), ma non di molto. Vasek durante lo scambio saltella continuamente, un po’ alla Kuerten, restando così estremamente dinamico in ogni momento attivo di gioco. Nonostante i suoi 193 cm non dà mai una sensazione di pesantezza, di macchinosità, ma anzi è fluido, reattivo, veloce e molto coordinato nel trovare la giusta distanza dalla palla, proprio grazie al lavoro dei piedi che trovano eccellenti appoggi e quindi lo aiutano a mantenere il corretto equilibrio e sostengono la precisione dei colpi. In questo aspetto tecnico è di gran lunga superiore all’amico Raonic. Rispetto al connazionale ha un servizio meno continuo e devastante, anche se il suo resta un colpo eccellente; ed un dritto meno potente e preciso di quello di Milos; ma Vasek è più rapido, più interessante in difesa e nettamente più reattivo nell’attaccare la rete dopo un colpo pericoloso. Nei pressi del net quando stacca la mano per la volée di rovescio trova chiusure strette interessanti, e nei colpi sopra la testa è insuperabile. E rispetto a Raonic, Pospisil piace assai di più alla risposta: ha una meccanica esecutiva più fluida e trova un timing migliore con un equilibrio superiore. Qualità tecniche che sommate al suo atteggiamento lo portano ad aggredire la risposta. Pochissimi giocatori oggi sul tour provano la risposta vincente come lui, o comunque un colpo così forte, lungo e rischioso da metterlo subito in condizione di vantaggio. Proprio nel match di ieri contro Wawrinka si è apprezzata a pieno questa qualità. Lo svizzero ha uno dei servizi più temibili del circuito, un colpo che governa molto bene in tutti gli angoli; ma Pospisil raramente s’è fatto trovare impreparato, subendo meno di altri avversari la battuta dello svizzero, spesso rispondendogli letteralmente tra i piedi oppure down the line. Risposte che gli hanno regalato più volte una posizione di vantaggio e qualche punto diretto.
Dove sono i suoi difetti? Paradossalmente è proprio al servizio che deve migliorare. Infatti la percentuale di prime palle dovrebbe essere molto più alta. Può servire oltre i 200 km/h di media, variando bene angoli, ed eccelle nella soluzione in kick, con cui fa saltare altissima la palla costringendo l’avversario a perdere campo. Ma non ricava ancora molti punti diretti, e a volte esagera nell’esuberanza delle seconda, commettendo qualche doppio fallo di troppo in momenti importanti per eccesso di foga. E’ ancora acerbo di grandissimo tennis, e quindi è vittima di cali di tensione. Deve aumentare il minutaggio in cui riesce a produrre il suo massimo sforzo; aspetto questo che si può migliorare solo giocando molti match di alto livello, quando la tensione è alta e lo sforzo fisico importante. In difesa può certamente migliorare nel colpo di contenimento puro, per riguadagnare campo quando l’avversario lo costringe ad un recupero al di là del corridoio. Inoltre quando spinge tende a cercare troppo la riga a sfondare, prendendosi rischi importanti; visto il suo footwork notevole e la propensione naturale ad avanzare verso la rete a chiudere il punto, non sarebbe male che lavorasse ad un colpo di approccio meno veloce ma velenoso, in modo da rischiare di meno e cercare qualche volée in più a raccogliere i frutti della spinta. E’ un tipo sveglio ed in campo pare discretamente lucido, quindi sono tutti aspetti su cui si può lavorare bene, visto che l’architettura del suo tennis è ben costruita e sostenuta dal “gut” del giocatore vero.
Con Dimitrov perennemente nel limbo tra talento o fidanzato deluxe, Tomic a combattere i suoi troppi fantasmi e Janowicz la propria irruenza, che sia proprio Pospisil (insieme a Raonic) la new ball più convincente? Se qualcuno 10 anni fa mi avesse detto che il Canada era in procinto di superare il gigante USA e diventare una delle potenze nel tennis l’avrei preso per matto.
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