Ci sono momenti nella vita in cui perdi ogni certezza, ti fermi, ti guardi intorno e ti chiedi se sia davvero giusto quello che stai facendo. A 18 anni sono tanti i dubbi che ti vengono e nello scorso aprile, Omar Jasika, aveva avuto più di qualche semplice titubanza, anzi, aveva deciso. Dopo la sconfitta nelle qualificazioni del Challenger di Ostrava contro Sadio Doumbia (6-3 6-2 senza storia), il giovane australiano con un post sulla sua pagina Facebook aveva infatti annunciato il ritiro dal tennis professionistico. “Vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno supportato nella mia carriera tennistica, ho incontrato tante belle persone nel mio percorso. Lascio la racchetta per qualche mese o forse per sempre, ho deciso che non è questo il sogno che voglio seguire, spero che possiate capire“. Un post fin troppo serio ed inaspettato, soprattutto da un giocatore di appena 18 anni e con un passato da juniores da top 10, tra cui anche la vittoria più importante negli Us Open. Fortunatamente sono bastate poche ore ad Omar per capire che il tennis in realtà era la sua vita, ed era questo il sogno che vuole seguire e il post è stato cancellato nel giro di poche ore.
Ha deciso quindi, un paio di settimane dopo, di ripartire dal livello più basso, i future, giocando in Croazia, a Bol e giungendo per due volte in semifinale. Da li non sono ancora arrivati i risultati voluti, con alti e bassi ma nessun exploit di rilievo, fino agli ultimi due mesi di stagione. In questo periodo ha infatti raggiunto prima le semifinali nel Challenger di Canberra (sconfitto al tie-break del terzo dall’altra bella promessa Marc Polmans) e poi ha conquistato la Wc per il tabellone principale degli Australian Open vincendo i cosiddetti playoff. Qui è arrivata prima la vittoria in 5 set contro Marinko Matosevic, recuperando da 2 set a 0 e chiudendo per 6-4 al quinto. Un match che, secondo le sue dichiarazioni, nemmeno Omar pensava di vincere in partenza, visto che vedeva il suo avversario molto preparato per un incontro del genere ma con il passare dei minuti e acquisendo fiducia, la rimonta si è compiuta. È stato questo il grande step per il giovane australiano che poi ha eliminato facilmente Van Peperzeel (6-4 6-0 6-2) e O’Connell (6-1 6-1 6-2) prima di lottare in finale con John Patrick Smith. Perso il primo set al tie-break, il più giovane aussie ha scatenato la sua rabbia contro una delle sue racchette ma, così come nel primo turno, con il passare del tempo ha trovato il suo tennis e dal 2-2 del secondo set ha conquistato 10 giochi di fila e, infine, ha chiuso nel quarto set fissando con un ace il punteggio di 6-4.
Se lo scorso anno Omar si era spinto fino al secondo turno battendo Ilya Marchenko e fermandosi solo contro il top 25 Tsonga, quest’anno il top 25 sarà affrontato già al primo turno, vista la sfida con David Ferrer. Un incontro che sembrerebbe forse ad esito scontato visti i possibili 5 set da giocare ma l’età per lo spagnolo avanza e la stagione per lui non è iniziata al meglio con le sconfitte, entrambe al fotofinish, contro Jordan Thompson e Robin Haase, nei tornei di apertura a Brisbane e Auckland.
Mentre per l’aussie il 2017 è iniziato nel modo migliore, confermando la forma avuta nei playoff per la Wild Card e spingendosi fino alla finale, nel primo Challenger stagionale, quello di Happy Valley, battendo in serie Gombos, Bolt, Polansky e De Loore, prima di arrendersi, in una partita giocata molto nervosamente, a Peter Gojowczyk, il tennista che, se si giocasse la stagione solo durante il primo mese, sarebbe probabilmente un top 10.
Leggi anche:
- None Found